venerdì 26 febbraio 2010
NESSUN TETTO RETRIBUTIVO (per loro)
Nel 2009, il partito di Di Pietro era riuscito a contenere le indecenti retribuzioni dei suddetti manager entro il tetto delle retribuzioni dei parlamentari. Ora la commissione finanze della Camera (relatore Gerardo Soglia del PDL), rispondendo ad un preciso comando di chi comanda veramente in Italia, ha stabilito che nessun tetto sia accettabile per chi lavora così tanto ed indefessamente per la patria: banchieri ed altri squali in giacca e cravatta.
giovedì 18 febbraio 2010
Scioglimento del consiglio comunale di Rosarno
Visto il proprio decreto, in data 15 dicembre 2008, registrato allaCorte dei conti il 19 dicembre 2008, con il quale, ai sensi dell'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Rosarno (Reggio Calabria) per la durata di diciotto mesi e la nomina di una missione straordinaria per la provvisoria gestione dell'ente; Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realtà sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata; ritenuto che le esigenze della collettività locale e la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalità e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente; visto l'art. 143, comma 10, del decreto legislativo 18 agosto 2000,n. 267; vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione è allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 gennaio 2010; decreta: la durata dello scioglimento del consiglio comunale di Rosarno (Reggio Calabria), fissata in diciotto mesi, è prorogata per il periodo di sei mesi.
Dato a Roma, addi 29 gennaio 2010
NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Maroni, Ministro dell'interno
TANGENTOPOLI 18 ANNI DOPO
giovedì 11 febbraio 2010
L'inesistente segretario dell'inesistente Partito Democratico
Bersani ricopre la carica di segretario del PD da un periodo di tempo sufficiente a valutare se sia credibile o meno. Purtroppo per lui, ed anche per il PD, Bersani brilla per la sua assenza. Ogni tanto compare in tv, perché evidentemente ce lo mandano, ma sembra spaesato, come si fosse appena svegliato di soprassalto da una pennichella. Meglio lui di Franceschini, che faceva il segretario tappabuchi, ma era ormai preda di crisi isteriche giornaliere, e senza avere la scusa del "ciclo". La gerontocrazia ex comunista, mescolata ai catto-qualcosa che si ritrovano assieme (gente come la Bindi, che ha finito di rovinare la sanità pubblica), hanno perso la loro occasione di farsi guidare da qualcuno munito di attributi. In quel partito decisamente "partito", gli attributi li hanno in pochi, quindi dovevano indicare, come segretario politico, la Finocchiaro. La signora in questione ha saputo tenere a bada due o tre sgherri di Berlusconi alla volta, ed è molto preparata. Bersani invece è più un tecnico; uno che scrive le leggi. In Italia abbiamo un bisogno disperato di qualcuno che sappia scrivere le leggi, e Bersani lo sa fare; ma non ha la stoffa per fare il politicante da piazza. Bersani farà probabilmente la fine di quell'altro post-comunista che scriveva leggi. Qualcuno si ricorda ancora di Bassanini, che di leggi ne ha fatte ben quattro? Casini è il prototipo del segretario di partito politico italiano. Uno che parla di tutto, dicendo cose che fanno leva sulle anime semplici. E tutti noi sappiamo quante siano le anime semplici in Italia. Casini è un vero democristiano, che non si vergogna di esserlo. Bersani invece è uno che si vergogna parecchio, come se dovesse rispondere in proprio delle nefandezze di Stalin, del KGB e delle foibe di Tito. Casini, essendo un democristiano, appoggia contemporaneamente destra e sinistra, e le osteggia entrambe, a seconda delle regioni e dei chiari di luna. Bersani non sa più cosa dire, e cammina un po' gobbo. Speriamo che non voglia imitare Andreotti. Le anime semplici di Casini non si stupiscono della sua politica: i democristiani lo hanno fatto per un tempo doppio rispetto alla durata del regime fascista. Le anime semplici di Bersani credono ancora che "Baffone" possa invadere l'Italia con i suoi cosacchi del Don. Chi glielo spiega a certi rincoglioniti che Baffone è decisamente defunto? Il punto è semmai che le anime semplici dovrebbero guardare i quiz il tv, telefonare e chiedere "un aiutino". Le anime semplici non dovrebbero votare. La democrazia è un punto di arrivo, non di partenza. La nostra classe politica è il risultato dei pensierini illetterati del popolo bue. E, partendo dal presupposto che un toro non è esattamente un animale intelligente, si sa che il bue è un toro senza attributi. Cornuto e mazziato, come dicono gli abitatori del "Paese do sole". Se votassero solo quelli in grado di scrivere un tema, o magari un dettato, avremmo meno ladroni e confusionari in parlamento. Tra quelli che non saprebbero scrivere sotto dettatura, ci sono anche innumerevoli giovani telecomunicatori via sms. In che mani, povera Italia!