giovedì 9 giugno 2011

FACCIAMO COME I TEDESCHI

Non ci sono dubbi che gli incidenti nucleari inducano l'opinione pubblica a diffidare delle centrali atomiche. Fortuna che detti incidenti non capitano tutti i giorni e neppure tutti gli anni. Che l'impiego dell'uranio per produrre energia elettrica sia, almeno all'inizio, conveniente è altrettanto vero. "Almeno all'inizio" significa però che ci saranno scorie da eliminare e centrali da smantellare. Questi sono costi aggiuntivi, che potrebbero azzerare tutto il risparmio iniziale. Quindi, dal punto di vista economico, è tutto da dimostrare che le centrali nucleari siano un buon investimento. Se qualcuno ci fornisse i dati di una gestione completa, potremmo fare due conti. Per come stanno le cose, pare che nessuno abbia ancora capito come eliminare le scorie e come dismettere le centrali. Di conseguenza, nessuno sa quanto possa costare. Come si suol dire. "qui casca l'asino", sperando che non si faccia male. Questo dal punto di vista economico. Dal punto di vista ecologico, il solo spauracchio delle scorie azzera qualunque discorso sulle centrali nucleari. Il problema con il nucleare è che assomiglia ad una torcia che si accende subito e produce tanta luce; però poi la torcia in questione non ne vuole sapere di spegnersi. La radioattività dura centinaia se non migliaia di anni. Se parliamo di inquinamento, forse la razza umana ha finalmente scoperto il modo di appestare l'ambiente per tempi veramente lunghi. Molto meglio dell'inquinamento da idrocarburi, da carbone, da metalli o da plastica. I tedeschi, che di solito sanno quel che fanno, hanno detto stop al nucleare. Contestualmente hanno avviato un programma serio per produrre energia elettrica dalle fonti rinnovabili. Collocheranno torri eoliche anche in mezzo al mare, oltre ai pannelli fotovoltaici che da qualche parte in Italia timidamente compaiono. Ci sono quelli che contestano le torri eoliche, in quanto deturperebbero il panorama. Questi signori potranno parlare solo dopo aver rinunciato al riscaldamento in casa, alla luce elettrica ed all'automobile. Vadano in bici, e si scaldino con il bue e l'asinello. I francesi, che si ostinano a sostenere il nucleare, rischiano di rimanere isolati in Europa. Se voteremo "sì" al referendum abrogativo sul nucleare, i francesi non costruiranno le centrali in Italia. Vero che, dovesse succedere qualcosa tipo Fukushima ad una centrale francese, noi saremmo coinvolti, data la contiguità territoriale. Altrettanto vero è che tra noi e loro ci sono le Alpi: uno sbarramento naturale, che, in certi tratti, supera i quattromila metri. In conclusione, costruire centrali nucleari non è un esercizio di coraggio, bensì un'ipoteca sugli anni a venire. E qui si parla di periodi molto, molto lunghi.

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