lunedì 30 novembre 2009

MOBILITÀ PILOTATA

MOBILITÀ PILOTATA_30nov09
Venerdì scorso alle Molinette ci siamo incontrati, sindacati ed amministrazione, per continuare a perdere tempo. Dovevamo parlare della mobilità del personale del comparto, ma alla fine siamo a malapena riusciti a raccogliere i nominativi di chi farà parte della commissione preposta a revisionare l’antico regolamento. Un grosso passo indietro, rispetto a quando la commissione mobilità esisteva e si riuniva. L’amministrazione non vuole una riproposizione di detta commissione, e neppure CGIL, CISL e Nursing Up, che hanno firmato un pre-accordo in base al quale l’ultima parola spetta sempre a Giunta, Brusco e Paleologo. Bel modo di fare sindacato, o meglio di calarsi le braghe. Il pre-accordo sulla mobilità, oltre ad attribuire i super-poteri all’amministrazione, insiste nel voler escludere i coordinatori del comparto dai lavoratori che dovrebbero essere tutelati sindacalmente. Questo, a dire la verità, è sempre stato un pallino dell’amministrazione: posti strategici, da dispensare a chi viene individuato dall’alto, ma non è detto che sia il più meritevole. Quello che accade per le posizioni organizzative, in perenne lievitazione. Venerdì pensavamo di trovarci di fronte la nuova delegazione trattante. Invece era anche presente l’intera direzione generale, che forse voleva verificare se i suoi surrogati
fossero in grado di sopravvivere alle escursioni pseudo-linguistiche, filo-letterarie e para-giuridiche della controparte. Quelli della delegazione trattante sembravano in effetti un po’ spaesati, presi tra due fuochi, insicuri di ciò che avrebbero potuto dire o fare. Non vorremmo essere nei loro panni, ma ci accontenteremmo dei loro stipendi! Verso la fine delle chiacchiere, il direttore amministrativo ha esordito citando il contratto collettivo. Secondo Giunta, le aziende possono fare ciò che vogliono e quando vogliono, essendo “aziende”. Fortuna che noi azienda non siamo; altrimenti gli stipendi ce li pagherebbe la cassa integrazione. Abbiamo allora chiarito, giusto perché si sappia che anche noi sappiamo leggere, che le amministrazioni possono mobilizzare il proprio personale, ma devono addurre motivi organizzativi. Come dire: non basta scrivere “per esigenze di servizio”. Se hanno tutti questi problemi a variegare i loro proclami, assumano qualche laureato in scienze della comunicazione. Sono quasi tutti disoccupati, costano meno di un avvocato, e di solito sono più simpatici. Altrimenti ricorrano a qualche altro consulente esterno, a botte di centinaia di migliaia di euro.

martedì 24 novembre 2009

MODIFICA GRADUAZIONE FUNZIONI POSIZIONI ORGANIZZATIVE

Con la deliberazione 595 del 2008, sono state individuate complessivamente n.67 posizioni organizzative, finanziate con il fondo incentivi. Ci risulta ne esistano però altre, finanziate con fondi diversi. Non si dovrebbe fare, ma alle Molinette si fa questo ed altro (come evidentemente risulta anche alla magistratura ed alla finanza). Il nostro bilancio è una specie di fisarmonica, ma solo nella fase dell’incremento degli spazi pieni d’aria fritta.
L’OSRU, che ha proposto la deliberazione, rileva una disponibilità di risorse, rese disponibili da pensionamenti e promozioni.
Naturalmente l’amministrazione non ipotizza neppure di restituire dette risorse allo sfondatissimo fondo incentivi, ma delibera (senza peraltro sentirsi in dovere di contrattarlo con i sindacati) di incrementare alcune posizioni organizzative già attivate.
I direttori di alcune SC si sono quindi fatti avanti, per rivendicare la contestuale e provvidenziale accresciuta professionalità di alcune loro PO, così denominate: 1-contenzioso giudiziale e stragiudiziale,
2-amministrazione di presidio, 3-corso di laurea in fisioterapia,
4-elaborazione dati assistenziali. Per le prime tre, i direttori hanno chiesto (ed ottenuto) l’incremento da 7000 ad 8500 euro. Per la posizione “elaborazione dati assistenziali”, il direttore responsabile si accontenta di 7000 euro! Le motivazioni dei suddetti incrementi sono più o meno le seguenti (cerchiamo di ridere per non piangere): aumentata complessità delle attività svolte, riorganizzazioni di questo e di quell’altro, aggiornamento di procedure in materia di qualunque cosa, implemento dell’impegno, per quanto attiene l’accesso, la documentazione, la privacy, i gruppi di studio, le riunioni continue e sovrapposte, l’elaborazione dei dati statistici (che fa fine e non impegna). Che altro dire? Lo fanno perché glielo lasciamo fare. Fanno bene a prendere i soldi dove sono, visto che la gente continua a dormire, ed a dare retta ai sindacalisti della mutua. Ne riparleremo quando dovremo tagliare, e non di poco, gli acconti e non solo i saldi della retribuzione di produttività.

venerdì 20 novembre 2009

CAVALLI DA GUERRA?

CAVALLI DA GUERRA?_20nov09
Venerdì, 13 marzo 2009 pubblicammo un volantino intitolato “QUANTO CI COSTI!!”, sottotitolo “Da 4 a 14 miliardi!!”, riferito all’ennesima ristrutturazione del reparto del Prof.Salizzoni.
Trattasi di pavimenti che sono collassati dopo quattro o cinque anni dalla posa in opera. La domanda che sorge spontanea è: in quel corridoio circolano persone, ed ogni tanto carrelli e letti muniti di ruote gommate, oppure trottano e galoppano cavalli da guerra da mezza tonnellata l’uno, con ferri borchiati inchiodati agli zoccoli? Qualora a casa nostra venissero eseguiti dei lavori terrificanti, come quelli in questione, citeremmo per danni i responsabili. Da noi alle Molinette no! Chi ha eseguito il collaudo tecnico-amministrativo? Chi, alla fine della filiera dei sub-appalti, ha fisicamente eseguito detti lavori? La CO.VE.CO., il Consorzio Ravennate, la ditta Orion? Tutti nomi che non ci siamo di certo inventati noi, ma si estrapolano da una moltitudine di atti deliberativi alquanto confusi. Sappiamo di un diverso utilizzo di fondi inizialmente stanziati per un eliporto! Pensate: alle Molinette ci mancava solo un eliporto! I direttori dei lavori, Desideri e Toscano, non si sono accorti che il materiale utilizzato non era in grado di reggere il peso e l’impeto dei suddetti “cavalli da guerra”? Ci era parso che il direttore amministrativo Dott.Giunta avesse dichiarato che “la ditta” avrebbe rifatto il pavimento, senza ulteriore esborso da parte nostra. Invece, con la determinazione D/98/2710/50/2009 “lavori urgenti di rimozione pavimento e sottofondo, con successivo ripristino” (responsabile del procedimento Ing.Chiaro) l’AOU S.Giovanni stanzia altri 371.490€. L’aggiudicataria Domus Moquette non è in possesso della attestazione SOA categoria OG1, classifica II, bensì della OG1, classifica I. Tuttavia il presidente della commissione di gara (Ing.Chiaro) ha ritenuto che la Domus Moquette (che ha offerto lo sconto del 21,5%) rientri nella deroga prevista dall’art.3 DPR 34/2000. I 371.490€ sono addebitati sul sottoconto 3.10.02.01 “manutenzione ordinaria in appalto ad immobili e loro pertinenze”. E questa, secondo loro, sarebbe manutenzione ordinaria?

mercoledì 18 novembre 2009

MARCHIONNE E GLI STABILIMENTI FIAT IN ITALIA

Premesso che FIAT e CHRYSLER assembleranno vetture partendo da pianali comuni, presto scopriremo se in Italia si realizzeranno quelli per le piccole, le medie e le grandi vetture, o nessuno di essi. Infatti Marchionne ha affermato che gli addetti brasiliani e polacchi producono un numero di auto doppio o triplo rispetto ai colleghi italiani. Non ha detto che polacchi e brasiliani presumibilmente sono pagati anche meno. Proporrà ai sindacati metalmeccanici italiani un adeguamento agli standard polacchi e brasiliani, oppure... A proposito del significato dei puntini di sospensione, Marchionne annuncia che a Mirafiori cesseranno le produzioni di Multipla, Idea e Musa; rimarrà solo la Mito. La riflessione che ci coglie è che non è che la Mito si venda come il pane, per cui forse (e ripetiamo scaramanticamente forse) Mirafiori rischia una contrazione. Tradotto: più cassa integrazione, più esuberi, altri buchi nella cintura (tirare la cinghia). Altri stabilimenti italici rischiano qualcosa o tutto, perché, secondo la spietata logica del mercato, i modelli che si vendono conviene assemblarli dove il costo del lavoro è minore. Ma forse il problema sottoproduttivo di Mirafiori non è escrivibile agli operai. I sindacati metalmeccanici dovrebbero essere in grado di analizzare i costi di tutto il personale, ed anche la distribuzione. Un suggerimento: attivare gli acquisti on line, e consegnare l'auto a domicilio, come si fa, ad esempio con i computer. Tagliare la filiera, passando dallo stabilimento all'utente. Personalizzare i modelli già nella fase finale della catena di montaggio. Colori, motori, numero di porte, optional. Quasi tutti questi ragionamenti sono però riferiti alle auto a combustione, che i petrolieri ed i loro amici continuano ad imporci. Le auto elettriche viceversa ci sono già: si vedano a titolo di esempio le vetturette che circolano sui campi da golf. Quelle si potrebbero spedire in scatola di montaggio, ed assemblare all'interno di una piccola officina. Non servirebbe neppure riconvertire le pompe di benzina: sarebbe sufficiente un garage ed un cavo elettrico.

martedì 10 novembre 2009

IMPIANTI ELETTRICI, MA NON SOLO

Il 29 settembre il direttore della SC Tecnico, Ing.Chiaro, determinava l'impegno di spesa di 237.604 euro per "esecuzione di verifiche periodiche su impianti elettrici presso i presidi aziendali AOU S.Giovanni Battista di Torino". Briciole rispetto ai 18 milioni di manutenzione che lo stesso Chiaro aveva determinato in precedenza. Diciotto milioni di euro! Quale direttore di SC ha mai determinato in proprio un tale esborso? Ora comprendiamo la dichiarazione di Galanzino, che, in occasione della recente visita della GdF, ha difeso a spada tratta l'operato del suo direttore tecnico. Contento lui! Del resto Chiaro deve essere veramente bravo, per essere sopravvissuto ad Odasso, Rabino, Rosso e finanche Tabasso. Naturalmente la dismissione della manutenzione interna rientrava nei programmi della destra (gli uomini del Pres), prima ancora che in quelli della sinistra (i post operaisti). Chiaro non poteva fare tutto da solo, e, qualunque cosa abbia fatto, i suoi capi non potevano non sapere. Nella determinazione da 237.604 euro, Chiaro ha ricoperto altresì il ruolo di responsabile di procedimento. Le suddette verifiche periodiche sono così state assegnate alla ditta Foresto, di Moncalieri, che ha offerto un ribasso del 20,3%! Dato l'oggetto della determinazione, verrebbe da pensare che in azienda manchino gli elettricisti. O forse gli elettricisti che avevamo si sono evoluti come i Pockemon, ed ora fanno i progettisti, come praticamente tutti alla SC Tecnico. Siamo contenti che l'aria delle Molinette abbia questo effetto sugli elettricisti e su tutti gli altri operatori tecnici, ma non potevamo tenercene qualcuno ad operare sul campo? Non conosciamo la ditta Foresto, e non dubitiamo della loro competenza, ma la Ditta Foresto di sicuro non conosce le Molinette, per non parlare degli altri presidi. Tempo fa, un elettricista prossimo alla pensione riferì quanto fosse complicato districarsi tra i cablaggi e le cabine elettriche. L'ospedale Molinette è percorso da un numero imprecisato di chilometri di cavi in strati sovrapposti, che se analizzati possono dare una vaga idea dell'anzianità della struttura. Temiamo che lo SGAS stia altrettanto male. Avevamo proprio bisogno dell'ennesima furbata, consistente nell'affidare la verifica degli impianti elettrici ad una ditta esterna? Galanzino e Giunta sono al “corrente” (per rimanere in argomento) della situazione? Sanno che molte delle apparecchiature elettromedicali funzionano ad energia elettrica, e non a carbonella o a metano? Si informino in Direzione Sanitaria.

lunedì 9 novembre 2009

LA FINIAMO CON QUESTE PAGLIACCIATE?

In premessa dobbiamo dire che, in effetti, il termine “pagliacciata”in Italia assume una connotazione piuttosto generica: ne abbiamo in quantità industriale, in settori vari e disparati. Non siamo esattamente un popolo che apprezza la serietà. Si rende quindi necessario specificare di quale pagliacciata si tratta: un quarantasettenne foggiano, denunciato e condannato per stalking, è evaso dagli arresti domiciliari, si è recato a Montesilvano, dove ha sparato alla sua ex ed all'uomo che l'accompagnava. Il delinquente Michele Lambiase era per così dire “recluso” a Foggia, a casa della sorella! Come mai deteneva una pistola, seppur piccola? Come mai nessuno lo sorvegliava? Neppure una web cam puntata sull'abitazione della sorella? Oppure la casa della sorella ha più uscite della bat-caverna? Il tizio si è messo una parrucca, ed è uscito indisturbato. Una parrucca! I signori poliziotti e carabinieri dove diavolo erano? O forse il signor giudice, che aveva deciso per quella forma educata di reclusione, pensava di avere a che fare con un vero gentleman? Forse in Italia non tutti i giudici sono “toghe rosse”, ma quelli di destra sono di sicuro più “forcaioli” di quelli di sinistra, e non consentono che la giustizia venga presa in giro in questo modo.Tanto più che non è la prima volta che un ex marito o ex fidanzato ammazza impunemente una o anche due ex mogli o ex fidanzate. Ce lo dicano i signori giudici se vogliono che giriamo con la lupara a tracolla, per farci giustizia da soli, visto che loro sono di manica così larga con i delinquenti. Fortuna che il teppista aveva solo una 7.65, e quella pistola non è un gran che. Solo per quel motivo i due, sebbene colpiti al volto (lei) ed all'addome (lui), sono sopravvissuti. Lei è sfigurata e lui ha perso un rene.Ora sono ricoverati e guardati a vista. Chiudiamo la stalla dopo che i buoi sono andati a spasso. Ed a spasso è andato Lambiase, subito dopo il tentato omicidio. Così, con tranquillità, come se fosse sicuro che la legge in Italia stia dalla parte dei delinquenti. La sua ex aveva commesso il solo errore di farsi trovare in auto con un altro uomo. Ora sa che doveva vivere reclusa. Lei sì, lui no. La legge contro lo stalking c'è, ma si vede che poliziotti, carabinieri e magistrati non conoscono l'inglese.