sabato 31 luglio 2010

Tanto tuonò che alla fine piovve

Che Fini intendesse farsi buttar fuori dal PdL? Che avesse progettato di fare la vittima? Oppure ha semplicemente tirato troppo la corda, fino al impiccarsi? Poco prima di essere defenestrato, come fosse l'ultimo arrivato, Fini aveva proposto a Berlusconi una tregua, ma Berlusconi gli aveva risposto: "troppo tardi". Trovo che Fini sia veramente indisponente, privo di carica umana, saccente senza essere sapiente. Insomma: una specie di D'Alema. Fini e D'Alema sarebbero intercambiabili, con quegli occhietti che brillano solo quando si rimirano allo specchio. Viene da chiedersi che lavoro facesse Fini prima si lanciarsi in politica. Probabilmente questo è il suo primo ed unico lavoro; visto quanto lo pagano ed il tempo che trova per abbronzarsi, non lo definirei di certo scemo. Quando iniziò la storia d'amore con Berlusconi, il secondo stupì tutti "scendendo in campo", e rilanciò gli ex fascisti scegliendoli come alleati. Solo recentemente Fini ha iniziato a scalpitare in maniera strana; prima stava al suo posto. Il loro era un matrimonio d'interesse, di quei matrimoni che durano più di quelli basati sull'amore. Fini ha fatto male a sciogliere AN in Forza Italia, perché il PdL è Forza Italia con un diverso nome. Bossi, più furbo di Fini, sebbene meno abbronzato, non si è fatto abbindolare. La Lega esiste e cresce nei consensi. AN si è viceversa sciolta, e molti colonnelli di Fini sono diventati colonnelli di Berlusconi. Ora che Fini è stato costretto a costituire propri gruppi parlamentari, si trova con una AN più piccola di prima, che dovrà superare il battesimo elettorale. Sentire un fascista come Fini che parla di democrazia mi fa ridere. Preferisco Storace o Bontempo, che non hanno mai smesso di essere fascisti, ma almeno sono qualcosa. Fini non è né carne, né pesce. Che roba è? Un specie di grillino anche lui? Un altro Di Pietro; Fini però i congiuntivi li conosce. Se Berlusconi ha buttato fuori dal PdL Fini, immagino che prima si sia fatto due conti. Per avere la maggioranza alla Camera, gliene mancano otto, ma non credo che a Berlusconi manchino i mezzi per rilevare qualche quaquaraqua, in mezzo a quelle braccia strappate all'agricoltura.

lunedì 26 luglio 2010

La FIAT serba.

Marchionne ha annunciato che sposterà la produzione della Multipla da Torino Mirafiori ad uno stabilimento serbo. I dipendenti torinesi sono ovviamente molto allarmati, giacché Mirafiori non potrà sopravvivere con la sola Mito. Marchionne incolpa i sindacati di mettergli i bastoni tra le ruote, ma a Pomigliano CISL e UIL gli sono venuti incontro. Marchionne cerca una scusa per sbaraccare, è evidente. Se non avessimo una classe politica così scalcinata, eviteremmo di sentire in tv dei commenti a dir poco insipidi. Purtroppo quella classe politica l'abbiamo eletta noi, e nel popolo bue ci sono troppi che non distinguono un telegiornale da una telenovela. Questo è il momento giusto per costruire auto elettriche in stabilimenti di Stato. L'auto elettrica c'è già: i muletti elevatori e le macchinine che raccolgono le palle da golf. Per le strade circolano le minicar, che sono anche peggio. Potremmo farla pagare a Marchionne, proibendo la circolazione in città ai mezzi a combustione interna. Potremmo ricaricare quasi gratis le auto elettriche, mediante pannelli fotovoltaici, almeno d'estate. Ma con la classe politica e sindacale che abbiamo, possiamo solo sperare in un miracolo. Marchionne è un canadese che lavora per la famiglia Agnelli, annessi e connessi. Gli Agnelli di oggi non sono innamorati delle auto, come gli Agnelli di ieri. Quelli di oggi sono innamorati dei soldi che hanno ereditato, e che consentiranno loro di oziare per numerose vite. Se ai datori di lavoro di Marchionne converrà chiudere la FIAT in Italia, la FIAT chiuderà senza problema alcuno. La crisi economica non è finita, e ci sta venendo addosso come un rullo compressore.

martedì 20 luglio 2010

FURBATE ELETTORALI

Cota è stato eletto presidente della giunta regionale del Piemonte, ma il TAR ha accettato il ricorso di chi affermava che l'elezione in oggetto fosse stata viziata da firme false. Risultato: verranno riviste molte schede elettorali, ma non tutte. Dato il modo di lavorare degli italiani, per fare una verifica di questo tipo occorrerà un sacco di tempo. Credo che tutti gli abitanti dei paesi civili non si stupiscano più di quanto siamo arretrati. Qui si tratta di arretratezza tecnologica, ma anche procedurale. Cosa significa firme false? Vuol dire che nessuno si prende la briga di associare gli scarabocchi ai codici fiscali, e magari chiedere conferma via e-mail. Basterebbe verificare, nel giro di uno o due giorni, se i veri sostenitori di una lista siano quelli che risultano dalle firme. Popolo peggio che bizantino! Come è possibile che si debba attendere che qualcuno riguardi le scartoffie per verificare chi sia il presidente del Piemonte? Spero che, se dovessero accertare l'esistenza di firme false, qualcuno finisca in galera, compresi quelli addetti alla validazione. Detto ciò in premessa, visto che siamo del 2010 sarebbe il caso di pensare ad un diverso sistema di voto. Ad esempio mediante posta elettronica certificata, o le istituzioni e la maledetta burocrazia dubitano anche di se stesse? Moltissima gente non ha la posta certificata, ma neppure la posta elettronica normale, in troppi casi non hanno il computer. Signori cari: non possiamo rimanere nelle caverne solo perché ci sono troppi pesi morti che non sanno usare il computer. Lo si dice continuamente che questa è l'era del computer. Forse dire "era" è eccessivo, ma di certo non si può più prescindere dall'informatica. Tutti quelli che non ci arrivano o non ci vogliono arrivare farebbero meglio a rinunciare al voto: i loro cervelli sono troppo fuori sincrono. La massa bue che vota con la matita era sopportabile nell'Italia agricola o degli anni cinquanta e sessanta. Ora basta! Scendere dalle piante si deve perché il terzo millennio è iniziato da dieci anni. Altra furbata elettorale che mi sento di proporre è quella di votare in base alla contribuzione. In pratica: uno che guadagna trentamila euro, e paga le tasse adeguate, deve esprimere un voto che abbia un peso proporzionale a quanto lui contribuisce al mantenimento delle istituzioni. Chi ha un reddito di cinquantamila, e paga le tasse, conterebbe di più di uno che abbia un reddito inferiore. Questo sistema stanerebbe gli evasori fiscali, e toglierebbe ogni potere agli attuali elettori privi di reddito. Se non pagano, perché dovrebbero decidere? Tutto ciò non è democratico? La definirei piuttosto una società per azioni! Come mai abbiamo una classe politica cialtrona? Per il semplice fatto che il voto del nullafacente e del criminale vale esattamente quanto quello dell'esimio professore, o di un altro lavoratore meno esimio ma altrettanto indefesso. A pensarci bene il suffragio universale pare una proiezione del cattolicesimo, o del catto-comunismo. Un farsi del male, dando soverchia importanza alle opinioni di qualunque demente frequentatore di osteria. Il catto-comunismo è sfascista per definizione, e lavora sempre contro e mai a favore. La furbata elettorale che ho appena descritto, accoppiata al voto mediante posta elettronica certificata, taglierebbe fuori casalinghe a reddito zero, che tanto non seguono un telegiornale da decenni. Se si votasse in base alla contribuzione IRPEF, i lavoratori dipendenti (quelli che le tasse le pagano fino all'ultimo euro) conterebbero finalmente qualcosa politicamente parlando. Se i bottegai continuassero a dichiarare redditi ridicoli, il loro peso elettorale ne subirebbe grande ridimensionamento.