domenica 27 marzo 2011

QUESTIONE DI PALLE!

Chi le ha e chi no. I giapponesi sicuramente le hanno, e fumano pure, a prescindere dalle fughe radioattive. Hanno ricostruito, in circa una settimana, centinaia di chilometri di autostrade, crollati a causa del recente terremoto. I giapponesi sono tra i popoli più educati e marziali del mondo. Gli italiani, per inciso, sono tra i meno marziali e di sicuro tra i meno educati. Loro, i giapponesi, sono forgiati dal terremoto, dal fuoco dei vulcani e dalla potenza del Pacifico. Hanno preso il kung fu dai cinesi, ed hanno inventato il karate: essenziale e molto doloroso. Questione di mentalità vincente. Noi chiacchieriamo da decenni del nucleare. Loro lo hanno sperimentato, subendone gli effetti nefasti. Ma, come samurai, vanno avanti. Poi, a cose risolte, rivedranno l'approccio energetico nazionale. Loro fanno i fatti, noi le parole. Noi italiani siamo abituati ad un mare interno, che i romani chiamavano "nostrum". Noi non siamo gli eredi dei romani, infatti il Mediterraneo "nostrum" non è più. Il terremoto giapponese è stato tra i più potenti della storia, ma le loro case sono costruite su molle, ed hanno sostanzialmente retto. Il terremoto abruzzese è stato molto meno potente di quello giapponese, ma, da bravi chiacchieroni inconcludenti, stiamo ancora parlandone, come se le case si ricostruissero da sole. Non riusciamo neppure a contenere l'afflusso dei nord-africani. Il nostro premier se ne frega, preso com'è dal dispiacere per il destino dell'amico Gheddafi. Uno come Berlusconi in Giappone sarebbe rimasto a cantare sulle navi da crociera.

sabato 26 marzo 2011

COLONIZZAZIONE FRANCESE

Sarkozy ha affermato che in Libia ci sono i francesi ed i britannici. Anche qualche danese, a dire il vero, ma a lui non risulta nessun italiano, altrimenti lo avrebbe detto. Francesi e britannici hanno gli eserciti più potenti d’Europa, dice Sarkozy, quindi è normale che in Libia ci siano loro, per mettere a posto Gheddafi. Possibile che il presidente francese non si sia accorto dell’insostituibile presenza svolazzante dei nostri quattro, o forse otto, Tornado? Eppure La Russa ha raccontato in tv che i libici se la fanno sotto appena vedono i nostri Tornado. Ecco perché i nostri aggeggi di morte svolazzano, ma non sparano. Appena i cammellieri di Gheddafi vedono i nostri quattro o otto Tornado, spengono i radar. Quindi è inutile che i nostri costosi velivoli consumino altro che il carburante. Berlusconi forse è ancora addolorato per il dittatore libico, ma nessuno in Europa condivide il suo dolore. Britannici e francesi fanno comunella bellica, ed ignorano gli italiani! Strano, no? Berlusconi però ha messo in giro la storiella che sarà lui quello che aggiusterà tutto. Bersani dice che in Italia piangiamo, mentre in Europa ridono, ed il Bersani ogni tanto ne imbrocca una. Il governo italiano corre ai ripari, per evitare che i francesi si mangino Parmalat. Il governo italiano si accorge solo adesso della colonizzazione francese? Che non abbiano notato i Carrefour, gli Auchan, i Decathlon, i Darty, i Kiabi, e chi più ne ha, più ne metta? Quando a Sarkozy hanno chiesto cosa ne pensa del governo italiano, che difende Parmalat, si è messo a ridere. Come mai non ci prendono sul serio?

martedì 22 marzo 2011

MENO MALE CHE GIORGIO C'È!

Invece di addolorarsi per il suo amico Gheddafi, pensi a come lo vede il popolo italiano. C'è gente che lo aspetta in piazza ed in strada per fischiarlo, invitandolo ad andarsene. Lui viene a Torino, per presentare il suo candidato alla poltrona di sindaco, e si becca una selva di fischi. Povero “sindaco” Coppola! Il Silvio litiga a distanza con il presidente francese, minacciandolo (ma per finta) di togliergli l'uso delle basi. Come se i francesi avessero bisogno di decollare dalla Sicilia, per bombardare Gheddafi. Loro nel Mediterraneo hanno una portaerei vera (la De Gaulle), mica una finta (come la Garibaldi). Impossibile da evitare il confronto tra l'uomo Berlusconi e l'uomo Napolitano. Il primo ha undici anni in meno, ma venti procedimenti giudiziari a suo carico in più. Il secondo piace a tutti, anche a parte della Lega, nonostante continuino a fare i pagliacci con la loro “secessiun”. Berlusconi i suoi acclamatori viceversa li paga, e non paga solo quelli. Napolitano è la dimostrazione vivente di come debba comportarsi uno statista. Berlusconi è fonte di imbarazzo continuo, specie per quelli della sua maggioranza. Fortuna che la Lega, con le sue stupidate, distrae un po' l'opinione pubblica. Le guerre si fanno sempre per un motivo: i soldi. Tutto il resto è chiacchiera. Le guerre o si fanno sul serio, o non si fanno. Berlusconi annuncia che i nostri Tornado non spareranno: allora che ci vanno a fare in Libia? I francesi sono partiti per primi, per poter collaudare i caccia Rafale sui carri armati libici. Test riusciti! Americani e britannici stanno svuotando parte dei loro arsenali, per poter spendere miliardi di dollari e sterline in tecnologia, armi e materiali più moderni. Gli oppositori di Gheddafi riusciranno, grazie a francesi, britannici e statunitensi, a far fuori il cammelliere e tutta la sua razza. Poi venderanno il petrolio ed il gas a chi se lo sarà meritato. Ecco perché ci conviene “sparare”, e non solo svolazzare a vuoto. Che Berlusconi si commuova privatamente per l'amicone in difficoltà. Quando gli ha baciato mano ed anello, ci ha fatti vergognare tutti. Ma lui no! Quello non conosce vergogna, e rivendica il bunga bunga! In Italia dovremmo avere un solo presidente, come negli Stati Uniti ed in Francia, ma la nostra troppo esaltata Costituzione dovrà prima essere seriamente modificata, per evitare che il “Presidente” con la maiuscola sia uno come Berlusconi, o anche come Bossi. Meno male che Giorgio c'è!

venerdì 18 marzo 2011

CHE PALLE ESSERE BUONI!

Obama ha comunicato che anche gli Stati Uniti parteciperanno alla "no fly zone" in Libia. Ha altresì specificato che non invierà truppe di terra. Questo dopo avere premesso che Gheddafi è un delinquente, che ammazza il suo stesso popolo. Essendo un "buono", Obama non potrebbe mai iniziare una nuova guerra. Mandare carri armati significherebbe guerra, non "no fly zone". I piagnoni dell'ONU, che cercano anch'essi di schierarsi tra i "buoni", ci hanno messo almeno tre settimane per decidere questa mezza misura. I francesi ci sarebbero andati fin dall'inizio della guerra civile, sennonché anche loro subiscono almeno in parte la fascinazione degli inutili passacarte: diplomatici e gente simile. Il punto è che le guerre si fanno su terra, con carri armati ed appoggio aereo. I cattivi li devi stanare a fucilate, non spaventare con il lancio di volantini. C'è anche da ricordare che molti diplomatici fanno perdere tempo ai militari perché prendono mazzette da governanti buoni e cattivi. Basta che paghino. Se Obama fosse un repubblicano, non rischierebbe l'ulcera. Se fosse un repubblicano, avrebbe già mandato le portaerei, gli incrociatori ed i cacciatorpediniere. I marines avrebbero già stanato Gheddafi dalla sua tenda, e non sarebbe più in grado di fare massacrare i poveri cammellieri che gli si oppongono. Il nostro governo di centro-destra non ci tiene ad essere "buono", ma si comporta come di solito si comportano gli italiani in guerra: sperano di iniziare le ostilità a guerra già vinta. Ricordate la seconda guerra mondiale? La riforma sanitaria di Obama dovrebbe essere una bella cosa, ma gli americani si sono incazzati, peggio che se avesse iniziato tre guerre. La storia ricorda i grandi sterminatori di uomini. I capi di Stato titubanti non fanno testo.

sabato 12 marzo 2011

IL TRICOLORE E L'INNO DI MAMELI?

Tutti in piazza a difendere il tricolore! Tutti in piazza a difendere l'inno di Mameli! Tutti a difendere la Costituzione! Peccato che nessuno abbia proposto di cambiare bandiera ed inno nazionale. L'inno in effetti ci fa fare brutte figure tutte le volte che lo canticchiano, prima delle partite della nazionale di calcio. Poi ci pensano loro, i milionari in calzoncini, a seppellirci nel disagio e nel disgusto. Potremmo cambiare l'inno di Mameli, che è una marcetta, non un qualcosa di marziale e solenne. La Costituzione si può cambiare, rispettando le procedure previste dalla Costituzione medesima. Nessuno sta facendo colpi di Stato, e la riforma della giustizia non si applicherà ai processi in corso. Forse Berlusconi si sta vendicando contro la magistratura, ma i signori magistrati non sono particolarmente simpatici al popolo italiano. Sono altezzosi, lenti e macchinosi. Pare che se ne freghino dei tempi delle persone comuni, imponendo i loro. Non corrono rischi di essere sanzionati e licenziati, perché sono “poteri dello Stato”. È bastato un concorso per renderli tali. Non sono eletti dal popolo, perché la sovranità popolare in questo caso conta poco. Se ci sarà un referendum confermativo, dopo la riforma della giustizia, difficilmente il popolo darà torto a Berlusconi, e ragione alle toghe, rosse o di altra tinta. Non siamo in dittatura, infatti i piagnoni della sinistra possono fare tutte le manifestazioni che vogliono, parlando malissimo di un premier eletto dal popolo. Ultimamente la sinistra ed il popolo non sono in sintonia. Nelle piazze, attori italiani hanno sparato a zero contro i nemici della democrazia. Stiamo parlando di gente che non ha mai lavorato, nel senso che la gente comune attribuisce alla parola “lavoro”. Detti “artisti” sono offesi perché il governo ha tagliato loro i finanziamenti. Mettono sullo stesso piano la ricerca e l'arte. E loro sarebbero l'arte? Il cinema italiano è di solito una cosa penosa, che, non a caso, non vince da anni alcun premio nel concorsi internazionali. I nostri attori recitano come cani, e dovrebbero essere doppiati. E non ce ne vogliano i cani. Artisti della mutua! La ricerca è un'altra cosa. Il governo dovrebbe agevolare la ricerca utile, che è quella informatica e scientifica in genere. Cinema e letteratura si finanziano da soli, se i prodotti sono esportabili. Gli americani ci riescono benissimo, noi no. Noi cerchiamo di vivere di rendita, ma non funziona. Gli artisti in piazza, per difendere la Costituzione, dovrebbero andare a lavorare nei campi e nelle fabbriche, a mille euro mensili. Solo allora potrebbero parlare del “lavoro”. Molti tra quegli artisti sputano nel piatto dove hanno mangiato; si legga Mediaset! Ingrati ed abbastanza incapaci. Radical chic chiacchieroni. Simpatica la cantante “comunista”, che sappiamo essere proprietaria di immobili e terreni in sud America. Alla faccia della compagna!


lunedì 7 marzo 2011

I MAGISTRATI SERI

Ci sono pubblici dipendenti che non rispondono dei danni prodotti dalla loro incompetenza? Ci sono pubblici dipendenti che dopo aver superato un concorso diventano poteri dello Stato? Ci sono pubblici dipendenti che possono permettersi di rimandare le loro incombenze per anni, causando la scarcerazione di pericolosi criminali? Ci sono pubblici dipendenti che si autogovernano, si promuovono e si assolvono? Ci sono pubblici dipendenti che fanno carriera, a prescindere dai contratti collettivi bloccati? Ci sono pubblici dipendenti che dimezzano la pena detentiva a pericolosi assassini di madri e figli? Stiamo naturalmente parlando dei magistrati. Sebbene la sciocca ex sinistra si opponga per partito preso, è giunta l'ora di pretendere che questi signori, che nessuno ha eletto, lavorino come si deve. In Paesi più civili del nostro, e ci vuole poco, i magistrati sono eletti dal popolo; quindi se sgarrano cambiano mestiere. Negli stessi Paesi anche i politicanti, proprio perché eletti dal popolo, si sentono costretti alle dimissioni per motivi che in Italia farebbero ridere i polli. I magistrati che hanno voglia di lavorare, e di certo ce ne sono, non avranno problemi se la riforma di Berlusconi diverrà legge. I magistrati seri non devono temere lo sdoppiamento delle carriere: o fai il giudice, o ti occupi dell'accusa. Di seguito lo sdoppiamento del CSM, con le questioni disciplinari affidate ad un organismo esterno. La responsabilità civile è il minimo che si possa chiedere a qualsiasi pubblico dipendente, quindi anche ai magistrati. L'ex sinistra anche questa volta ha perso l'occasione per stare zitta. Gli italiani non amano la giustizia italiana, conoscendola come farraginosa, lunga, insopportabile e sostanzialmente ingiusta. Quanti genitori piangono in tv, dopo che un giudice chiaramente incapace ha assolto o sanzionato in maniera troppo soft un assassino su ruote, che ha ammazzato un inerme ragazzo o ragazza, che attraversava sulle strisce? Quel giudice deve cambiare mestiere, ma prima deve pagare il prezzo della sua incompetenza criminale. La Costituzione si può cambiare: lo prevede la Costituzione medesima. Diamo quindi una regolata a meccanismi che, dopo oltre sessanta anni, sono a dir poco inceppati.

martedì 1 marzo 2011

COSA FAREBBERO SENZA DI LUI?

Lui dichiara che la scuola pubblica non inculca ai giovani la cultura che i genitori vorrebbero fosse loro inculcata. Chiaramente è un punto di vista di destra, espresso da uno che accusa la scuola pubblica di essere di sinistra. Questo qualcuno, essendo presidente del consiglio dei ministri, dovrebbe pertanto incaricare il suo ministro (o ministra) di rivedere i contenuti dei libri di testo. Lui, Berlusconi, ci dice che la scuola privata sia preferibile a quella pubblica. Probabilmente molti di noi erano già giunti a quella conclusione, altri no. Berlusconi dovrebbe tuttavia considerare che non tutti possono permettersi di mandare i figli ad una scuola privata. Dipende dai soldi disponibili, non dall'ideologia. Il premier avrebbe dovuto aggiungere che, in ossequio alla sempre citata Costituzione, renderà possibile anche ai figli degli operai l'iscrizione e la frequentazione degli antichi licei reali, nel senso che erano frequentati da gente veramente ricca. La Costituzione anche in questo ambito è pura chiacchiera: per laurearsi in medicina occorre frequentare, quindi è necessario avere alle spalle una famiglia benestante. Viceversa è praticamente impossibile. Lo Stato non interviene in alcun modo per permettere al promettente figlio di un operaio di diventare primario, quindi non lo diventerà. Neppure l'opposizione ha detto o fatto alcunché in tal senso, confermando che Franceschini, Bersani, Di Pietro, Casini, Vendola e tutti gli altri parlano solo contro Berlusconi, ma di proposte operative neppure l'ombra. Quando il premier ha baciato l'anello di Gheddafi, e l'anello si trovava attorno ad un dito di una mano del dittatore africano, molti si sono scandalizzati. O meglio: si sono scandalizzati ricordandosene dopo l'inizio della rivolta del popolo libanese. A scoppio ritardato. Il problema è il consenso politico, non essendoci una norma che vieti di baciare gli anelli dei dittatori. Berlusconi per questo perderà voti? Vedremo. Questa è la forma, la chiacchiera, che riempie da sola quasi tutta una trasmissione RAI di prima serata. Le opposizioni hanno dovuto ammettere che Moro, Prodi ed i post-comunisti hanno sempre trattato bene Gheddafi, in nome del petrolio e del gas. Come mai siamo tanto ricattabili? Semplice: non solo non abbiamo il nucleare, ma continuiamo a perdere tempo per quel che concerne le torri eoliche e la diffusione massiccia dei pannelli fotovoltaici. Il nucleare è di destra, e le torri eoliche sono di sinistra? Iniziamo almeno da queste ultime, giusto per finirla di parlare a vanvera. Pare che però gli ambientalisti radical chic siano offesi dall'estetica di dette torri, ma in fondo quanti sono questi "verdi"? Se li hanno buttati fuori dal parlamento, vuol dire che sono proprio tre gatti (neppure quattro). L'opposizione deve sperare che Berlusconi campi ancora a lungo, perché altrimenti di cosa parleranno quei teneri cervellini, privi di qualunque creatività. Potrebbero lavorare e non poco sulla riforma costituzionale, ma si sono convinti che il testo post-bellico sia un monolite. Dove hanno studiato e dove diavolo si sono laureati quei conoscitori del diritto a corrente alternata?