giovedì 30 giugno 2011

TAV o no TAV?

Il traforo ferroviario del Frejus, che ha 130 anni, è lungo 13,6 chilometri, tra Bardonecchia e Modane, con quota massima di 1335 metri. Il nuovo traforo, che ha messo in agitazione i no TAV, consentirà, a detta dell'architetto Virano, di trasportare merci attraverso le Alpi, senza bisogno di arrivare ad oltre 1300 metri di quota. In realtà, dice Virano, si tratta di alta capacità, non di alta velocità. Iniziare a bucare la montagna ai 750 metri di Chiomonte significa risparmiare tutta l'energia che i treni attualmente richiedono per raggiungere una quota di ulteriori 585 metri. Virano cita l'esempio della Svizzera, che evidentemente i buchi non li mette solo nel formaggio, ma anche nelle montagne. Loro asseriscono che i treni merci dovrebbero viaggiare in pianura, non in salita, per ovvi motivi. Lo scavo della cosiddetta TAV sarà affidato ad una fresa, tipo quella che ha realizzato la metropolitana a Torino, ma un po' più grossa. I lavori della metropolitana a Torino hanno creato disagi ed inquinamento ulteriori? Forse meno dei lavori eterni al passante ferroviario; per cui viene da chiedersi per quale motivo non abbiano impiegato anche in quel caso una bella talpa meccanica. Mi pare che Virano dica cose sacrosante; però mi chiedo come mai queste argomentazioni siano rese note solo in questi giorni, dopo anni di mal di pancia all'italiana. Spero che i treni non passino nei giardini delle case della Val di Susa. Auspico che i profeti di sciagure siano smentiti dai fatti, e si possa far parte dell'Europa, anche dal punto di vista dei trasporti su ferrovia. Non credo che attaccare briga con i poliziotti, in tenuta antisommossa sia una cosa da prendere in considerazione: loro sono pagati per dare bastonate, ed il loro mestiere lo sanno far bene. Potevamo evitare di iniziare i lavori l'ultimo giorno utile, se le forze politiche si fossero mostrate meno ambigue. Adesso sono tutte si TAV, eccetto qualche rifondarolo. I post comunisti non perdono occasione di parlare male della polizia, senza contare che i poliziotti sono salariati, e il compagno Pasolini li ha sempre preferiti ai rivoluzionari figli di papà.

sabato 18 giugno 2011

Brunetta contro la precaria comunista

Il ministrino, così definito per vie delle sue gambe corte, ha maltrattato una precaria, o una comunista? Può essere che sia stato il cognome della tizia, e non la sua occupazione, a scatenare i riflessi fulminei del sogghignante soggetto. Riflessi più veloci del pensiero cosciente: quanto serve a sopravvivere nella jungla. La piccola creatura però non ha incontrato la precaria in un contesto abitato da giaguari ed anaconda, bensì ad un convegno fino ad allora civilissimo. Quella precaria non è peraltro proprio il massimo della fame e della disperazione. C'è gente molto più precaria di lei. Quindi forse il suddetto ministrino è caduto in una trappola architettata dai perfidi comunisti. Gli amici della biscia dovevano aspettarselo, dopo i referendum, che li hanno bastonati per la seconda o terza volta nel giro di un tempo troppo breve per consentire loro di riprendersi. Quelli della Lega stanno cercando di scendere dalla nave che affonda. Adesso forse possono ancora allontanarsi a nuoto. Chiedendo quattro ministeri al nord, forse costringeranno il Berlusca a dismettere il suo sorrisino che tanto piace a quei pochi italiani che ancora ammirano il suo bunga bunga. Nonostante decine di milioni di votanti non abbiano votato, la maggioranza lo ha fatto, con i risultati che conosciamo: quattro sì! All'estero finalmente distinguono gli italiani dotati di cervello dall'ormai quasi scaduto premier.

giovedì 9 giugno 2011

FACCIAMO COME I TEDESCHI

Non ci sono dubbi che gli incidenti nucleari inducano l'opinione pubblica a diffidare delle centrali atomiche. Fortuna che detti incidenti non capitano tutti i giorni e neppure tutti gli anni. Che l'impiego dell'uranio per produrre energia elettrica sia, almeno all'inizio, conveniente è altrettanto vero. "Almeno all'inizio" significa però che ci saranno scorie da eliminare e centrali da smantellare. Questi sono costi aggiuntivi, che potrebbero azzerare tutto il risparmio iniziale. Quindi, dal punto di vista economico, è tutto da dimostrare che le centrali nucleari siano un buon investimento. Se qualcuno ci fornisse i dati di una gestione completa, potremmo fare due conti. Per come stanno le cose, pare che nessuno abbia ancora capito come eliminare le scorie e come dismettere le centrali. Di conseguenza, nessuno sa quanto possa costare. Come si suol dire. "qui casca l'asino", sperando che non si faccia male. Questo dal punto di vista economico. Dal punto di vista ecologico, il solo spauracchio delle scorie azzera qualunque discorso sulle centrali nucleari. Il problema con il nucleare è che assomiglia ad una torcia che si accende subito e produce tanta luce; però poi la torcia in questione non ne vuole sapere di spegnersi. La radioattività dura centinaia se non migliaia di anni. Se parliamo di inquinamento, forse la razza umana ha finalmente scoperto il modo di appestare l'ambiente per tempi veramente lunghi. Molto meglio dell'inquinamento da idrocarburi, da carbone, da metalli o da plastica. I tedeschi, che di solito sanno quel che fanno, hanno detto stop al nucleare. Contestualmente hanno avviato un programma serio per produrre energia elettrica dalle fonti rinnovabili. Collocheranno torri eoliche anche in mezzo al mare, oltre ai pannelli fotovoltaici che da qualche parte in Italia timidamente compaiono. Ci sono quelli che contestano le torri eoliche, in quanto deturperebbero il panorama. Questi signori potranno parlare solo dopo aver rinunciato al riscaldamento in casa, alla luce elettrica ed all'automobile. Vadano in bici, e si scaldino con il bue e l'asinello. I francesi, che si ostinano a sostenere il nucleare, rischiano di rimanere isolati in Europa. Se voteremo "sì" al referendum abrogativo sul nucleare, i francesi non costruiranno le centrali in Italia. Vero che, dovesse succedere qualcosa tipo Fukushima ad una centrale francese, noi saremmo coinvolti, data la contiguità territoriale. Altrettanto vero è che tra noi e loro ci sono le Alpi: uno sbarramento naturale, che, in certi tratti, supera i quattromila metri. In conclusione, costruire centrali nucleari non è un esercizio di coraggio, bensì un'ipoteca sugli anni a venire. E qui si parla di periodi molto, molto lunghi.

mercoledì 1 giugno 2011

Quel Gheddafi della mutua.

Ci siamo vergognati per lui e di lui, quando ha messo una mano sulla spalla ad Obama, e lo ha costretto ad ascoltare le sue lagnanze sulla sinistra e le toghe rosse. Qualcuno si è chiesto come mai uno che sostiene di essere un imprenditore di successo ed un uomo di mondo non conosca l'inglese. Obama era imbarazzato, di essere coinvolto in una tale crisi di senescenza e mancanza di senso dello Stato. Anche altri statisti si guardavano in giro, disorientati da quella sceneggiata. Quando Berlusconi si è recato a Napoli, per sponsorizzare Lettieri, Gigi D'Alessio ha rischiato che la gente mandasse a cagare anche lui. Poi il centro-destra ha perso definitivamente le elezioni amministrative. Berlusconi ha perso Milano, e De Magistris ha preso Napoli. Hanno vinto Vendola e l'IDV, non escludendo un apporto da parte dei grillini. Il PD ha capito di dover appoggiare De Magistris e Pisapia: un salutare bagno d'umiltà. L'impressione diffusa è che il berlusconismo sia alla frutta. Berlusconi forse è addirittura al caffè. La Lega ha perso roccaforti come Novara, patria di Cota. Bossi stesso rischia grosso, se continua ad appoggiare l'uomo di Arcore. Specie adesso che Berlusconi non riesce neppure più a fare eleggere uno dei suoi, come sindaco del suo paesello. Gli egiziani ed i tunisini hanno defenestrato i loro dittatori. I libici ci sono vicini. Forse noi, che abitiamo poco più al nord di loro, dovremmo imparare come si fa.