domenica 11 settembre 2011

11 settembre 2010: terrorismo ed errori monumentali

Quattro aerei di linea dirottati contemporaneamente da 19 cammellieri armati di taglierini. Nessuna difficoltà ad accedere alle cabine di pilotaggio. Due bersagli colpiti su quattro, o forse due e mezzo. I terroristi avevano imparato a guidare gli aerei di linea negli USA; anche noi abbiamo le scuola guida, ma questo è ridicolo. Gli aerei sono sfuggiti tutti e quattro ai controllori civili e militari. Migliaia di addetti a tempo pieno, addestrati in college prestigiosi ed università mitiche, che si sono addormentati tutti assieme. Un piano criminale quasi a costo zero, che, a parlarne prima, avrebbe suscitato le risate di chiunque. I caccia sono finalmente intervenuti, ma a tempo ampiamente scaduto. I pompieri hanno dimostrato che le scale potevano essere usate per evacuare le persone presenti nelle torri. Ma gli “esperti” non avevano capito che il fuoco avrebbe fatto collassare velocemente i piani sovrastanti l’impatto, che sono precipitati sui sottostanti. Morte, più che altro nel crollo, quasi tremila vittime, tra cui quattrocento pompieri e poliziotti mandati allo sbaraglio. L’Iraq non c’entrava coll’attentato, ma i Bush avevano un conto in sospeso con l’ex amico Saddam, ed alla fine sono riusciti ad impiccarlo. Il terrorismo internazionale ha continuato a trovare gente disposta a farsi saltare in aria, pur di uccidere cristiani e musulmani. Dopo anni di guerra in Afghanistan e seimila soldati USA caduti, oltre ad un numero sicuramente multiplo di civili innocenti, le truppe speciali sono riuscite ad ammazzare l’altro ex buono Bin Laden. Gli americani si sono dimostrati decisamente ipocritici. Essere nazionalisti funziona, ma la guerra non è la soluzione a tutti i problemi. Fare i cow boys planetari funziona a patto che non ci si faccia poi beccare con le braghe calate a casa propria. Si tratta di dati di fatto, non di pareri.


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