sabato 27 agosto 2011

LA SCUOLA DELL'OBBLIGO ED IL POPOLO BUE

Nel 2006, dopo troppi tira e molla, la scuola dell'obbligo in Italia è pervenuta alla soglia dei dieci anni! In questi giorni, il governo, nella persona di Sacconi, si vanta però di poter ridurre a nove quella che sembra essere una pena detentiva, a patto che il ragazzo inizi a fare l'apprendista. Che un governo di centro-destra voglia mantenere ignoranti i cittadini non mi stupisce, ma non mi pare che gli ex comunisti si comportino meglio. Gli ignoranti si bevono tutte le frottole sulle tassazioni necessarie, perché sanno poco e non si informano neppure. Quando la terza media rappresentava la soglia oltre la quale diventare "grandi", molti aspiranti membri del popolo bue iniziavano a tirare i remi in barca fin dalla prima media. Poi, passando attraverso alcune bocciature, con l'ausilio di insegnanti stanchi e cani, potevano finalmente bruciare gli odiati libri. Troppi caproni sono così riusciti a cavarsela imparando il meno possibile, compresa l'educazione civica, e non la conoscono neppure adesso. Il punto è che, con la terza media, pochi hanno finanche imparato a scrivere in maniera decente. Poi, cogli anni, hanno addirittura disimparato qualcosa. Non possiamo lamentarci del mal funzionamento dell'Italia quando continuiamo a maltrattare l'istruzione. Le nazioni che meritano la tripla A nel rating hanno tutte, da tempo, portato l'obbligo scolastico al diploma. Noi no, perché vogliano essere "furbi", non necessariamente intelligenti. Adoriamo i calciatori semi-analfabeti, pagati da cento a mille volte un operaio. Un operaio peraltro cretino, giacché poi li adora allo stadio, ed è triste se fanno sciopero. In Italia sembra proprio che essere ignoranti rappresenti un percorso per il successo.

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