lunedì 26 dicembre 2011

CRISI, MA NON PER TUTTI

Il Brasile è diventato la sesta economia mondiale, superando l’Italia ed anche la Gran Bretagna. Il motivo del successo dei brasiliani? Hanno puntato sulla produzione di beni di consumo, non sulla finanza. I britannici invece dipendono troppo dalla cartaccia. La Germania non ristagna, a differenza nostra, perché da loro si lavora in fabbrica, più che negli uffici. Una volta, decine di anni or sono, anche in Italia, i ragazzi a scuola sognavano di andare a lavorare in FIAT, più che in banca o in borsa. Poi si sono rimbambiti a forza di televisione stupida ed ipermercati, dove compri tutto a rate. In Germania, i sindacati partecipano ai consigli d'amministrazione delle aziende; quindi quei sindacalisti sanno leggere, scrivere e far di conto, a differenza di gran parte dei nostri. Da noi, organizzano inutili manifestazioni di piazza. Poi però, quando Marchionne chiama, CISL e UIL mollano la CGIL, che, tra i tre, è quella più distante dal mondo reale del lavoro. Marchionne ha scaricato pure Confindustria, per non avere un livello di contrattazione più alto del suo. Adesso tratta con chi vuole lui, dettando le condizioni. Se non altro, qualche stabilimento FIAT è ancora in Italia. Come mai i sindacati italiani pronunciano sempre meno la parola "fabbrica"? La Camusso perde tempo con i ferrovieri licenziati, in seguito alla chiusura delle linee ferroviarie notturne. Insiste con la demagogia dell'Italia divisa, come se fossero stati soppressi tutti i treni a lunga percorrenza. Il natale 2011 è il peggiore, dal punto di vista dei consumi, degli ultimi dieci anni. Hanno venduto bene solo smartphone ed ipad. Diminuite anche le spese alimentari. Finora Monti ha lavorato parecchio sui tagli; il rilancio produttivo è un’altra cosa. Speriamo in un’iniziativa apposita, altrimenti siamo veramente rovinati. E, del resto, la politica è meglio che rimanga fuori dai giochi; conosciamo i nostri polli.

venerdì 23 dicembre 2011

TORINO È LA CITTÀ PIÙ ECOSOSTENIBILE?

È quanto scaturirebbe dalla valutazione di alcuni cosiddetti “esperti”. Diversi parametri ambientali e demografici paiono però propendere per un risultato differente. Torino è la quarta città d'Italia, come numero abitanti (circa 900mila), in diminuzione. È però terza come densità abitativa, dopo Napoli e Milano. La sua densità veicolare è seconda solo a Napoli. Torino è altresì seconda in Italia per il numero di giorni di superamento del tasso degli inquinanti nell'aria, ed i blocchi al traffico sono pochissimi. Forse per non offendere la FIAT, che peraltro se ne frega di offendere Torino. Di conseguenza, tenendo conto delle scarse precipitazioni, la qualità dell'aria di Torino è la peggiore d'Italia. I torinesi non paiono tuttavia preoccuparsene più di tanto, e circolano a vuoto tutto il giorno. Può essere che questi anzianotti nullafacenti a spasso abbiano suggerito al governo Monti una stretta circa i prossimi pensionamenti. Torino è quinta come offerta di trasporto pubblico, dopo Milano, Venezia, Roma e Trieste. Ma è al tredicesimo posto come trasporto passeggeri. Significa che molti bus viaggiano vuoti o semivuoti. Accade frequentemente di vedere un bus fermo, perché il vecchio motore ha ceduto. Poi lo fanno ripartire in qualche modo, ma parecchi bus cadono letteralmente a pezzi. I finestrini si incastrano, e rimangono aperti anche d'inverno. Cigola tutto, e mancano pure le viti. Dal punto di vista delle zone a traffico limitato, Torino è al trentesimo posto (peggio di Reggio Calabria e Napoli, appena meglio di Foggia). Nella graduatoria italiana delle aree pedonali, Torino è ottava. Meno male che c'è la collina. A Torino gli utenti del car sharing sono 2390, perché le auto disponibili sono solo 113. A Brema, ci sono 6200 utenti di car sharing su 547mila abitanti. Come piste ciclabili, i torinesi sono collocati ad un misero venticinquesimo posto (25mo!). Però sono quinti in Italia come parcheggi a pagamento! I parcheggi di interscambio sono pressoché sconosciuti: quarantatreesimi (43mi!), (peggio di Napoli, il 3% di quelli di Venezia, il 6% di quelli di Piacenza). Questo significa che quasi tutti quelli che, abitando nella prima e seconda cintura, vanno a lavorare in città, ci arrivano in auto. I mobility manager cittadini, che ciclicamente si trovano per parlarsi addosso, potrebbero puntare magari sui parcheggi d'interscambio. L'unica linea della metro, arrivata cento anni dopo rispetto alle città serie, non giunge neppure al confine con Moncalieri, e mancherebbe veramente poco. Ci sono, a Torino, 4200 volenterosi iscritti al bike sharing (terzi in Italia), con tre bici in sharing ogni 10mila abitanti. Ottavi nel rapporto utenti/popolazione (se le bici ci fossero, forse la gente le userebbe). La Regione Piemonte, per risparmiare, ha tagliato i finanziamenti sugli abbonamenti GTT per i suoi dipendenti indiretti (gli ospedalieri) ma non per i suoi dipendenti diretti. Il Comune, per aiutare i ciclisti, lascia che il fango delle tracimazioni del Po secchi per almeno quaranta giorni, prima di rimuoverlo. Nei giardini pubblici, gli addetti alle foglie costruiscono mucchi, ma, mancando gli addetti alla rimozione delle medesime, i ciclisti ed i pedoni devono passarci attraverso, dato che sono stati intelligentemente piazzati in mezzo ai viali.

mercoledì 21 dicembre 2011

Beauty contest

L'Assoprovider, che riunisce più di 200 piccole e medie imprese nel settore
del digitale, ha depositato un esposto alla Procura regionale
del Lazio della Corte dei Conti. La denuncia ha come oggetto un possibile danno alle casse dello Stato derivante dall'assegnazione, da parte del ministero dello sviluppo economico, delle frequenze tv lasciate libere dal passaggio dall'analogico al digitale. In pratica, l'Assoprovider segnala allo Stato italiano che regalare le frequenze, quando potrebbero essere vendute, è un'idiozia! Le piccole e medie imprese resterebbero peraltro fuori dalla spartizione RAI/Mediaset, sulla base del cosiddetto “beauty contest”, che attribuirebbe le frequenze tv in base alla “bellezza” del progetto complessivo dell'una e dell'altra produttrici di videostupidate. Sul piano politico, solo Lega ed IDV premono nel senso che lo Stato rinsavisca, e lucri su un mercato miliardario. Tanto più che siamo in crisi, o no? Il governo Monti, che da solo forse non ci era arrivato, ha promesso che l'asta si farà. Monti non ci era arrivato, o più presumibilmente la regalia era la buonuscita offerta a Berlusconi, che adesso, se vorrà altri canali, dovrà scucire dei bei soldini. Quel mercato interessa anche a privati, tipo Santoro, che annuncia di avere milioni disponibili, grazie alle sottoscrizioni. La Lega e l'IDV, unici ad opporsi a Monti, per motivi più pretestuosi che reali, stanno comunque lavorando per il risanamento delle finanze nazionali. Napolitano non cessa di incitare politici, sindacalisti, imprenditori e tutti gli altri che passano la giornata a fare dichiarazioni, a piantarla di delegittimare Monti, perché siamo in salita, e rischiamo di fermarci del tutto. Sentire sindacalisti, che forse hanno fatto le medie con le 150 ore, parlar male dei ministri bocconiani, conferma quanto già detto a proposito del becerosindacalismo.

giovedì 15 dicembre 2011

DEUTSCHLAND UBER ALLES

Oltre settanta anni or sono, i nazisti iniziarono la seconda guerra mondiale, che peraltro stavano preparando molto bene da tempo. Le sciocche potenze occidentali non compresero quanto fosse pericoloso Hitler, e lui fece massacrare milioni di persone. Sfortunatamente per lui, Hitler non conosceva la storia; così commise l'errore di invadere la Russia. L'omino con i baffetti poteva contare su una grande potenza militare, che però era dislocata in vari contesti bellici. In più, la Russia è enorme, ed i russi non sono esattamente un popolo arrendevole. I tedeschi persero una guerra, che avrebbero vinto se si fossero accontentati di sbattere via dal continente i britannici. Oggi i tedeschi hanno imparato che le guerre con i panzer ed i cannoni sono pittoresche, ma sovente letali per ambedue le fazioni. I tedeschi hanno imparato il valore del prodotto interno lordo. I loro titoli di Stato rendono molto meno dei nostri, perché la Germania è sinonimo di graniticità. I tedeschi hanno sempre ammirato l'impero romano d'occidente. Noi siamo al massimo emuli di quello d'oriente. Siamo troppo bizantini perché qualcuno ci prenda sul serio. L'Italia è in paese più corrotto d'Europa, dopo la Grecia, e loro sono già falliti. I tedeschi di oggi non hanno sbattuto fuori i britannici dal continente, perché i britannici hanno fatto tutto da soli. L'Europa va avanti meglio senza di loro, con la Germania come locomotiva e noi come fanalino di coda. Neppure la Francia regge il ritmo della Germania, ma i tedeschi non si sognano neppure di mandare i Tigre a Parigi. I tedeschi comandano l'Europa da casa loro. I britannici hanno una finanza che è il 35% del loro pil. Meglio che tutti quei ladroni della City stiano lontani da noi, che di truffatori ne abbiamo già troppi.

venerdì 9 dicembre 2011

Nessuna pietà per gli imbecilli

I piagnoni borghesi continuano a lamentarsi del fatto che le multinazionali del petrolio sabotino l'auto elettrica. I suddetti piagnoni mandano in giro su Internet le loro presentazioni educative, che dovrebbero suscitare lo sdegno popolare. Ci vuole poco o nulla ad assemblare un auto elettrica: basta mettere assieme due o tre bici elettriche, e il gioco è fatto. Lo potremmo fare tutti noi, in cantina o nel cortile. Tutte le aziende produttrici di auto hanno realizzato i loro veicoli. Ma, i cornutazzi li hanno noleggiati, oppure venduti a prezzi assurdi. MA chi ci costringe ad andare in auto? Io percorro più di 18mila chilometri l'anno, ma in bici. Vado a lavorare con i mezzi pubblici, ma potrei anche camminare o pedalare. Che le industrie petrolifere ci tengano per le palle è la scoperta dell'acqua calda. Lo fanno perché tanti caproni, anche adesso, passano in via Genova (ed in migliaia di altre vie), con le loro auto del cazzo, senza andare in alcun posto in particolare. Gli stronzi amano circolare per il gusto idiota di farlo, ma in macchina! Coglioni di pensionati che "fanno una passeggiata" in auto! Li manderei in miniera, col piccone. La benzina la farei pagare 10 euro al distributore; poi rimborserei solo quelli che vanno a lavorare, per la percorrenza esatta. Non un centesimo di più. Per andare in ferie, ne riparliamo, con bonus ridotti. Si muovano in treno. Premierei quelli che a lavorare ci vanno in due, tre o quattro in una sola auto: parcheggi gratis. Agli altri farei pagare il doppio o il triplo del ticket; così imparano a "fare i ricchi!. Cosa dire dell'inquinamento? A Milano se ne sono accorti, ma i torinesi, che hanno eletto Fassino a scatola chiusa, respirano a pieni polmoni l'aria più schifosa d'Italia. Sono o non sono dei cretini matricolati? Mi dispiace solo di non abitare in campagna. Riscalderei la casa con la legna; altro che petrolio! Nessuna pietà per gli imbecilli.

sabato 26 novembre 2011

RECESSIONE O QUASI

Se Fitch, agenzia di rating 60% francese e 40% USA, afferma che l'Italia è quasi in recessione, si basa probabilmente sulla riflessione che un paese che chiuda i propri stabilimenti industriali merita di andare in malora. Termini Imerese è off, perché lo ha deciso Marchionne il liquidatore. Gli operai, ormai ex, ricordano con affetto l’avvocato Agnelli, che amava l’auto, a differenza dei suoi eredi. I politicanti ed i giornalisti, specie i servi di Silvio, rilevano il momento politicamente difficile, perché Monti deve ancora ingranare. Consideriamo però che è partito in salita; quindi, per dirla con una metafora ciclistica, rischia di rompere il cambio, sotto sforzo. Passera cerca di rilanciare lo stabilimento siciliano abbandonato dalla Fiat. Doveva pensarci il governo precedente, o magari l'opposizione. Che sia così difficile fabbricare auto senza la Fiat? Con tutti i regali che ha ricevuto, dovrebbe consegnare gli stabilimenti a costo zero. Basta parlare di quotazioni finanziarie; bisogna lavorare e produrre, non chiudere e piangersi addosso. Siamo ancora sudditi della borsa, quindi degli speculatori di professione, che in settimana hanno impallinato il Portogallo, ormai decisamente in serie B. Monti forse parla troppo con i politici, non poco. Gli eurobond potrebbero calmierare gli spread, ma i tedeschi non vogliono accollarsi il salvataggio dell'Italia, dopo aver riportato in Europa i loro connazionali dell'est. Hanno già dato, ma, per salvare l'euro, dovranno tapparsi il naso. L'euro potrebbe fallire; non è invulnerabile. È caduto finanche l'impero romano, figuriamoci una moneta che ha una decina di anni di vita. Ci conveniva adottare il marco, senza perdere tempo ad inventare una moneta che adesso pare in agonia. Intanto i nostri btp hanno superato l'8% di redditività: nuovi e grossi debiti per noi.


domenica 20 novembre 2011

FURBI e FURBETTI made in USA

Agli americani piace la ricchezza, specie quella priva di ogni stile: da arricchiti degli ultimi minuti, ma ancora barboni dentro. Lo dimostrano i loro stupid show, che gli italiani amano tanto. Nulla a che vedere con i ricchi britannici: quelli che sono anche conti e baroni. Gli americani amano quelle assurde limousine, che si piantano sui dossi e nelle curve strette. Ogni americano arricchito vorrebbe una limousine con dentro almeno due zoccole: una bionda ed una mora. Gli americani, pur continuando ad amare la ricchezza, non amano più i ricchi. Una brutta storia per i repubblicani, che, pur non essendo più ricchi dei radical chic democratici, non se ne vergognano. I repubblicani non hanno sensi di colpa. Mai, neppure quando sparavano agli indiani o si mettevano i cappucci per impiccare i negri. Quelli non erano indiani, ma chi se ne frega? Adesso, si devono accontentare di sparare ai messicani che varcano la frontiera col Texas. Alcuni americani si sono accorti che l'1% della popolazione detiene un terzo o più della ricchezza nazionale. I finanziari sono visti malissimo, ma continuano a girare in limousine, con le due zoccole, la bionda e la bruna. Pensavamo che Obama fosse una specie di espropriatore di patrimoni non sudati? Sbagliato. Lo hanno già impallinato per la riforma sanitaria. Agli americani non dispiace se qualcosa barbone muore per strada, un giorno sì ed uno no. O anche tutti i giorni. Da questo nuovo odio per i ricchi si salvano però gli attori, i cantanti, le stelle dello sport e Steve Jobs. Uno che non ha inventato alcunché, ma lo ha fatto benissimo. Se qualcuno avesse scoperto l'elisir di lunga vita, Jobs lo avrebbe bevuto e brevettato. Neppure Gates ha inventato alcunché, a parte la Microsoft. Agli americani piacciono i furbi, ma non i furbetti. In questa seconda categoria rientrano i finanzieri. Gente che non è brava nei lavori utili, ma solo a creare panico. Non si diventa ricchi lavorando onestamente, perché, dopo dodici ore di lavoro, bisogna fare la spesa, e tornare a casa a dormire. E può darsi che a casa ci siano pure una moglie e dei figli. Il finanziere invece è un parassita, che, invece di fare il muratore o il panificatore, opera in borsa. Trattasi di luogo frequentato da organizzazioni per delinquere, che, in due ore, raccontano in giro che la stessa azienda vale pochissimo o tantissimo. Un gioco allo sfascio, perfettamente legale, che ha mandato in malora mezzo mondo, e minaccia l'altra metà. Gli speculatori ci bersagliavano peggio che cecchini. Ecco perché siamo stati costretti a far fuori il nostro dittatorello puttaniere. Meno male che Napoli ed il PCI hanno prodotto qualcosa di buono: Napolitano. Altrimenti continueremo a farci ridere dietro da francesi, tedeschi, britannici e pure americani. Berlusconi è stato più furbetto che furbo, ma al popolo bue dei bar e degli stadi non dispiaceva. Ecco perché la democrazia è un sistema politico imperfetto: perché il popolo più che altro muggisce. Possiamo solo sperare che tra gli occupatori di Wall Street ci sia anche qualche toro, con le palle che fumano.


sabato 12 novembre 2011

BERLUSCONI OFF

Nel nuovo governo greco, il ministro delle finanze è stato confermato. Una decisione decisamente irrazionale, giacché i problemi della Grecia sono riconducibili proprio alla pessima gestione finanziaria. Da noi invece pare che Napolitano abbia deciso di incaricare Monti, che sembra intenzionato a cooptare solo tecnici. I politicanti ovviamente scalpitano, non contenti e non soddisfatti di averci condotti alla malora. Qualcuno degli amici della biscia potrebbe tuttavia essere riciclato: Frattini, Letta e Nitto Palma. I tecnici sono la soluzione, per il semplice fatto di saper lavorare, a differenza dei politicanti, che vivono di polemiche e furberie. Il popolo bue deve essere messo sotto tutela, perché, come dicono Bersani e Casini: basta scherzare. Qualcuno ha eletto gente come Scilipoti, Rotondi, Moffa, Iannaccone, Giovanardi: pagati 25mila euro al mese per sparare cazzate. E tanti altri che, interrogati dalle Jene, su deficit e spread, non sanno rispondere. La casta è responsabile anche del dissesto ambientale, che noi italiani dimentichiamo subito dopo le cicliche alluvioni. Siamo un grande condominio di 60 milioni di individualisti, sovente con le pezze al culo; in questo assurdo condominio, ci sono milioni di cretini certificabili. Ferrara insorge contro la tecnocrazia. Se il giornalista extra large è l'arma segreta di Berlusconi, Monti può dormire tranquillo. La Lega propone Dini come premier, ma la nomina spetta a Napolitano, non a Bossi. Altri propongono Amato. Putin, più unico che raro, rimpiange Berlusconi; Time invece lo ritiene responsabile dello sfascio finanziario italiano, che rischia di infettare il mondo. Ci sono troppi partitini, ed è facilissimo fondarne dei nuovi. Siamo oppressi dai loro orticelli. Monti era ed è un commissario, perché la democrazia funziona con le persone intelligenti, non cogli italiani. Che Monti sia un’espressione della massoneria? Può darsi che quella tradizionale stia facendo fuori un suo ramo impazzito (P2, P3 o qualche altre P).


sabato 5 novembre 2011

CHIACCHIERE E PIOGGIA

Le autorità monetarie internazionali dicono che non siamo affidabili. Berlusconi si fa riprendere sorridente, mentre guarda i leader che contano: americani, francesi, tedeschi, intenti a parlare tra loro, non con lui. Abituato alle sue ville ed alle sue feste, il cavaliere sostiene che i ristoranti siano pieni, perché siamo benestanti. Tutti vanno in ferie in aereo, e l'economia tira. Siamo la terza potenza europea e la settima planetaria. Sembra che stia guardando un film tutto suo. Crede che il mondo sia sotto il suo controllo, e che gli speculatori ci attacchino per il gusto di farlo. In realtà la speculazione colpisce i più deboli: prima la Grecia, poi l'Italia. Berlusconi dice che la colpa di tutto il disagio è riconducibile all'euro, che è stato introdotto quando al governo non c'era lui. Siamo inaffidabili anche su altri fronti, giacché in Liguria, nel giro di una settimana, si è replicato lo stesso disastro, con altri morti. Il sindaco di Genova ha negato ogni responsabilità, e tanto basterebbe a chiederne le dimissioni, dato che le previsioni del tempo avvertivano del rischio. Il traffico non era stato bloccato e le scuole erano aperte. Un torrente, costretto in un alveo ridicolamente piccolo, è esondato, portando a spasso auto e persone. I politicanti dovrebbero pensare anche alle crisi ambientali, e non solo a cercare di galleggiare. Rimanere incollati alle loro poltrone è però il loro unico interesse.

martedì 1 novembre 2011

QUOTA 459

Arriva a 459 punti il differenziale tra titoli italiani e tedeschi. I titoli di Stato decennali italiani promettono rendimenti al 6,29%, malgrado gli acquisti della BCE. Record anche per i titoli statali tra i 2 e i 5 anni. Miliardi di interessi passivi in più. La BCE è la banca dell'Unione Europea, che c'è nonostante Berlusconi non lo sappia, ed è presieduta da Draghi. Non sono peraltro state le parole di Berlusconi contro l'euro a provocare il crollo delle borse, specie quella di Milano. Non è così potente, neppure quando distrugge il suo stesso paese. I greci decideranno, tramite referendum, se accettare gli ordini di Francia e Germania. Questo è grave, e fa pensare che il club dell'euro traballi. La moneta unica rimane, ma non è per tutti, forse neppure per noi. Berlusconi non capisce cosa succede, ma del resto lui senza prostata non dovrebbe neppure fare sesso sfrenato. La Cina vorrebbe avere a che fare con un'Europa unica, ma solo in certi casi. Per parassitarci, preferisce la nostra disunità. Forse la soluzione, per Francia e Germania, è proprio di buttare fuori i pesi morti: Grecia ed Italia di sicuro. Che questi due paesi, la cui grandezza si perde nell'antichità millenaria, tornino alle loro monetine, per vedere se così riescono ad entrare nell'Africa. Forse Berlusconi sta pensando di lasciare la nave che affonda, per non fare la fine del suo amico Gheddafi, ma i suoi tirapiedi gli dicono di reggere, perché molti di loro perderebbero la pensione. Napolitano dice e non dice di levarsi dalle palle, dato che la nostra vantata Costituzione stabilisce che il presidente della repubblica sia eletto da una maggioranza burgara, proprio perché conta poco o niente. Qualcuno scappa da Forza Italia, che adesso di chiama PdL. Sembra che non risaliremo la china se Berlusconi rimarrà lì a scrivere letterine insipide. Ma chi, dell'opposizione, farebbe il premier d'emergenza? Bersani? Non comanda neppure nel suo partito. Quelli della Lega cercano di dare tutta la colpa al sud, come se al nord nessuno evadesse le tasse. Non dividiamoci ulteriormente. Il problema dell'Italia è che è diventata nazione molto dopo Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Una nazione creata con un'invasione militare, sponsorizzata dai britannici, per abbattere il regno delle Due Sicilie, non per "liberare i popoli". Una nazione di individualisti, spesso con le pezze al culo, che non capiscono l'Italia, figuriamoci l'Europa.

domenica 23 ottobre 2011

PARTITI TRIBALI

In Italia ci sono partiti e partitini. Il maggioritario doveva ridurre la frammentazione, ma non ha funzionato, anche perché, una volta arrivati in parlamento, gli eletti fanno quel che vogliono. Pannella nomina segretari fittizi, ma è lui il capo dei radicali, ed il padrone indiscusso della baracca. Berlusconi ha convertito la sua ditta di venditori di pentole in un partito, con i risultati che vediamo. Se gli fanno girare le palle, lui li licenzia. Bossi è ancora il capo della Lega, sebbene Maroni sia abbastanza agitato. Bossi è talmente sicuro di essere il padrone del partito, che si porta dietro il bambinetto. Da perito industriale per corrispondenza a leader politico, grazie ad un elettorato molto poco critico! Di Pietro è uscito dalla magistratura quando disponeva della propulsione giusta per creare lui stesso un partito personale. Fini, Casini, Rutelli e Lombardo sono tutti e quattro padri padroni di altrettanti partiti o partitini, che costituiscono il Terzo Polo, quando non si muovono da soli. Vendola è un altro che piazza il suo nome nel simbolo del partito, per fare capire chi comanda. Storace ha occupato un posto lasciato libero a destra; il suo partitino è il suo, perché in Italia è più facile buttarsi in politica che aprire un'attività produttiva. Ultimo, di una lista che tende ad essere incompleta, c'è Scilipoti, che qualcuno ha fornito dei soldi necessari ad inventare l'ennesimo partitino. Con questo, sono undici i partiti italiani personalizzati! Temo di averne dimenticato qualcuno, ma il concetto è chiaro: occorrono tantissimi soldi per aprire sedi, fare convegni, pagare spazi mediatici. Secondo me, in qualche modo, li paghiamo noi. Del resto, finanziamo senza poterlo evitare, anche numerosi giornali fasulli, di questo o quel partitucolo. Impariamo dagli arabi, che hanno fatto fuori i loro dittatori, e si apprestano a votare in maniera convinta. Loro sono il nuovo che avanza, noi siamo roba vecchia. Bersani non è il padrone del PD, ed ha la faccia di uno che sia capitato lì per caso. Nel PD però ci sono talmente tante correnti, che c'è da beccarsi la polmonite. I "giovani", che nel PD devono avere almeno quaranta anni, fanno incazzare la Bindi, quando dicono di volere limitare le legislature a tre! Povera donna! Dovrebbe già essere rottamata da anni!

giovedì 20 ottobre 2011

Il 20 ottobre

La data del 20 ottobre verrà ricordata per la morte di Gheddafi, ma anche per la nascita della figlia di Carla Bruni e di Sarkozy. La designazione del nuovo governatore della banca d'Italia fa altresì notizia, giacché, tra i tre litiganti, a godere è stato un quarto: il napoletano Ignazio Visco. Che lo abbia voluto Napolitano? Gheddafi è stato ammazzato da un guerrigliero ventenne (o un diciottenne) a Sirte. Lì era nato, lì è morto. Dittatore per quarantuno anni, ora è un cadavere esposto in una moschea. Stava rintanato in un buco, e pare abbia provato ad arrendersi. Un suo ministro ed alcuni suoi figli hanno fatto la stessa brutta fine. Ma quanti erano sti figli? Ed ora chi bacerà la manina Berlusconi? Ha detto: "sic transit gloria mundi", come dire che fortuna e gloria sono cose transitorie. Ora aspettiamo con ansia che anche lui si levi dai coglioni! Transitoria potrebbe essere anche la fortuna di D'Alema, che è indagato per appalti Enac. La figlia della Bruni è la quinta della famiglia allargata di Sarkozy. Auguri! Forse non sarà eletto, ma avrà modo di fare il papy. Altro evento che farà ricordare il 20 ottobre 2011 è l'allagamento di Roma: le fogne non hanno retto, un uomo è annegato. Alemanno non ammette alcuna responsabilità: così peraltro farebbe e fa ogni sindaco italiano. Crollano palazzine fatiscenti, la gente muore schiacciata, ma di commissariare certi incapaci non se ne parla. A Roma, probabilmente le fogne risalgono all'impero, ma da allora presumibilmente non le hanno mai pulite!

domenica 16 ottobre 2011

MILITARMENTE TROPPO SCARSI

Ieri, cento o duecento teppisti hanno messo a ferro e fuoco Roma. Poliziotti e carabinieri erano sicuramente di più, ma più che darle le hanno prese. Paghiamo poliziotti e carabinieri per arrestare la marmaglia, non per finire in ospedale: trenta manifestanti e centocinque sbirri! Si vedeva che le forze dell'ordine erano prive di qualsivoglia guida strategica. Sono stati buttati in piazza allo sbaraglio, contro marmaglia molto più organizzata. La marmaglia sembrava l'ordine; gli sbirri sembravano il caos. Con tutti quei grossi camion, che correvano, rischiando di investire ed uccidere i manifestanti. Chi è stato a pensare che fosse una furbata buttare acqua dai camion blindati? Forse uno che lavorava nella nettezza urbana, e lì dovrebbe tornare. Dopo troppe ore, poliziotti e carabinieri hanno capito di dover bloccare gli accessi alla piazza, per arrestare i teppisti. Peccato che se ne fossero andati quasi tutti. Maroni dice che prefetto e questore si sono comportati bene: nulla di più sbagliato. D'accordo che il nostro esercito non vince una guerra da ottanta anni, ma ci voleva tanto a mandare in piazza paracadutisti e lagunari: quelli pestano di brutto. Se gente pagata per difenderci non riesce a farlo, anzi rischia di lasciarci le penne, assumiamo dei picchiatori di professione. Così, giusto per evitare di fare figure di merda su tutti i tg ed i giornali del mondo.

sabato 15 ottobre 2011

NELLA TESTOLINA DEI RICCHI

Io, che ricco non sono, ho cercato di immedesimarmi nella testolina di chi ricco sia nato. Facile per noi poveri dire che i ricchi sono degli stronzi, senza capire lo stress di chi sia costretto a vivere in una villa in collina, invece che in un trullo, una caverna, una palafitta o un bilocale a Torino Mirafiori. Da noi poveri, la società si aspetta che andiamo a lavorare in qualche officina, o in un campo a zappare, o in un ufficio a leccare il retro dei francobolli. Da un ricco, i genitori si aspettano che diventi medico, ingegnere, politico, o tutte e tre le cose assieme! Un ricco, appena capisce che il panorama che si vede dalla sua villa è più bello dei cortili delle case popolari, sviluppa la convinzione di essere un predestinato. Quando accerta che il papy è un dirigente o un imprenditore o un magnaccia, o tutte e tre le cose assieme, il bambino ricco si sente superiore al bambino povero. Non è colpa sua, povera bestia. Gli indiani, quelli dell'India non quelli che le penne in testa, accettano la predestinazione e le caste. Perché noi rompiamo le palle ai ricchi, scendendo in piazza, a fare a pugni con altri poveri in divisa? Possiamo mica pretendere che i ricchi scendano in piazza per fare a pugni con noi poveri! Ci mandano carabinieri e poliziotti, che percepiscono un salario da fame come noi. Perché non sono predestinati, perché non appartengono alla razza dei bramini, perché chissà cos'hanno combinato in una vita precedente per meritarsi di fare i poliziotti o i carabinieri. Adesso anche in America, dove i ricchi hanno mediamente un reddito che è cinquanta volte quello dei poveri, c'è gente che si indigna. Gente che non capisce quanto sia difficile essere Paris Hilton, che non è un'attrice, non è una cantante, non è una modella, e non è neppure bona! Hilton è il nome di una catena d'alberghi. E allora? Che colpa ne ha la sciocca biondina? I ricchi erano più contenti quando noi poveri cercavamo di imitarli. Pasolini disse che la classe operaia si omologava, o per meglio dire ci provava, travestendosi. In quel periodo, i ricchi fecero il '68, che più avanti fruttò loro tanti bei prestigiosi posti di lavoro, assegnati in base alla tessera di partito. Ancora adesso ci scontriamo con qualche cretino, laureato con un voto politico in quel periodo. Ma in realtà noi siamo ingiusti verso i ricchi. Berlusconi, che è uno ricco, capisce le sofferenze della sua categoria, e ne ha portati al governo a camionate. Cosa possono capire del prezzo della frutta, o della sua provenienza messicana? Non è colpa loro. Loro a fare la spesa mandano la serva! Studiare all'università è sempre più costoso: roba da ricchi. Come se loro avessero capito che un povero istruito rischia di diventare molto più aggressivo di uno ignorante. Le spese di iscrizione il governo le ha aumentate per il nostro bene, perché ci accontentiamo di vestirci da fighetti, e compriamo la Golf a rate.

venerdì 7 ottobre 2011

PER NON DIMENTICARE

La popolazione è abituata a rispondere ad input elementari, come accade ai topi che si muovono nei labirinti: giochi per ricercatori scemi. Risultato di questo condizionamento, degli uomini e dei topi, è la scarsa capacità di concentrazione. Infatti il topo, colpito da una scarica elettrica a basso voltaggio, scappa, senza perdere tempo in chiacchiere. L'uomo la donna leggono i cartelloni pubblicitari, che agiscono sulla parte meno intellettuale del cervello, e decidono di comprare un prodotto se il messaggio è sufficientemente ingannevole. Avendo acquisito, nel corso della sua evoluzione, un tempo di attenzione standard di alcuni minuti, l'essere umano tende a dimenticare molte cose. Esiste un reset automatico, che è utilissimo a chi sta al governo, e racconta di non avere mai fatto cazzate. Gli omicidi, specie quelli ai danni di ragazzine e ragazzini, creano molto clamore nei primi giorni. Poi i tempi delle indagini spengono quasi completamente l'attenzione del popolo bue. Detto popolo bue cancella quasi completamente dalla memoria gli insuccessi degli investigatori. Così i criminali possono farla franca, e continuare a delinquere. C'è il caso di quella ragazzina, seviziata ed abbandonata in un prato, che è morta di freddo durante la notte. Ci sarebbe da chiedersi perché non siano stati impiegati i cani, nella sua ricerca, invece di coinvolgere dei rimbambiti che in una mano tenevano una torcia elettrica, e nell'altra un bottiglione di vino. Lei è morta, e l'assassino è a spasso, nonostante la prova del DNA sia stata fatta a tutti gli abitanti del paesotto, quadrupedi compresi. In questi giorni abbiamo altresì scoperto che un tizio che aveva patteggiato il concorso nell'omicidio di una studentessa, quella notte si è fatto aiutare da un fantasma, giacché i due ragazzotti prima indagati sono risultati estranei. Qualcuno ha sottolineato come le forze di polizia non abbiano un protocollo da seguire, in caso di omicidio, per evitare che qualcuno inquini le prove. Accade che, invece di recintare la zona, la si renda accessibile quasi subito ai curiosi. Poi, a distanza di molti anni, il furbastro di turno riapre le indagini. Il tutto contribuisce a convincere gli stranieri dell'idiozia galoppante che pervade le nostre istituzioni ed il popolo che le esprime.

giovedì 6 ottobre 2011

FIAT DIPENDENTI

Marchionne ha dichiarato che la FIAT uscirà da Confindustria. Marcegaglia, che di Confindustria è il presidente, ha affermato che i motivi addotti da Marchionne non la convincono, ma del resto Confindustria è una libera associazione. Il danno d'immagine è però notevole, giacché la FIAT non è una tra le tante aziende, bensì quella che determina il bello ed il cattivo tempo in Italia. La FIAT ha trainato il boom economico degli anni sessanta, o giù di lì. Dopo la morte degli Agnelli, però la famiglia ha dimostrato più volte di non essere innamorata dell'auto, ma solo dei miliardi che sono stati ormai incamerati nelle banche di tutto il mondo. La famiglia Agnelli, annessi e connessi, vuole chiudere la baracca. Se questa non è la sua volontà, ci sta riuscendo benissimo lo stesso. Marchionne è riuscito a fare litigare i sindacati tra loro, e ad imporre svantaggiose condizioni di lavoro per gli operai. Come dire: "se non vi piace, quella è la porta". Data la fame di lavoro, la maggior parte degli addetti ha inghiottito il rospo. Marchionne rilancia, non soddisfatto che la legge adesso consenta di licenziare chiunque, cavandosela con un indennizzo da contrattare con i sindacati più venduti. La FIAT registra cali di vendite finanche in Brasile, dove aveva investito sul serio; non per finta come in Italia. Gli operai sono in agitazione, dato che tra breve chiuderanno alcuni grossi stabilimenti FIAT, ed altri continueranno a far finta di assemblare modelli di auto che quasi nessuno compra. Se il ministero dello sviluppo economico non fosse un'altra delle cortine di fumo berlusconiane, potrebbe recuperare i cassintegrati, FIAT e non solo, per produrre auto elettriche. Dal 2012, la Renault, per fare un esempio, lancerà sul mercato non meno di quattro modelli di auto elettrica. I prezzi saranno estremamente interessanti. Molto inferiori di quelli di utilitarie elettriche nostrane, acquistate solo dagli enti pubblici. Tanto paga Pantalone. La FIOM, con tutti quei bei soldini delle tessere sindacali, che tutti i mesi le arrivano in cassa, come mai non finanzia una cooperativa di operai dismessi? La FIOM ha bisogno che qualche miliardario Agnellino le regga il moccolo? La dipendenza psicologica dell'Italia dalla FIAT denota quanto sia complessivamente stupido questo popolo. Unici al mondo hanno il monopolio in patria, e, non soddisfatti, vogliono finire di distruggere la nostra economia. Se i metalmeccanici non concepiscono che un'auto possa montare un motore elettrico, per prima cosa inizino a smontare quello a combustione da un qualsiasi modello esistente. A questo punto basta collegare le ruote al nuovo propulsore. Troppo difficile?

domenica 2 ottobre 2011

L'indignato Della Valle

La Bindi, presente ad uno degli innumerevoli congressi di corrente, associazione, fondazione, che rallegrano le domeniche agli italiani, ha ricordato che il lavoratore dipendente ha un reddito mensile di poco più di mille euro. Poteva anche dire che il lavoratore dipendente "tipo" da lei evocato ha un salario che è un ventesimo del suo, e molte meno agevolazioni. Nonostante questo, in Italia non abbiamo gli "indignados" come in Spagna, in Grecia e negli Stati Uniti. In Italia, si indignano i ricchi, non i poveri. Della Valle ha comprato, con i suoi soldini, pagine sui giornali, per dire ai politici che si devono vergognare. Negli Stati Uniti, la gente si sta scocciando dei super-ricchi, che hanno fatto colare a picco troppe famiglie, con ipoteche sulle case e mutui assassini. La Bindi, ieri sedeva fianco a fianco con un tale Profumo. Che fosse quel Profumo? Il super-banchiere, che il PD vuole cooptare, per inserirlo nelle sue liste proletarie? Il PD è peraltro un partito strano, anche per altre cose. Dopo che Vendola e Di Pietro hanno mobilitato le loro forze per il referendum abrogativo della legge elettorale, quelli del PD hanno plaudito. Che abbiano partecipato anche loro alla raccolta delle firme? Della Valle ha sostenuto che i ministri di Berlusconi sono incompetenti, ma anche che i politici dell'opposizione sono confusi. Per quel che concerne il PD, ha ragione di sicuro. Invece, per quel che concerne Vendola e Di Pietro, suggerisco maggior ottimismo. Resta da vedere se riusciranno ad evitare una riedizione dell'Ulivo o dell'Unione, insomma un ritorno di Prodi!

giovedì 29 settembre 2011

L'IMPORTANZA DEGLI IMBECILLI

Quando ci capita di avere che fare con un premier, che ci fa fare figure di merda anche all'estero, ci viene automatico chiedere: "chi lo ha votato quello lì?". Dopo lunghe riflessioni, la conclusione è che, per lui come per tutti i politicanti, esistono almeno due tipi di elettori: i convinti e gli imbecilli. Convinti ce ne sono a destra, sinistra ed addirittura al centro. Convinti perché al momento ci pare che quella persona rappresenti bene noi e quelli come noi. Convinti perché ci piacerebbe fare quello che fa lui, con tutte quelle donnine, che no, non si dica mai, non sono zoccole! Ci ricorda il duce? Può darsi. Il duce ci ha fatti finire in guerra contro l'Unione Sovietica? D'accordo, ma è acqua passata! Credo però che la maggior parte dei convinti lo faccia per tornaconto concreto, non bubole pseudo-fasciste o pseudo-comuniste, o pseudo qualche altra cosa. Il convinto è intelligente. Amorale, ma intelligente. Il convinto capisce quando la nave affonda, e, come una banderuola, si gira dall'altra parte. Il convinto lo recuperi, l'imbecille no. Alfano lo recuperi, Maroni lo recuperi, Calderoli lo puoi lasciare perdere, ma neppure lui è imbecille. Gli imbecilli pericolosi sono quelli che votano a naso: a fiuto come i cani che si fermano ad annusare le pisciate altrui. Un imbecille annulla il voto di un convinto, perché purtroppo c'è il suffragio universale. Non è questione di democrazia: l'imbecille danneggia anche te; digli di smettere! Gli imbecilli sono giovani e vecchi, nordisti e sudisti, spalmati da destra a sinistra, a rappresentare uno zoccolo duro. L'unica cosa dura è però la loro testaccia di cazzo. Sanno di poter votare, e lo fanno per recare danno, per dimostrare di esistere: sputtano ergo sum! L'imbecille cambia voto in base al vento, ma nessuno riesce a capire come funzionino quei piccoli cervellini semi nuovi, ancora avvolti nel collophane, come i divani appena consegnati. Gli imbecilli sono presenti più tra i poveri che tra i ricchi. Ricchi scemi ce ne sono pochi, e se ci sono non durano a lungo. Gli imbecilli hanno scarsa scolarità; quindi per evitare che l'imbecillità si propaghi bisogna estendere la scuola dell'obbligo al diploma, non ridurla ad un anno dopo le medie, come propone il governo. Che la maggioranza attuale conti e speri nel voto degli imbecilli? Tra dieci anni, i bambini che adesso ne hanno otto voteranno. Speriamo in loro. Tra dieci anni, gli imbecilli più vecchi saranno andati a fare compagnia ai vermi. Meno male che gli imbecilli non vivono più dei convinti: sarebbe un'ennesima ingiustizia. Per gli imbecilli più giovani c'è poco da fare, eccetto auspicare che si spiaccichino in massa contro i platani, al ritorno dalla discoteca, fumati e drogati.

martedì 27 settembre 2011

I NEUTRINI ED EINSTEIN

I neutrini sono più veloci della luce. Un esperimento ha dimostrato che dette particelle attraversano la materia come se non ci fosse. Sparati a oltre settecento chilometri di distanza, sono arrivati prima della luce propriamente detta. Il vecchio Einstein aveva sostenuto che, in un universo finito, la luce detenga il record di velocità. I neutrini probabilmente dimostrano anche che l'universo è molto più grande di quanto ritenesse il fisico tedesco. Gli scrittori di fantascienza avevano già lavorato molto sul pezzo, cercando di risolvere il quesito: come superare l'odiata barriera dei trecentomila chilometri al secondo? Infatti, con quella velocità, nello spazio si combina proprio poco. Nel sistema solare, potrebbe servire raggiungere velocità quasi pari a quella dei fotoni. Infatti muoversi alla velocità della luce, in mezzo a pianeti ed asteroidi rischia di produrre grossi guai. Oltre il sistema solare invece la luce impiega più di un anno per raggiungere la stella più vicina. Einstein ci aveva tirato un grosso pacco: l'impossibilità pratica di colonizzare qualunque globo oltre Plutone. Con i neutrini ci avviciniamo alla fantascienza. Quelli di Star Trek viaggiavano già a velocità inimmaginabili, saltando a piè pari Einstein. Scrittori, che non volevano urtarsi con la fisica ufficiale, ipotizzarono l'esistenza del sub-spazio, dove nessuno conosce il fastidioso tedesco, e le astronavi vanno ovunque in ore o al massimo giorni. Meno male che i neutrini sono tanto veloci. Forse ora potremo raggiungere un pianeta simile alla Terra, avvistato recentemente a qualche decina di anni luce di distanza, senza costringere gli astronauti ad un'animazione sospesa di lunghezza assurda. La verità era però sotto gli occhi di tutti: il piccolo Kal El giunse sulla Terra bambino, perché la sua navetta lo condusse a noi, da Krypton, in un tempo contenuto. Avesse viaggiato per anni, sarebbe arrivato già in versione adulta: Superman!

domenica 11 settembre 2011

11 settembre 2010: terrorismo ed errori monumentali

Quattro aerei di linea dirottati contemporaneamente da 19 cammellieri armati di taglierini. Nessuna difficoltà ad accedere alle cabine di pilotaggio. Due bersagli colpiti su quattro, o forse due e mezzo. I terroristi avevano imparato a guidare gli aerei di linea negli USA; anche noi abbiamo le scuola guida, ma questo è ridicolo. Gli aerei sono sfuggiti tutti e quattro ai controllori civili e militari. Migliaia di addetti a tempo pieno, addestrati in college prestigiosi ed università mitiche, che si sono addormentati tutti assieme. Un piano criminale quasi a costo zero, che, a parlarne prima, avrebbe suscitato le risate di chiunque. I caccia sono finalmente intervenuti, ma a tempo ampiamente scaduto. I pompieri hanno dimostrato che le scale potevano essere usate per evacuare le persone presenti nelle torri. Ma gli “esperti” non avevano capito che il fuoco avrebbe fatto collassare velocemente i piani sovrastanti l’impatto, che sono precipitati sui sottostanti. Morte, più che altro nel crollo, quasi tremila vittime, tra cui quattrocento pompieri e poliziotti mandati allo sbaraglio. L’Iraq non c’entrava coll’attentato, ma i Bush avevano un conto in sospeso con l’ex amico Saddam, ed alla fine sono riusciti ad impiccarlo. Il terrorismo internazionale ha continuato a trovare gente disposta a farsi saltare in aria, pur di uccidere cristiani e musulmani. Dopo anni di guerra in Afghanistan e seimila soldati USA caduti, oltre ad un numero sicuramente multiplo di civili innocenti, le truppe speciali sono riuscite ad ammazzare l’altro ex buono Bin Laden. Gli americani si sono dimostrati decisamente ipocritici. Essere nazionalisti funziona, ma la guerra non è la soluzione a tutti i problemi. Fare i cow boys planetari funziona a patto che non ci si faccia poi beccare con le braghe calate a casa propria. Si tratta di dati di fatto, non di pareri.


sabato 10 settembre 2011

Bersani: rispetto ragassi, qui non si scherza!

Alle 18 di oggi, sabato 10 settembre, la RAI ci ha mostrato Bersani sudato. L'insolito evento è stato reso possibile dall'esposizione infelice del palco, che è stato bombardato dalle emissioni solari per almeno una ventina di minuti. Facile fare battute sul fatto che Bersani non risulta aver mai lavorato, quindi sudato, in vita sua; "lavoro" metalmeccanico, edile o in miniera, del tipo che riempie la bocca di quelli come lui. Ha comunicato agli italiani che il PD è un partito di governo, ma il poco fatto dai governi negli ultimi venti anni non è ad esso imputabile. Forse perché "PD" è l'ultima, ma forse non definitiva, denominazione del vecchio PCI. Ogni volta che cambiano nome, fanno finta di essere una forza nuova ed originale. Quindi tutte le cazzate le hanno fatte gli altri. Bersani non poteva però far finta di niente, a proposito del suo amichetto Penati, sebbene nessuno, trattandosi di un comizio, gli abbia posto una domanda in tal senso. Ha garantito che il PD è totalmente morale, ha un bilancio certificato, e ad ottobre, aprirà a Napoli una scuola per duemila giovani meridionali; così impareranno come si gestiscono le tangenti al nord. Bersani dice che il suo partito non ha dormito, come qualcuno potrebbe pansare: ha aiutato le donne, i sindacati, i referendari ed anche gli anziani ad attraversare la strada. Dicesi partito di servizio. In futuro, il PD replicherà il vecchio Ulivo, che chiamerà "il nuovo Ulivo"! Tutti saranno invitati, Berlusconi a parte; ma questi "tutti" dovranno sapere fin dall'inizio che i democratici sono compagni fino ad un certo punto. Il PD è un partito talmente grande e potente, che gli altri gli fanno una pippa! Bersani chiarisce che la gerontocrazia del PD è un'apparenza che inganna: in realtà sono tutti giovani, a partire dalla Bindi. E non hanno doppi incarichi, a partire da Fassino. Basta coll'antipolitica, che costringerebbe i "giovani" filosofi come Bersani a cercarsi un lavoro, o accontentarsi di uno di quelli che fanno già, oltre quello di parlamentare. Siamo la settima potenza, dice Bersani, ma nessuno ci crede, e non è più vero da tempi immemorabili (ammesso che sia successo). Sarebbe stato bello se ci avesse spiegato come mai i nostri cantieri navali chiudono. Ci pareva di aver capito che l'Italia fosse una penisola, abbastanza affacciata sul mare. Chiudono anche le industrie che producono alluminio, come se qualcuno avesse preso mazzette per favorire i concorrenti stranieri. Servirebbero anche panificatori e sarte, ma forse i nostri giovani disoccupati sono un po' troppo bamboccioni per abbassarsi a tanto.

domenica 28 agosto 2011

EX COMUNISTI, MEZZI PRETI, FILOSOFI E NEMICI DI TREMONTI

Sandro Bondi, figlio di un socialista, segretario della FGCI della Lunigiana, laureato in filosofia con tesi su un frate avversario del Savonarola, sindaco comunista a Fivizzano, nel 1994 incontra Berlusconi e diventa un suo fedele galoppino. Gli dedica alcune poesie, che fanno ridere un sacco di gente. Che sia un comico, come il più noto e quasi omonimo Boldi? Nel 2001, coordina la stesura di un libro fotografico sulla vita e le opere del cavaliere. Nel 2008, diventa ministro per i beni culturali. Nel marzo 2011, dopo alcuni crolli a Pompei, e dopo non essere stato sfiduciato alla Camera, si dimette, non sentendosi sufficientemente sostenuto dai suoi. In questi giorni, passato il mal di pancia, ha attaccato Tremonti, che ha ben altro a cui pensare. Passi per Brunetta, che dovrebbe essere un economista, ma un filosofo! Mi faccia il piacere! Se Bondi è l’arma segreta di Berlusconi per far fuori Tremonti, la ricrescita dei capelli gli sta mangiando il cervello. Un altro illustre filosofo che attacca sovente Tremonti, senza capire un piffero di economia e neppure di finanza, è Bersani, noto come: “e alora, ragassi!!!”. Bersani ha scritto una tesi su Gregorio Magno e sulla storia del cristianesimo. Forse voleva fare il prete, e un po’ si vede. Adesso è triste, perché le toghe rosse stanno scavando sulla tangentopoli del suo ex segretario politico Penati: anche i comunisti rubano, e non poco!

sabato 27 agosto 2011

LA SCUOLA DELL'OBBLIGO ED IL POPOLO BUE

Nel 2006, dopo troppi tira e molla, la scuola dell'obbligo in Italia è pervenuta alla soglia dei dieci anni! In questi giorni, il governo, nella persona di Sacconi, si vanta però di poter ridurre a nove quella che sembra essere una pena detentiva, a patto che il ragazzo inizi a fare l'apprendista. Che un governo di centro-destra voglia mantenere ignoranti i cittadini non mi stupisce, ma non mi pare che gli ex comunisti si comportino meglio. Gli ignoranti si bevono tutte le frottole sulle tassazioni necessarie, perché sanno poco e non si informano neppure. Quando la terza media rappresentava la soglia oltre la quale diventare "grandi", molti aspiranti membri del popolo bue iniziavano a tirare i remi in barca fin dalla prima media. Poi, passando attraverso alcune bocciature, con l'ausilio di insegnanti stanchi e cani, potevano finalmente bruciare gli odiati libri. Troppi caproni sono così riusciti a cavarsela imparando il meno possibile, compresa l'educazione civica, e non la conoscono neppure adesso. Il punto è che, con la terza media, pochi hanno finanche imparato a scrivere in maniera decente. Poi, cogli anni, hanno addirittura disimparato qualcosa. Non possiamo lamentarci del mal funzionamento dell'Italia quando continuiamo a maltrattare l'istruzione. Le nazioni che meritano la tripla A nel rating hanno tutte, da tempo, portato l'obbligo scolastico al diploma. Noi no, perché vogliano essere "furbi", non necessariamente intelligenti. Adoriamo i calciatori semi-analfabeti, pagati da cento a mille volte un operaio. Un operaio peraltro cretino, giacché poi li adora allo stadio, ed è triste se fanno sciopero. In Italia sembra proprio che essere ignoranti rappresenti un percorso per il successo.

giovedì 25 agosto 2011

Non il dio delle tempeste

Il papa ha invitato gli evasori fiscali a pagare le tasse, per una questione di equità nei confronti di tutti quelli che subiscono la trattenuta alla fonte. Poi però i radicali hanno puntato il dito contro le agevolazioni fiscali del clero in Italia. Il papa ovviamente non intendeva parlare né di se stesso, né dei suoi accoliti. Gli evasori sono sempre "altri". I radicali hanno fatto notare che il clero incamera la maggioranza dell'otto per mille, anche per ciò che concerne le quote trattenute a chi non abbia effettuato una scelta. Un bel miliardo di euro finisce così nelle casse del Vaticano, esentasse naturalmente. Il papa avrebbe potuto replicare che, da adesso in avanti, si sarebbe accontentato del quattro per mille, ma non lo ha fatto. Poi si è recato in Spagna, dove ad attenderlo c'erano molti supporters e numerosi contestatori indignados, che avevano da ridire sui costi sostenuti dalla Spagna per il festino papale. Il papa ha evitato di riprendere il discorso sugli evasori fiscali, giacché chi non ha peccato scagli la prima pietra, ma forse qualche peccatuccio potremmo ricondurlo al mancato francescanesimo dei preti, tutti compresi. Tutti presi dalle parole del papa, i giovani convenuti hanno scoperto sulla loro pelle che il dio di cui si parlava non è quello delle tempeste, giacché questo non ha potuto evitare che quello rovinasse la festa al suo papa. A meno che la pioggia a catinelle sulla moltitudine accaldata e sudata, sia stata inviata appositamente dal dio del papa, che pensava così di benedire tutti quei giovani supporters. Se non capiamo i preti, come possiamo illuderci di capire i loro dei?

venerdì 19 agosto 2011

Perché non cambiare mestiere?

Clamoroso ravvedimento della magistratura, nel caso del criminale albanese, che, guidando contromano in autostrada, ha ucciso quattro persone. Inizialmente, i magistrati avevano pensato che l'episodio potesse configurare un omicidio colposo. Poi, dopo alcuni giorni di insulti pesanti, hanno alzato il tiro. L'albanese è stato arrestato per omicidio con dolo eventuale. In pratica: il tizio ubriaco sapeva benissimo di poter ammazzare qualcuno, e ne ha accettato il rischio. Non come sparare sulla folla con una carabina, ma quasi. Con l'omicidio colposo, l'albanese poteva girare libero, come se avesse stirato quattro piccioni, ricci o gatti. Con l'omicidio "abbastanza" volontario, il delinquente è finito in galera. Maroni ha proposto di introdurre nel codice penale l'omicidio stradale; speriamo che lo facciano in fretta, giacché troppi innocenti sono stati assassinati da marmaglia, che circola a piede libero o, al massimo, si trova ai domiciliari. Un'osservazione sugli accessi in autostrada: nessun ostacolo fisico impedisce di entrare dalla parte sbagliata; verificare di persona. C'è un cartello, con una scritta "alt", ma stiamo parlando di delinquenti ubriachi e drogati, il più delle volte recidivi, che circolano a super-velocità a bordo di enormi suv. Suggerisco uno sbarramento che si apra solo quando le auto provengano dal corretto senso di marcia. Hanno inventato le fotocellule; applichiamo l'elettronica spicciola. Oppure impiegare delle lame d'acciaio, sporgenti dalla sede stradale, con un'inclinazione di una trentina di gradi, che rientrino solo quando le ruote le approccino dalla parte dello snodo, lacerando le gomme degli altri.

lunedì 8 agosto 2011

CHI GLIELO SPIEGA A QUELLI?

"Quelli" sarebbero i giovani "italiani": gente che rimane a casa con papà e mamma fino ed oltre i quaranta anni. Gente che, bontà sua, non vuole sporcarsi le mani, e lascia i lavori "gravosi" agli extracomunitari o ai neocomunitari, che sono molto meno schizzinosi. E loro, i neocomunitari, comprano le case in contanti, mica con le "farfalle". Chi glielo spiega a "quelli" che il divertimento non è un diritto costituzionalmente garantito? Che tra un po' mamma e papà non potranno più sborsare i soldini per i concerti e gli abiti firmati, perché la crisi internazionale è arrivata anche a casa loro? La mammina dice sempre: "divertiti figlio mio", ma la donnina non si chiede per quale motivo quel suo figlio debosciato dovrebbe avere diritto a divertirsi, non avendo mai lavorato in vita sua? Sono almeno dieci anni di troppo che noi italiani facciamo i ricchi, senza esserlo più. Sono almeno dieci anni che l'Italia precipita dal punto di vista economico. Gli Stati Uniti non hanno più la terza "A" dell'affidabilità economico-finanziaria. Germania, Gran Bretagna, Francia, Scandinavia ed Olanda le hanno tutte e tre. A noi ne è rimasta solo una, ma le previsioni sono al ribasso. I nostri interessi debitori sono molto più alti; debito pubblico, ma anche privato. Tutti gli italiani amano le finanziarie e le cambiali; in realtà, molte case degli italiani sono di proprietà delle banche. Un investitore preferirebbe darsi da fare in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Hong Kong, Lussemburgo, Liechtenstein, Svizzera, che hanno tre "A", piuttosto che da noi, che non riusciamo neppure a completare la Salerno-Reggio Calabria, ma vorremmo fare passare la metropolitana sullo stretto di Messina. Manca il ponte ed anche la metro, ma ci arriveremo, prima o poi (forse). Noi facciamo tutto per finta, e crediamo che gli altri siano pagliacci come noi, ma non è così. La Slovenia ha una "A" più di noi, come la Spagna; la Polonia ci ha quasi raggiunti, visto che da loro si assemblano le auto "italiane". I nostri bamboccioni non studiano e non lavorano, ma si divertono, sperando che i risparmi di mamma e papà siano senza fondo. Poveri cretini! Obama ha telefonato a tutti, ma non a Berlusconi, forse perché non voleva ascoltare le sue barzellette e non voleva parlare di zoccole. Berlusconi alla fine ha capito (più o meno) che la crisi ci ha investiti in pieno, ma lui continua a nominare ministri e sottosegretari. Di tagliare le province, le circoscrizioni, i parlamentari, i partiti non se ne parla. Dice che il "buco" lo hanno causato "quelli che c'erano prima". Strano. Pare di ricordare che Berlusconi sia sceso in campo da quasi due decenni, e che per almeno dieci anni abbia "guidato" l'Italia. Prodi ha fatto il resto. In molti parlano male delle agenzie di rating, ma, se non fosse per loro, non sapremmo quanto stiamo facendo schifo.

sabato 30 luglio 2011

CRISI FINANZIARIA E PROCESSO LUNGO

Zapatero ha annunciato le elezioni anticipate, rinunciando nel contempo a ricandidarsi. Non ha ancora cinquantun anni ed accetta di uscire di scena, come già fece il suo predecessore Aznar, alla stessa età. Zapatero riconosce di non essere più popolare come un tempo, e, con molta dignità, lascia il posto a chi sia scelto dal popolo. La crisi economica è un dato di fatto, non una chiacchiera. Zapatero non è un pagliaccio, che si aggrappi alla poltrona per il gusto del potere, o magari perché rischia la galera. Non risulta che la magistratura spagnola stia collezionando capi di imputazione contro di lui; per cui non ha problemi a mollare l'osso, in nome della patria. Evitiamo di sognare: Berlusconi, sebbene sia molto più vecchio di Zapatero, non ammetterà mai la sua inadeguatezza dimettendosi. Obama sta cercando di convincere i repubblicani che anche gli Stati Uniti rischiano grosso, giacché la crisi finanziaria è globale. Se rischiano gli Stati Uniti, figuriamoci gli altri. Se "falliscono" loro, figuriamoci noi. I politici italiani dovrebbero fare i salti mortali all'indietro, per evitare un rischio reale. Invece parlano di "processo lungo", che presuppone un'ulteriore disuguaglianza tra chi può permettersi fior di avvocati e chi no. I primi potranno tirare alle lunghe, portando tutti i testimoni fasulli che trovano. Gli altri, la maggior parte di noi, non possono assolutamente sostenere il prezzo delle parcelle degli avvocati, specie se la causa si protrae per anni. La marmaglia che abbiamo in parlamento si occupa anche di creare dependance dei ministeri nel nord Italia, giusto per rendere felici alcuni bottegai. Il nostro premier se ne frega della crisi economica; lui ha paura che, prima o poi, la magistratura lo sbatta in galera. Al momento, Berlusconi è stato costretto a sganciare centinaia di milioni a De Benedetti. Gli ex comunisti sono felici, perché De Benedetti è un imprenditore simpatico. Pare di ricordare che De Benedetti fosse il boss dell'Olivetti, prima che colasse a picco, ma non importa. Gli ex comunisti hanno la rogna come tutti gli altri, giacché le indagini su Penati hanno scoperto interessanti altarini: mazzette per il partito. Napolitano non ha accettato l'adeguamento del suo stipendio al costo della vita. I parlamentari italiani ovviamente non hanno fatto altrettanto.

lunedì 25 luglio 2011

IL RIDICOLO BUONISMO NORVEGESE

Il criminale, che ha tranquillamente massacrato a fucilate una novantina di persone, rischia al massimo 21 anni di carcere. Breivik, questo il suo cognome, sapeva benissimo di poter realizzare con relativa calma la strage che aveva progettato, dato che sull'isolotto c'era una sola guardia. Poi, a differenza dei pazzi stragisti d'oltre oceano, non si è sparato, e non è stato ucciso dalla polizia. Pazzo sì, scemo no: a 53 anni sarà a piede libero, perché il ridicolo buonismo del suo popolo ha cancellato dal codice penale tutte le pene detentive di durata superiore ai 21 anni. Una vera manna per i delinquenti seriali e di gruppo. Persino da noi, che siamo assediati dai frignoni e dai preti, l'ergastolo qualcuno ogni tanto se lo becca. In Italia non sarebbe potuto accadere, visto che polizia, carabinieri, finanza, ed altri tutori dell'ordine sono armati e capaci di usare le armi. Inoltre c'è un sacco di altra gente che gira armata, e un cretino così da noi di fucilate ne avrebbe sparate poche. Breivik ha usato proiettili a frammentazione, per fare il suo macabro tiro a segno. Non sono stupito che ci siano dei pazzi stragisti; sono stupito di quanto siano cretine certe persone, che si ritengono "civili". Innanzitutto, nei paesi seri, le forze di polizia sanno che certi elementi non si devono catturare vivi, per evitare che gli idioti buonisti li difendano. Io i buonisti li metterei in cella con i sodomiti ed i tagliagole. Rischierebbero il culo, non le palle, visto che non le hanno. Per essere gli eredi dei feroci vichinghi, mi pare che i norvegesi siano dei cacasotto. Noi siamo i figli degeneri degli antichi romani, ma i norvegesi stanno peggio di noi. Speriamo che si sveglino.

martedì 12 luglio 2011

ECONOMIA E FINANZA

L'economia nasce come studio delle risorse, al fine di utilizzarle al meglio. La finanza invece si occupa di denaro e di titoli. Il denaro dovrebbe corrispondere alle risorse reali. I titoli di credito o di debito dovrebbero corrispondere al denaro. Dovrebbero ma non è così. Lo scopo della finanza è quello di attribuire più importanza alla carta che alla risorsa che rappresenta. Nell'antichità, una moneta d'oro aveva un valore intrinseco: era fatta con un metallo prezioso. Oggi la banconota ha la credibilità dello Stato che la emette. Passando dalla lira all'euro ci siamo illusi di incrementare la nostra credibilità, senza pensare che quello che conta è la merce commercializzata, non il sentito dire. La Grecia è in malora perché produce poco o nulla che si possa vendere. La crisi economica di cui si parla è in realtà più che altro una crisi finanziaria, che nasce dall'eccessiva importanza attribuita alla borsa. Un bene reale vale a prescindere che se ne parli bene o male. Un titolo può fluttuare in una maniera terrificante, giacché quello che afferma è comunque aria fritta. Se noi avessimo una solida produzione di qualcosa, potremmo fregarcene di tutti i briganti di tutte le borse del mondo. Subiamo viceversa gli effetti di tutte le speculazioni, anche quelle più ridicole, proprio perché consentiamo ai nostri industrialotti (leggi Marchionne) di spostare all'estero la produzione. Così la plus valenza dell'ultima FIAT (che in realtà è una Chrysler con un frontalino differente) viene realizzata in Messico, non in Italia. Fanno ridere quei cretini che inneggiano alle scarpe italiane vendute in tutto il mondo. Quanta ricchezza arriva in Italia, al seguito di quelle vendite prodigiose? Bazzecole! Da noi funziona male anche l'agricoltura, e questo è l'inizio della fine, giacché, se non riesci a venderlo, il prodotto agricolo te lo puoi mangiare. L'agricoltura è fondamentale; da essa parte l'industria metalmeccanica veramente utile: i trattori, con annessi e connessi. Un fallimento finanziario manda in malora impianti che potrebbero continuare a produrre. L'unico modo per evitare che simili idiozie si verifichino, è di chiudere le borse. Che quei coglioni agitati ed incravattati vadano a giocare da qualche altra parte.

venerdì 8 luglio 2011

La battaglia d'Inghilterra insegna

I tedeschi, nel 1940, avrebbero probabilmente ridotto la durata della guerra, se avessero invaso la Gran Bretagna, invece di bombardarla. La storia riporta che, a fronte di una tecnologia aeronautica pressoché assimilabile, ma con un minor numero di velivoli, gli inglesi respinsero l'offensiva tedesca. Questo significa che il fattore campo è molto importante. Levarsi in volo per intercettare è più facile che sorvolare terre e mare per attaccare. Inoltre la guerra aerea costa molto di più, in termini di risorse economiche, e non la si può protrarre per troppo tempo: mesi, non anni. Se i tedeschi fossero sbarcati in Inghilterra con i loro panzer, ci sarebbero state molte più vittime tra i civili ed anche tra i militari. Sarebbe però stata una guerra vera, di quelle di posizione, di avanzata e ritirata. Invece, per oltre cento giorni, i caccia delle due parti si scontrarono in cielo, in una disputa abbastanza sterile, e la superiorità numerica dei tedeschi non servì loro a vincere. Si fossero scontrati su terra, la superiorità numerica avrebbe viceversa fatto la differenza. La battaglia d'Inghilterra dovrebbe insegnare, ma non lo fa. Altrimenti gli strateghi della NATO ci dovrebbero spiegare come mai non hanno ancora invaso la Libia via terra. Forse perché non si tratta di guerra, ma di qualche altra cosa? Napolitano è un presidente della repubblica capace, ma non ci racconti che quella che stiamo facendo in Libia non è una guerra. Non ci prenda per stupidi! Quella pagliacciata ci costa molto di più di quel che dovrebbe, e non siamo ancora riusciti a mandare via Gheddafi. Tutte queste guerricciole costano un numero spropositato di miliardi, ma la guerra è una cosa seria e sporca: si vince o si perde, combattendola a terra, non in cielo. Una nazione non ricchissima dovrebbe puntare sugli incursori, che tra l'altro abbiamo, e non su missili più o meno intelligenti, che costano un milione l'uno. Gli israeliani, che sono furbetti, hanno navi piccole, veloci e bene armate, non portaerei sotto misura, perché di più non possiamo permetterci. Gli israeliani, che sono circondati da nemici veri, non vanno in giro per il mondo ad "esportare la democrazia". I loro tank sono sempre pronti, a volte le prendono, ma quasi sempre le danno. Avessero avuto tempo da perdere, loro Gheddafi lo avrebbero già bastonato, anche da soli.

mercoledì 6 luglio 2011

NOI E TUTTI GLI ALTRI MERIDIONALI

Per motivi probabilmente riconducibili alla temperatura, i popoli del nord sono più laboriosi di quelli del sud. Al nord, se non chiudi la porta entra una bufera di neve, ma anche orsi e lupi affamati. Al sud, se stai buono e calmo nel tuo trullo, sopravvivi alle ore più calde del giorno. Poi esci e raccogli le cime di rapa. Noi del nord Italia guardiamo male quelli del sud, ma loro eccepiscono che l'unità d'Italia l'hanno imposta i Savoia. Gli italici da Roma in giù sarebbero volentieri rimasti vaticani e duosiciliani. In Calabria avevano un'industria siderurgica di prim'ordine, prima che Garibaldi si facesse la sua scampagnata. Al nord siamo più laboriosi, ma gli Agnelli non avrebbero potuto costruire tutte quelle 500, 600, 850, 1100, 124, 125, 128 e via dicendo, contando solo sui piemontesi. Sui veneti forse, sui torinesi no di certo. I veneti sono "fasotutomì", quindi fanno tutto loro. I torinesi sono "bugianen", e pertanto si muovono poco. Gli altoatesini guardano male i trentini, ma sono a loro volta sudtirolesi. Quelli di Innsbruck guardano giù e dicono: "quanti terroni!", ma lo dicono in tedesco. I lumbard erano i terroni degli austriaci, e forse lo sono ancora. Al di là delle premesse, l'essere meridionali scoccia quando ti dicono che hai troppi debiti per stare in Europa, ma ti prestano lo stesso dei soldi, sapendo che non li restituirai mai. Prima o poi, i greci si venderanno tutte le antiche vestigia, per comprarsi da mangiare: pomodori e formaggio di capra. Forse i greci non sarebbero ridotti così, se non fossero infognati nell'area euro. Lo stesso si dica per gli spagnoli ed i portoghesi. Noi di sicuro viviamo ancora al di sopra dei nostri mezzi, e le mazzate grosse devono ancora arrivare. Forse dal 2013, forse prima. Noi, i greci, i portoghesi e gli spagnoli siamo i terroni d'Europa, e passiamo il tempo a ballare per le strade, invece di lavorare. Speriamo che il turismo ci risollevi, ma i turisti si sono scocciati di fotografare colonne che crollano da un momento all'altro. Si sono anche scocciati dell'immondizia indifferenziata, e presumibilmente di essere ammazzati per un Rolex. Al nord, gli unici sfigati come noi sono gli irlandesi; forse perché da loro piove e non hanno gli orsi. Quelli dell'est, che prima mangiavano solo patate, continuano a farlo, ma in più costruiscono le FIAT al posto dei torinesi, quelli veri e quelli importati. In Grecia ci sono sempre state cicale. Noi invece avevamo un'industria metalmeccanica di livello europeo, ed anche una siderurgia. I nostri politicanti, che non hanno mai lavorato in vita loro, pensano che tutto si risolva con la finanza. Dal loro punto di vista hanno ragione, ma le floride finanze a cui fanno riferimento sono le loro e quelle dei loro amichetti imprenditori all'italiana.

sabato 2 luglio 2011

BLACK OUT DI DICIASSETTE ANNI

Uccisa nel 1993, vendicata ieri, seppellita oggi: Elisa Claps. Ennesima dimostrazione di incompetenza degli italiani, perché a vendicarla sono stati i britannici. Restivo, assassino di Elisa, era riuscito a sfuggire alla "giustizia" italiana. "Giustizia" non a caso tra virgolette. Poi il delinquente si era spostato in Gran Bretagna, dove aveva ucciso un'altra ragazza. Stesse modalità maniacali. I britannici, che non a caso sono apprezzati e temuti in tutto il mondo, hanno sbattuto in galera a vita Restivo, dicendoglielo in faccia: "lei non uscirà più dal carcere". Un ergastolo da noi è quasi impensabile, neppure per la Franzoni di Cogne, che ha ammazzato il figlio. Neppure per i due delinquenti di Novi, che hanno assassinato mamma e figlio. Da noi non basta uccidere una persona per finire in galera a vita. Bisogna essere dei capi della mafia, della camorra o della ndrangheta, ed a vere ordinato stragi, con morti sciolti nell'acido o murati nei piloni autostradali. Rimarrebbe da capire come mai per diciassette anni il Restivo sia stato "graziato" in Italia. Come mai il corpo di Elisa Claps non sia stato notato, sebbene si stesse decomponendo all'interno di una chiesa di Potenza. Quando il governo parla di riforma della giustizia non è chiaro se si riferisca al licenziamento in tronco dei magistrati incapaci e corrotti. Cosa dice l'opposizione in merito? Nulla mi pare. Non è chiaro come mai nessuno stia cercando di comprendere quel black out durato diciassette anni. E noi italiani continuiamo con le nostre brave figure di merda. Ora Elisa avrà pace, ma non grazie a noi.

giovedì 30 giugno 2011

TAV o no TAV?

Il traforo ferroviario del Frejus, che ha 130 anni, è lungo 13,6 chilometri, tra Bardonecchia e Modane, con quota massima di 1335 metri. Il nuovo traforo, che ha messo in agitazione i no TAV, consentirà, a detta dell'architetto Virano, di trasportare merci attraverso le Alpi, senza bisogno di arrivare ad oltre 1300 metri di quota. In realtà, dice Virano, si tratta di alta capacità, non di alta velocità. Iniziare a bucare la montagna ai 750 metri di Chiomonte significa risparmiare tutta l'energia che i treni attualmente richiedono per raggiungere una quota di ulteriori 585 metri. Virano cita l'esempio della Svizzera, che evidentemente i buchi non li mette solo nel formaggio, ma anche nelle montagne. Loro asseriscono che i treni merci dovrebbero viaggiare in pianura, non in salita, per ovvi motivi. Lo scavo della cosiddetta TAV sarà affidato ad una fresa, tipo quella che ha realizzato la metropolitana a Torino, ma un po' più grossa. I lavori della metropolitana a Torino hanno creato disagi ed inquinamento ulteriori? Forse meno dei lavori eterni al passante ferroviario; per cui viene da chiedersi per quale motivo non abbiano impiegato anche in quel caso una bella talpa meccanica. Mi pare che Virano dica cose sacrosante; però mi chiedo come mai queste argomentazioni siano rese note solo in questi giorni, dopo anni di mal di pancia all'italiana. Spero che i treni non passino nei giardini delle case della Val di Susa. Auspico che i profeti di sciagure siano smentiti dai fatti, e si possa far parte dell'Europa, anche dal punto di vista dei trasporti su ferrovia. Non credo che attaccare briga con i poliziotti, in tenuta antisommossa sia una cosa da prendere in considerazione: loro sono pagati per dare bastonate, ed il loro mestiere lo sanno far bene. Potevamo evitare di iniziare i lavori l'ultimo giorno utile, se le forze politiche si fossero mostrate meno ambigue. Adesso sono tutte si TAV, eccetto qualche rifondarolo. I post comunisti non perdono occasione di parlare male della polizia, senza contare che i poliziotti sono salariati, e il compagno Pasolini li ha sempre preferiti ai rivoluzionari figli di papà.

sabato 18 giugno 2011

Brunetta contro la precaria comunista

Il ministrino, così definito per vie delle sue gambe corte, ha maltrattato una precaria, o una comunista? Può essere che sia stato il cognome della tizia, e non la sua occupazione, a scatenare i riflessi fulminei del sogghignante soggetto. Riflessi più veloci del pensiero cosciente: quanto serve a sopravvivere nella jungla. La piccola creatura però non ha incontrato la precaria in un contesto abitato da giaguari ed anaconda, bensì ad un convegno fino ad allora civilissimo. Quella precaria non è peraltro proprio il massimo della fame e della disperazione. C'è gente molto più precaria di lei. Quindi forse il suddetto ministrino è caduto in una trappola architettata dai perfidi comunisti. Gli amici della biscia dovevano aspettarselo, dopo i referendum, che li hanno bastonati per la seconda o terza volta nel giro di un tempo troppo breve per consentire loro di riprendersi. Quelli della Lega stanno cercando di scendere dalla nave che affonda. Adesso forse possono ancora allontanarsi a nuoto. Chiedendo quattro ministeri al nord, forse costringeranno il Berlusca a dismettere il suo sorrisino che tanto piace a quei pochi italiani che ancora ammirano il suo bunga bunga. Nonostante decine di milioni di votanti non abbiano votato, la maggioranza lo ha fatto, con i risultati che conosciamo: quattro sì! All'estero finalmente distinguono gli italiani dotati di cervello dall'ormai quasi scaduto premier.

giovedì 9 giugno 2011

FACCIAMO COME I TEDESCHI

Non ci sono dubbi che gli incidenti nucleari inducano l'opinione pubblica a diffidare delle centrali atomiche. Fortuna che detti incidenti non capitano tutti i giorni e neppure tutti gli anni. Che l'impiego dell'uranio per produrre energia elettrica sia, almeno all'inizio, conveniente è altrettanto vero. "Almeno all'inizio" significa però che ci saranno scorie da eliminare e centrali da smantellare. Questi sono costi aggiuntivi, che potrebbero azzerare tutto il risparmio iniziale. Quindi, dal punto di vista economico, è tutto da dimostrare che le centrali nucleari siano un buon investimento. Se qualcuno ci fornisse i dati di una gestione completa, potremmo fare due conti. Per come stanno le cose, pare che nessuno abbia ancora capito come eliminare le scorie e come dismettere le centrali. Di conseguenza, nessuno sa quanto possa costare. Come si suol dire. "qui casca l'asino", sperando che non si faccia male. Questo dal punto di vista economico. Dal punto di vista ecologico, il solo spauracchio delle scorie azzera qualunque discorso sulle centrali nucleari. Il problema con il nucleare è che assomiglia ad una torcia che si accende subito e produce tanta luce; però poi la torcia in questione non ne vuole sapere di spegnersi. La radioattività dura centinaia se non migliaia di anni. Se parliamo di inquinamento, forse la razza umana ha finalmente scoperto il modo di appestare l'ambiente per tempi veramente lunghi. Molto meglio dell'inquinamento da idrocarburi, da carbone, da metalli o da plastica. I tedeschi, che di solito sanno quel che fanno, hanno detto stop al nucleare. Contestualmente hanno avviato un programma serio per produrre energia elettrica dalle fonti rinnovabili. Collocheranno torri eoliche anche in mezzo al mare, oltre ai pannelli fotovoltaici che da qualche parte in Italia timidamente compaiono. Ci sono quelli che contestano le torri eoliche, in quanto deturperebbero il panorama. Questi signori potranno parlare solo dopo aver rinunciato al riscaldamento in casa, alla luce elettrica ed all'automobile. Vadano in bici, e si scaldino con il bue e l'asinello. I francesi, che si ostinano a sostenere il nucleare, rischiano di rimanere isolati in Europa. Se voteremo "sì" al referendum abrogativo sul nucleare, i francesi non costruiranno le centrali in Italia. Vero che, dovesse succedere qualcosa tipo Fukushima ad una centrale francese, noi saremmo coinvolti, data la contiguità territoriale. Altrettanto vero è che tra noi e loro ci sono le Alpi: uno sbarramento naturale, che, in certi tratti, supera i quattromila metri. In conclusione, costruire centrali nucleari non è un esercizio di coraggio, bensì un'ipoteca sugli anni a venire. E qui si parla di periodi molto, molto lunghi.

mercoledì 1 giugno 2011

Quel Gheddafi della mutua.

Ci siamo vergognati per lui e di lui, quando ha messo una mano sulla spalla ad Obama, e lo ha costretto ad ascoltare le sue lagnanze sulla sinistra e le toghe rosse. Qualcuno si è chiesto come mai uno che sostiene di essere un imprenditore di successo ed un uomo di mondo non conosca l'inglese. Obama era imbarazzato, di essere coinvolto in una tale crisi di senescenza e mancanza di senso dello Stato. Anche altri statisti si guardavano in giro, disorientati da quella sceneggiata. Quando Berlusconi si è recato a Napoli, per sponsorizzare Lettieri, Gigi D'Alessio ha rischiato che la gente mandasse a cagare anche lui. Poi il centro-destra ha perso definitivamente le elezioni amministrative. Berlusconi ha perso Milano, e De Magistris ha preso Napoli. Hanno vinto Vendola e l'IDV, non escludendo un apporto da parte dei grillini. Il PD ha capito di dover appoggiare De Magistris e Pisapia: un salutare bagno d'umiltà. L'impressione diffusa è che il berlusconismo sia alla frutta. Berlusconi forse è addirittura al caffè. La Lega ha perso roccaforti come Novara, patria di Cota. Bossi stesso rischia grosso, se continua ad appoggiare l'uomo di Arcore. Specie adesso che Berlusconi non riesce neppure più a fare eleggere uno dei suoi, come sindaco del suo paesello. Gli egiziani ed i tunisini hanno defenestrato i loro dittatori. I libici ci sono vicini. Forse noi, che abitiamo poco più al nord di loro, dovremmo imparare come si fa.

mercoledì 18 maggio 2011

ANCHE I RICCHI PIANGONO

Il primo turno delle amministrative ha rilanciato l'opposizione. A Milano, anche i ricchi piangono: La Moratti ha cercato di sputtanare Pisapia in tv, ma è stato un autogol. Un dossieraggio carogna: trovare qualunque cosa possa compromettere la credibilità del candidato avverso. Ma questa volta l'elettorato non è caduto in trappola, e la Moratti andrà al ballottaggio in svantaggio. Un effetto boomerang assolutamente imprevisto. A Napoli, De Magistris ha battuto il candidato del PD, ed adesso il PD dovrà appoggiarlo nel ballottaggio contro il candidato di Berlusconi. De Magistris potrebbe essere quel che ci vuole per Napoli: uno sbirro che raddrizzi milioni di schiene storte. A Bologna, ex roccaforte dei “rossi”, il PD ha evitato per un pelo il ballottaggio, e canta vittoria. A Torino, Fassino ha doppiato Coppola, nel senso che ha preso il doppio dei voti. Fassino non è di certo l'uomo nuovo, ma rappresenta la continuità con Chiamparino, che i torinesi hanno molto apprezzato. I torinesi si accontentano di avere una sola linea di metropolitana, peraltro incompleta. Sperano che la FIAT non chiuda del tutto, e che la Bertone produca delle Maserati. A Torino, la grande sconfitta è stata la Lega, che ha perso l'occasione di sfondare. Il fatto che Cota sia il presidente della Regione, ai torinesi non fa né caldo, né freddo. Che Torino fosse sinistrorsa, non è una scoperta. Che mezza Milano abbia votato per uno dell'estrema sinistra, costituisce invece una novità, che dovrebbe mettere sul chi vive Berlusconi.

martedì 17 maggio 2011

STATISTI PUTTANIERI

Dominique Strauss-Kahn, sessantaduenne, francese, ebreo, socialista, economista, deputato, ministro, candidato presidente, si è fatto beccare con le braghe calate. O meglio: ha fatto appena il tempo a tirarsele su, dopo avere tentato di stuprare una cameriera che ha metà dei suoi anni. Lei lo ha graffiato, e lui non ha fatto in tempo a fabbricarsi un alibi. Questo uomo intelligentissimo stupisce per la sua stupidità abissale: pagando avrebbe potuto permettersi qualsiasi zoccola da battaglia, anche molto più giovane. Che Strauss-Kahn non abbia sentito parlare di uno statista italiano molto quotato, che frequenta mignotte che hanno un quarto dei suoi anni? A uno come Strauss-Kahn dovrebbero ritirare la laurea in economia, perché ora, per risparmiare centinaia di euro rischia decine di anni di galera. E negli Stati Uniti chi viene beccato con le braghe calate, in galera ci va sul serio, mica come in Italia. Due sceriffi lo hanno portato ammanettato davanti ad un giudice, donna, che gli ha negato la libertà su cauzione. Tanto è meglio che si abitui agli spazi angusti. Qualcuno giustifica il pazzo in questione, che si è sputtanato la carriera e tutti gli anni che gli restano da vivere, riconducendo il suo operato al delirio di onnipotenza. Può darsi. Di sicuro uno così, senza andare a scomodare la psicoanalisi, lo possiamo definire senza tema di smentite: un gran coglione!

mercoledì 11 maggio 2011

Previsione terremoti

Un profeta di terremoti lo aveva detto: ci sarà un terremoto a Roma, il giorno 11 maggio 2011. Essendo un "profano" tutti lo abbiamo preso sotto gamba, ma in parte ci ha imbroccato, giacché il terremoto c'è stato in Spagna. Un terremoto non da poco: dieci morti, ma non si è verificato a Roma. Nella nostra capitale, i cinesi ci hanno creduto, chiudendo i negozi. Alcuni romani sono andati in campagna. Mentre scrivo, manca mezz'ora a mezzanotte; spero che il Colosseo non crolli prima di domani. Profano o no, il profeta suddetto pare ci avesse imbroccato altre volte, studiando i moti dei pianeti del sistema solare. Forse non era un pellegrino ed un Nostradamus fallito. Del resto, gli esperti "ufficiali" di terremoti quando mai hanno fornito informazioni in tempo utile per tagliare la corda prima che la crosta terrestre iniziasse a ballare? Proviamo gusto a levarci prima che arrivino gli tsunami, ma ci fregano quasi sempre.

venerdì 29 aprile 2011

Procuratori della Repubblica

Categoria di magistrati particolarmente odiata dal premier, in particolare quelli di Milano, perché hanno posto in essere innumerevoli tentativi di farlo finire in galera. Guariniello è un pm sul quale nessuno può eccepire, specie dopo il processo contro la ThyssenKrupp. Lui in precedenza si era occupato di amianto, ed era riuscito a dimostrare quanto possa essere pericolosa quella sostanza, non solo nei posti di lavoro. In generale, le procure della Repubblica si occupano della pubblica accusa, contro chi è sospettato di avere commesso un reato. Può essere una buona idea quella di separare le carriere di pubblico ministero da quella di giudice. Negli Stati Uniti, il pm è un vero avvocato dell'accusa, che rappresenta il popolo, quindi dal popolo è eletto. Da noi, nessuna forza politica lo propone; chissà come mai? Suscitano sconcerto i litigi tra le varie procure, quando in due o più indagano sullo stesso delitto. Possibile che una procura generale, competente per territorio, non possa o non debba attribuire ad una sola procura le indagini sullo specifico delitto? Su UnaBomber hanno indagato quattro procure. Risultato: l'unico sospettato alla fine è stato scagionato, ma non prima di essere riusciti a rovinargli la vita. La responsabilità civile dei magistrati è una cosa da attivare, per il bene dei cittadini. Sull'omicidio di Melania Rea indagano due procure, intralciandosi a vicenda. Il luogo del delitto è stato dissequestrato quasi subito, così un sacco di gente si è fatta un giro da quelle parti, distruggendo ogni prova residua. Non sarebbe male se il pm fosse un criminologo. Nulla contro i laureati in legge, ma un criminologo avrebbe evitato un errore così macroscopico. In effetti, basterebbe che i pm guardassero qualche telefilm americano, tipo CSI, per sapere che il luogo del delitto deve rimanere circoscritto ed isolato, fino alla fine delle indagini. Per gli scoop giornalistici c'è tempo. Tanto più che le due procure non stanno cavando un ragno da un buco, e le piste dopo 48 ore sono già fredde. Un criminologo sa che bisogna seguire la traccia più semplice, lasciando la fantasia agli opinionisti televisivi. La pista più semplice è quella del marito: che Melania sia stata uccisa da lui. Tanto più che sull'auto del marito hanno trovato tracce di sangue della moglie. Qualora venisse scagionato il marito, potrebbero prendere corpo altre ipotesi, tipo quello della "ramba" gelosa: un'allieva malvagia del caporal maggiore, che avrebbe condotto con le buone Melania nel bosco, per poi pugnalarla decine di volte.

domenica 24 aprile 2011

IMPROPONIBILI PAGLIACCI

Canale 5 ha trasmesso una serie di interviste ad un numero spropositato di rappresentanti di altrettanti partiti, movimenti o altro ancora. La prima annotazione è che il maggioritario funziona nei paesi civili, dove riduce drasticamente il numero dei partiti. Nei paesi tribali, viceversa, i partitini si moltiplicano come parassiti. Il trucchetto consiste nel rendere comunque appetitoso il mercato della politica, anche in presenza di un premio di maggioranza, che dovrebbe disincentivare la frammentazione. Questi pagliacci partecipano alle amministrative, per farsi notare; poi si vendono al maggiore offerente. Solo alla fine gli schieramenti diventano due, ma si tratta di due scatoloni pieni di liste bislacche. Un tizio, un comunista con la barba, sosteneva che si dovrebbe introdurre una legge patrimoniale. Ma non basta: requisire le case sfitte e stipendiare i disoccupati. Ovviamente il sedicente comunista non sarà votato da chi abbia case sfitte, ma neppure da chi non trovi opportuno pagare i disoccupati. D'accordo che stipendiamo i profughi e gli zingari, ma i disoccupati sono principalmente italiani, e noi siamo esterofili anche quando regaliamo i soldi. Quel tizio, sedicente comunista, a mio parere non ha mai lavorato né in fabbrica e neppure in edilizia. Uno di quelli che parlano del lavoro altrui: una specie di Bertinotti pocket. Nel corso della trasmissione di Canale 5, hanno avuto modo di esprimersi altri comunisti, confermando la brutta abitudine della sinistra italiana di creare orticelli, pieni di distinguo idioti. I partiti comunisti saranno minimo quattro, esclusi ovviamente quelli del PD, che comunisti non sono, fin dalla nascita della loro ammucchiata tra ex PCI ed ex DC. Ci sono anche alcuni post-fascisti, che dicono cose che ti aspetti di sentire dai fascisti. Stavano in AN, poi Fini ha regalato il partito all'uomo di Arcore, e loro sono fuoriusciti. Quelli che dicono di agganciare i barconi dei profughi, e di riportarli nelle acque della nazione di provenienza, potrebbero andare a braccetto con la Lega; allora perché non confluiscono nel partito di Bossi? Anche quelli di destra, a quanto pare, soffrono della tribalità dell'estrema sinistra. I partitini di destra e sinistra sono quasi certamente i più ideologici; questo è un bene, sebbene qualcuno preferisca fare politica a seconda di come tira il vento. In Italia abbiamo gruppuscoli anche al centro. Trattasi di mercenari della politica, che stanno con il più forte, che è quello che paga di più ed in contanti. In questo frangente elettorale, alzano la testa i sindacalisti apparentemente non schierati, che, avendo nulla da perdere, si schierano apertamente, mostrando di avere la faccia come il culo.

lunedì 18 aprile 2011

Guariniello batte Espenhahn 1 a zero!

Il pm Guariniello ha chiesto ed ottenuto la condanna in primo grado per amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn. I giudici della corte d'assise hanno riconosciuto il reato di omicidio volontario, comminandogli 16 anni e 6 mesi! Il punto esclamativo ci sta tutto. Analogamente, altri dirigenti, Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafuerri, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi. Daniele Moroni è stato condannato a 10 anni e 10 mesi di reclusione per concorso in omicidio colposo. Guariniello ha usato la leva del dolo eventuale: l'agente compie un atto, ignorando la pur alta probabilità che a questo ne consegua un altro. L'amministratore delegato del colosso dell'acciaio ha volontariamente omesso di adeguare le misure di sicurezza, provocando indirettamente la morte dei sette operai, il 6 dicembre 2007. Fu omicidio volontario, non fatalità! Guariniello ha fatto la storia ed anche la giurisprudenza. Finalmente una procura della repubblica colpisce pesantemente un datore di lavoro, peraltro potentissimo, saltando a piè pari il "classico" e blando omicidio colposo. Il messaggio è chiaro: se ometti le dovute misure di sicurezza, e qualcuno ci lascia le penne, è quasi come se li avessi uccisi tu, impugnando un fucile. Gli imprenditori italiani sono in lutto; non per i sette operai bruciati vivi, bensì per il "povero" Harald Espenhahn. Notizia di prima pagina, che però è stata pubblicata sotto la solita notizia dei processi di Berlusconi, delle sue dichiarazioni contro la magistratura, e delle riflessioni sconsolate del triste Bersani. Non ci pare che la sinistra abbia esultato più di tanto, forse perché si sono stancati troppo a criticare il bunga bunga del premier. Così, quando ci sarebbe da fare festa, i comunisti radical chic se ne stanno nei loro salotti a prendere il the. La leader della CGIL ha riconosciuto come storica la sentenza di Torino, ma neppure lei ha esultato, perché parla sempre come una a cui sia appena morto il gatto.

sabato 9 aprile 2011

ACCOGLIENZA ILLIMITATA ED INCONDIZIONATA?

Ho l'impressione che la confusione del centro-sinistra abbia contagiato anche il centro-destra. Mi riferisco all'Italia, ovviamente, perché francesi e tedeschi non paiono per niente confusi, a proposito dell'afflusso incontrollato ed incontrollabile dei profughi. Francesi e tedeschi minacciano di buttarci fuori dall'Europa se non la finiamo di assecondare le organizzazioni criminali che lucrano sui barconi di profughi africani. Loro, i criminali che organizzano i viaggi dei disperati, sono gli unici a trarne vantaggio. Il piagnisteo italiano non serve ai profughi, che, arrivati alla frontiera con la Francia, vengono rispediti in Italia. I tedeschi prendono in considerazione di vagliare tutti coloro che arriveranno in aereo dall'Italia. Come se avessimo la scabbia. E allora cosa dovremmo fare? Tenerceli tutti? Invito l'ottuso centro-sinistra e l'altrettanto ottuso centro-destra a capire che il problema dei profughi si risolve riportandoli tutti in Africa, via mare, senza farli sbarcare a Lampedusa. Che Berlusconi abbia o meno comprato da quelle parti la sua ennesima villa. Che ci azzecca? Accettandoli in Italia violiamo la nostra legge, giacché nessuno in Italia li ha cercati per offrire loro un lavoro. Continuando a comportarci come in questi giorni, perseveriamo nel fare la figura dei buffoni davanti a tutto il resto Europa. In Europa ci siamo anche noi, quindi comportiamoci di conseguenza. I tunisini con i permessi rilasciati dall'Italia possono pulirsi il culo. Non credo che gli italiani provino un senso di colpa, o qualche altro complesso non meglio definito, nei confronti dei tunisini. Potremmo provare un senso di colpa verso i libici, semmai, perché li abbiamo conquistati, ma è da parecchio tempo che si sono liberati della nostra occupazione militare. Siamo un popolo di emigranti? Abbastanza falso: molta emigrazione si è sviluppata all'interno dell'Italia. Gli italiani che sono andati all'estero hanno straguadagnato il diritto di cittadinanza. I nostri connazionali non si sono mai imposti, in nome dell'accoglienza. Sono andati in America per lavorare; sono andati in Belgio per scavare e morire. Nessuno ha regalato loro alcunché. Nessun paragone è possibile con questi musulmani con troppe pretese, che noi, da bravi stupidotti cristiani, dovremmo portarci a casa. Inutile che l'avvocato Maroni perda tempo a trattare con quei cammellieri: mentono sapendo di mentire. Ho sentito dire che gli africani sbarcano in Italia, perché in Grecia ed in Spagna sparano appena li avvistano. Sarà vero? Mi sono francamente scocciato di quelli che fanno i generosi con la roba altrui. I buoni facciano richiesta di una ventina di tunisini, da piazzare nel salotto. Noi cattivi diciamo "Fora dai ball!".

mercoledì 6 aprile 2011

Una banda di straccioni

I regnanti di Egitto e Tunisia sono stati costretti a mollare il trono, perché i loro popoli sono insorti in maniera efficace. Gheddafi invece si trova contro un'accozzaglia di sbandati, a bordo di alcuni fuoristrada, che sprecano colpi di mitragliatrice, sparando verso l'alto. Se Gheddafi sarà costretto ad andarsene, sarà merito quasi esclusivo dei francesi, dei britannici e degli americani. In patria non ha veri avversari, e non è solo questione di armi: non ci sanno fare. I francesi, che sono partiti per primi, hanno fatto fuori tutti i mezzi corazzati libici che sono riusciti ad inquadrare nei mirini dei caccia. Ora i pro Gheddafi hanno nascosto i carri armati rimasti, adottando una strategia terrestre che li dissimula meglio di prima. Così gli europei e gli americani rischiano di far fuori gli straccioni di cui sopra. Che i civili ci vadano di mezzo non è una novità: la guerra non è un gioco, e le bombe sono intelligenti fino ad un certo punto. Le bombe sono fatte per scoppiare, non per recitare l'Amleto. Strada, quello di Emergency, si accontenti di esportare i suoi ospedali, e non si illuda di porre fine alle guerre. Le guerre ci sono sempre state, dalle clave alle bombe atomiche. Le guerre si sono sempre fatte per il business, non per esportare la democrazia. Quelli che combattono contro Gheddafi vogliono il petrolio, non i diritti civili per il popolo libico. A nessuno frega qualcosa del popolo libico, forse neppure ai libici medesimi. Il governo italiano si è schierato contro Gheddafi, ma non lo bombarda. Quindi, se francesi, britannici ed americani vinceranno, l'ENI farà le valigie, o si accontenterà delle briciole. Gheddafi assomiglia ad un malato dato per terminale, che viceversa respira e scalpita ancora molto bene. Che sia simpatico o meno, il cammelliere folle interpreta la parte del capo di Stato, inviso ad una parte del suo popolo, che subisce l'attacco di nemici esterni, che non hanno però il coraggio di confrontarsi con lui su terra. Dal suo punto di vista, Gheddafi ha ragione di sentirsi la parte offesa. Buoni e cattivi ci sono solo nelle favole; in Libia, come in tutti i posti dove ci sia una guerra, ci sono quelli che sparano e quelli che cercano di evitare le pallottole.

domenica 27 marzo 2011

QUESTIONE DI PALLE!

Chi le ha e chi no. I giapponesi sicuramente le hanno, e fumano pure, a prescindere dalle fughe radioattive. Hanno ricostruito, in circa una settimana, centinaia di chilometri di autostrade, crollati a causa del recente terremoto. I giapponesi sono tra i popoli più educati e marziali del mondo. Gli italiani, per inciso, sono tra i meno marziali e di sicuro tra i meno educati. Loro, i giapponesi, sono forgiati dal terremoto, dal fuoco dei vulcani e dalla potenza del Pacifico. Hanno preso il kung fu dai cinesi, ed hanno inventato il karate: essenziale e molto doloroso. Questione di mentalità vincente. Noi chiacchieriamo da decenni del nucleare. Loro lo hanno sperimentato, subendone gli effetti nefasti. Ma, come samurai, vanno avanti. Poi, a cose risolte, rivedranno l'approccio energetico nazionale. Loro fanno i fatti, noi le parole. Noi italiani siamo abituati ad un mare interno, che i romani chiamavano "nostrum". Noi non siamo gli eredi dei romani, infatti il Mediterraneo "nostrum" non è più. Il terremoto giapponese è stato tra i più potenti della storia, ma le loro case sono costruite su molle, ed hanno sostanzialmente retto. Il terremoto abruzzese è stato molto meno potente di quello giapponese, ma, da bravi chiacchieroni inconcludenti, stiamo ancora parlandone, come se le case si ricostruissero da sole. Non riusciamo neppure a contenere l'afflusso dei nord-africani. Il nostro premier se ne frega, preso com'è dal dispiacere per il destino dell'amico Gheddafi. Uno come Berlusconi in Giappone sarebbe rimasto a cantare sulle navi da crociera.

sabato 26 marzo 2011

COLONIZZAZIONE FRANCESE

Sarkozy ha affermato che in Libia ci sono i francesi ed i britannici. Anche qualche danese, a dire il vero, ma a lui non risulta nessun italiano, altrimenti lo avrebbe detto. Francesi e britannici hanno gli eserciti più potenti d’Europa, dice Sarkozy, quindi è normale che in Libia ci siano loro, per mettere a posto Gheddafi. Possibile che il presidente francese non si sia accorto dell’insostituibile presenza svolazzante dei nostri quattro, o forse otto, Tornado? Eppure La Russa ha raccontato in tv che i libici se la fanno sotto appena vedono i nostri Tornado. Ecco perché i nostri aggeggi di morte svolazzano, ma non sparano. Appena i cammellieri di Gheddafi vedono i nostri quattro o otto Tornado, spengono i radar. Quindi è inutile che i nostri costosi velivoli consumino altro che il carburante. Berlusconi forse è ancora addolorato per il dittatore libico, ma nessuno in Europa condivide il suo dolore. Britannici e francesi fanno comunella bellica, ed ignorano gli italiani! Strano, no? Berlusconi però ha messo in giro la storiella che sarà lui quello che aggiusterà tutto. Bersani dice che in Italia piangiamo, mentre in Europa ridono, ed il Bersani ogni tanto ne imbrocca una. Il governo italiano corre ai ripari, per evitare che i francesi si mangino Parmalat. Il governo italiano si accorge solo adesso della colonizzazione francese? Che non abbiano notato i Carrefour, gli Auchan, i Decathlon, i Darty, i Kiabi, e chi più ne ha, più ne metta? Quando a Sarkozy hanno chiesto cosa ne pensa del governo italiano, che difende Parmalat, si è messo a ridere. Come mai non ci prendono sul serio?

martedì 22 marzo 2011

MENO MALE CHE GIORGIO C'È!

Invece di addolorarsi per il suo amico Gheddafi, pensi a come lo vede il popolo italiano. C'è gente che lo aspetta in piazza ed in strada per fischiarlo, invitandolo ad andarsene. Lui viene a Torino, per presentare il suo candidato alla poltrona di sindaco, e si becca una selva di fischi. Povero “sindaco” Coppola! Il Silvio litiga a distanza con il presidente francese, minacciandolo (ma per finta) di togliergli l'uso delle basi. Come se i francesi avessero bisogno di decollare dalla Sicilia, per bombardare Gheddafi. Loro nel Mediterraneo hanno una portaerei vera (la De Gaulle), mica una finta (come la Garibaldi). Impossibile da evitare il confronto tra l'uomo Berlusconi e l'uomo Napolitano. Il primo ha undici anni in meno, ma venti procedimenti giudiziari a suo carico in più. Il secondo piace a tutti, anche a parte della Lega, nonostante continuino a fare i pagliacci con la loro “secessiun”. Berlusconi i suoi acclamatori viceversa li paga, e non paga solo quelli. Napolitano è la dimostrazione vivente di come debba comportarsi uno statista. Berlusconi è fonte di imbarazzo continuo, specie per quelli della sua maggioranza. Fortuna che la Lega, con le sue stupidate, distrae un po' l'opinione pubblica. Le guerre si fanno sempre per un motivo: i soldi. Tutto il resto è chiacchiera. Le guerre o si fanno sul serio, o non si fanno. Berlusconi annuncia che i nostri Tornado non spareranno: allora che ci vanno a fare in Libia? I francesi sono partiti per primi, per poter collaudare i caccia Rafale sui carri armati libici. Test riusciti! Americani e britannici stanno svuotando parte dei loro arsenali, per poter spendere miliardi di dollari e sterline in tecnologia, armi e materiali più moderni. Gli oppositori di Gheddafi riusciranno, grazie a francesi, britannici e statunitensi, a far fuori il cammelliere e tutta la sua razza. Poi venderanno il petrolio ed il gas a chi se lo sarà meritato. Ecco perché ci conviene “sparare”, e non solo svolazzare a vuoto. Che Berlusconi si commuova privatamente per l'amicone in difficoltà. Quando gli ha baciato mano ed anello, ci ha fatti vergognare tutti. Ma lui no! Quello non conosce vergogna, e rivendica il bunga bunga! In Italia dovremmo avere un solo presidente, come negli Stati Uniti ed in Francia, ma la nostra troppo esaltata Costituzione dovrà prima essere seriamente modificata, per evitare che il “Presidente” con la maiuscola sia uno come Berlusconi, o anche come Bossi. Meno male che Giorgio c'è!