giovedì 29 ottobre 2009

Due accordi, uno più fasullo dell'altro

La contrattazione sindacale di ieri alle Molinette si è aperta con uno spettacolo a dir poco penoso: un sindacalista della CISL che pretendeva di anteporre un argomento di discussione agli altri già in scaletta. Nessuno dei presenti si è detto contrario a parlare della legge Merloni, ma non possiamo accettare che arrivi uno, che sembra reduce da una sniffata di naftalina, e ci imponga la sua volontà. Dovesse passare questo modo di operare, basterebbe impazzire a turno, per parlare solo ed esclusivamente degli affarazzi nostri. Noi della FSI siamo stati i primi ad uscire: se voleva straparlare, lo facesse da solo. Poi sono usciti anche gli altri, ed il tizio, accortosi che nessuno lo ascoltava, ha finalmente smesso di emettere il suo vociare fastidioso. La Merloni è stata spostata d'ufficio dopo i punti già preventivati. Abbiamo però perso circa un'ora e mezza, ed in futuro dovremo adottare solleciti provvedimenti al fine di contrastare simili manifestazioni di intolleranza alla logica ed al rispetto. Poi però ci siamo tuffati nel vivo della contrattazione: la decurtazione degli incentivi. Decurtare gli incentivi dei lavoratori non è una cosa facile da digerire, ma l'amministrazione ci ha proposto di tagliarli prevalentemente alla colleghe in maternità. Fare cassa sulle maternità ci sembra una cosa meschina, tanto più che l'azienda continua ad estorcerci cinquecentomila euro in posizioni organizzative, pressoché prive di logica funzionale. Noi della FSI non abbiamo firmato perché non serve alcun accordo per recepire una legge dello Stato. Dovevano recepirla dall'inizio, senza atteggiarsi a repubblica delle banane. Ora però se l'accordo raggiungerà il quorum delle firme, a qualcuno verranno restituite somme trattenute in maniera che retroattivamente viene definita indebita. Soldi che contribuiranno a sfondare il fondo incentivi. Una cura peggiore della malattia. Confusione che si sussegue a confusione. Accordi scritti male, ed interpretati peggio. Come se non bastasse, ci sono aggiunte prodotte di pugno da sindacalisti che con la lingua italiana litigano spesso e volentieri. Di sicuro non finisce qui con gli incentivi, perché presto dovremo stabilire chi siano quelli che secondo Brunetta non producono, quindi non meritano. A proposito della legge Merloni, l'azienda non ci ha detto a quanto ammonta la cifra, e tra chi ed in che modo sarà suddivisa. Di sicuro sappiamo che, a fronte di progettazioni interne inesistenti, sono state accantonate grosse cifre, che ora saranno elargite ai colleghi della SC Tecnico. Visto che l'azienda ed i sindacati CGIL e UIL non hanno voluto ridiscutere il regolamento, gli operai incasseranno collettivamente una quota bassissima. Per contro, ci saranno pochi, dirigenti e funzionari, che faranno la parte del leone. CGIL e UIL hanno insistito per pagare subito e tutto, secondo uno schema che è quanto meno discutibile.

venerdì 23 ottobre 2009

I REQUISITI DI UN DIRETTORE GENERALE

Il testo che segue è tratto da un bando della Regione Emilia Romagna, e concerne i requisiti necessari ad accedere alla selezione per l'ambitissimo e molto ben retribuito posto di Direttore Generale di azienda sanitaria.
Gli aspiranti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: a) diploma di laurea; b) esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie, svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione del presente avviso.
Questo è quanto prevede la normativa vigente: una laurea qualsiasi ed un'esperienza alquanto vaga "in posizione dirigenziale". Si potrebbe eccepire che sarebbe il caso di pretendere una laurea specifica, accompagnata da un perfezionamento serio in gestione aziendale. Notiamo che i medici non se la cavano male nel dirigere gli ospedali, e questa sembra la scoperta dell'acqua calda. Altri laureati forse non sono altrettanto preparati. In particolare, non è detto che un avvocato malriuscito sia un bravo organizzatore ed un bravo ordinatore di spesa. Il medico deve comunque studiare seriamente come si gestisca un'azienda vera, anche se poi si troverà il più delle volte a dirigerne una fasulla. Un'azienda vera ha un vincolo di bilancio, che le ASL/ASO/AOU hanno solo sulla carta. Invece accade che la normativa vigente lasci campo libero ai partiti politici, che infilano chi vogliono nelle larghe maglie di una selezione inesistente. Mancando il filtro professionale, in senso stretto, si impone l'ordine di scuderia di partito. Del resto questi sedicenti mega-direttori non corrono grossi rischi di essere defenestrati, essendo di fatto inesistenti i controlli esercitati dalle Regioni, che ripianano tutti i debiti, comunque siano stati contratti. Tanto paga pantalone. Poi bisogna considerare che ci sono le Regioni più virtuose. La sanità in Italia infatti viaggia non a due ma ad una ventina di velocità: bisogna aver fortuna di capitare bene, perché il trattamento non è assolutamente uniforme sul territorio nazionale. Esiste pure il rischio di lasciarci le penne, finendo sotto le grinfie di veri cani in camice bianco. E senza avercela con i simpatici quadrupedi.

CONTRAPPASSO MOLINETTIANO

Dopo aver trasmutato, nel corso di due distinte tornate concorsuali, fabbri ed elettricisti in assistenti e collaboratori tecnici, la ditta Molinette si è vista infine costrettaa bandire un concorso per assumere dei collaboratori tecnici veri. LeMolinette infatti cerca ingegneri, da collocare in Ingegneria Clinica; ingegneri in Ingegneria: lo dice il nome stesso. Detti ingegneri verranno collocati in categoria D, che è la stessa usurpata dai suddetti operai pluripromossi. Si troveranno quindi sotto braccio in D, gli ingegneri, i fabbri e gli elettricisti, in una commistione difficile se non impossibile da comprendere. Un abbattimento verso il basso, senza nulla togliere ai fabbri ed agli elettricisti. Ma perché i fabbri e gli elettricisti non fanno quel che sono capaci a fare, e non lasciano il posto di assistente e collaboratore tecnico a veri diplomati, geometri e periti, e veri laureati, architetti ed ingegneri? Come siamo pervenuti a questo assurdo? Per quanto possa sembrare sconvolgente, è bastato, da parte sindacale, pretendere che venisse dato tutto a tutti, e l´amministrazione ha semplicemente detto sì! I sindacalisti non devono necessariamente disporre e manifestare un senso morale, e neppure i dirigenti pubblici, ma questi ultimi dovrebbero se non altro fare attenzione ai bilanci delle cosiddette"aziende" che dirigono ("dirigono" si fa per dire). I dirigenti dovrebbero seguire master post-laurea in gestione aziendale. Molti lo hanno fatto (almeno sulla carta), ma viene da pensare che la Bocconi e la SdA le abbiano viste da fuori. Analizzando meglio il fenomeno, notiamo che (guarda caso) tra i pluripromossi ci sono molti sindacalisti. Sarebbe come affermare che i sindacalisti facciano le trattative in primis per sistemare se stessi, le mogli, le amanti, i fratelli, le sorelle, le nipoti, e chi più ne ha, più ne metta. Come se i parlamentari di destra e di sinistra, che litigano anche sul colore dei calzini, si mettessero d´accordo nell´aumentarsi lo stipendio di oltre mille euro mensili! In effetti purtroppo queste cose in Italia accadono. I parlamentari sono peggio dei sindacalisti, ma i dirigenti pubblici sono i soli responsabili legali dei buchi di bilancio. Questo abbrutimento dell´assistente e del collaboratore tecnico ha lo scopo di dover per forza ricorrere alle ditte esterne. Poi però le Molinette continua a fingere che esistano ancora progettisti interni, anzi che addirittura il loro numero sia aumentato rispetto ad un passato non lontano, nel quale per diventare assistente tecnico necessitava un diploma specifico, non"preso" con i punti, o cinque anni concentrati in un mese. Inoltre c´era l´esame di Stato. Crediamo che l´esame di Stato ci sia ancora, ma per la ditta Molinette è aria fritta. Non possiamo che augurare buona fortuna ai nuovi ingegneri, sperando che non finiscano, per un contrappasso molinettiano, a fare i fabbri o gli elettricisti.

martedì 20 ottobre 2009

Tremonti e Brunetta

Grande agitazione ha suscitato il buon Tremonti, affermando che il posto fisso garantisce alle persone una certezza che non si può viceversa ottenere con le occupazioni cosiddette “flessibili”. I sindacati tutti gli hanno ovviamente dato ragione. Qualcuno ha addirittura detto che: “è uno di noi”. Sul fronte opposto, la Marcegaglia ed il ministrino Brunetta hanno catalogato l’esternazione di Tremonti come arretrata e disfunzionale. In effetti Tremonti, ministro dell’economia di Berlusconi, ha detto una cosa che ha sorpassato a sinistra tutto ciò che stanno dicendo i tre aspiranti segretari del PD. Figuriamoci che l’attuale segretario del PD è addirittura impantanato in una polemica sul colore dei calzini! La Marcegaglia, essendo la presidente degli industriali, è stata in qualche modo costretta a dire quel che ha detto; è chiaro che a loro il lavoro flessibile, cioè sfruttato, serve non poco. Più divertente lo scontro a distanza tra Tremonti e Brunetta; il primo ha sempre dato l’impressione di essere un pianificatore macroeconomico, estroso e creativo, mentre il secondo si accanisce contro i lavoratori dipendenti pubblici, fagnani veri e presunti. Tremonti ha addirittura parlato male dei banchieri e degli economisti. Dovendo scegliere tra Tremonti e Brunetta, Berlusconi probabilmente affosserebbe il secondo, e non solo per l’aspetto gnomico (o gnomesco). Tornando al lavoro flessibile, l’uscita di Tremonti sputtana (ora si può dire) tutte le chiacchiere messe in giro da quei rompicoglioni dei giuslavoristi, morti ammazzati e non. Solo in teoria il lavoro flessibile è una genialata. In realtà i ragazzi e le ragazze invecchiano nell’incertezza, inciampando in lavori più che precari e più che provvisori. Il lavoro flessibile funzionerebbe se esistessero procacciatori di lavoro che non abbiano come unico scopo il lucro spietato. Visto che invece siamo nella patria dei furbetti del quartierino, il lavoro flessibile è solo un pacco. Viva Tremonti, abbasso Brunetta. Berlusca, fallo per noi: licenzia il ministrino!

lunedì 19 ottobre 2009

OPERAZIONE TRASPARENZA?

OPERAZIONE TRASPARENZA?
Le legge 69/2009 (art.21) impone alle pubbliche amministrazioni di pubblicare i redditi annuali dei dirigenti, oltre ai curricula (che sono sovente fonte di riflessione per i lettori). Come dicevamo, l'AOU S.Giovanni si è dovuta adeguare, ed ha pubblicato un elenco molto parziale sul proprio sito aziendale. Ma su “Operazione trasparenza” non sono computate le tredicesime! Come mai? Che i dirigenti le devolvano in beneficenza? Quasi tutti i direttori delle SC amministrative denunciano un reddito di 77.839€. Alcuni però non denunciano alcunché. Due direttrici di dipartimento su tre denunciano 91.839€, comprensivi di un non meglio specificato "altro" di ben 22.780€. La terza direttrice di dipartimento si deve ancora esprimere. I direttori delle SC amministrative percepiscono viceversa un "altro" di soli 11.320€. Dato che sul sito si parla di “trasparenza, sarebbe il caso di spiegare cosa trovi posto in “altro”. Tra i medici più o meno praticanti ci sono degli “altro” abbastanza impressionanti, che superano i 40.000€! Mancano per ora un sacco di nomi più o meno illustri, alquanto restii a vuotare il sacco (ad esempio, quasi tutti i dermatologi). Davini dichiara 123.960€, Giunta 148.739€, Galanzino 185.924€. Solo Giunta tra i tre mega direttori ha meritato (si è attribuito) un premio di risultato (24.790€) come dire che gli altri due si sono accorti del buco di bilancio, e non sembrava loro il caso di considerarlo un fiore all'occhiello. Per cui si sono accontentati di quei quattro soldi. Strano che tutti gli altri direttori il premio di risultato lo abbiano ottenuto, come se a sfasciare tutto fossero bastati quei tre, anzi due. La ditta dichiara di avere in carico 5.640 dipendenti, quindi ci sarebbero più di 1.300 dirigenti, corresponsabili di un dissesto finanziario che veleggia verso i cento milioni di euro nel 2009. Questo sì che è un risultato, ma saremmo tentati di definirlo negativo. Nel privato (banche a parte) i dirigenti non sono premiati quando fanno buchi nell'acqua. Il deficit preventivabile ammonterebbe a più di un sesto dell'intero fatturato, Ma andiamo avanti così, che ci sono ancora margini di peggioramento.

venerdì 9 ottobre 2009

IL PUNTO SU MOBILITÀ E COORDINAMENTI

La contrattazione di lunedì scorso si è aperta con una ritrattazione di quasi tutti i confederali sui contenuti del regolamento della mobilità volontaria. Come è noto, l'amministrazione sta adoperando un documento predisposto da una commissione paritetica come se avesse superato il vaglio del tavolo sindacale. Cosa che non è avvenuta. Quella commissione ha peraltro inibito la mobilità dei coordinatori Ds, creando non poche difficoltà ai colleghi privi del master. Possono cambiare posto di lavoro, ma decadono dall'incarico di coordinamento. Prima cosa da fare: trattare seriamente sulla mobilità del personale, specie quella interna ai dipartimenti. Coll'invenzione dei RAD, e la conseguente regalia di nuove posizioni organizzative, peraltro non contrattate come tutte le altre, il personale amministrativo operante nei dipartimenti assistenziali è vessato da capi e capetti, senza sapere a chi dare retta. L'accordo firmato lunedì riguarda i coordinatori con e senza master. Questi ultimi avranno ora il tempo di mettersi in regola, evitando fastidiose degradazioni di massa. Poi ci sono da considerare i numerosissimi Ds sanitari ancora da collocare. Si sono sentiti dire di aspettare, ma cosa? Noi al SITRA abbiamo chiesto e non ancora ottenuto l'elenco completo di tutti i coordinamenti sanitari. Posti di che tipo, coperti da chi, ed a che titolo. Il nostro intento è di fare chiarezza, non clientela, ed in ciò la Federazione Sindacati Indipendenti prende le distanze dalle “concertazioni” di CGIL, CISL e UIL.

martedì 6 ottobre 2009

INCENTIVI ANNO 2009, NUOVO TAGLIO

PROPOSTA AZIENDALE DI ULTERIORE TAGLIO AI PREMI
PER LA PRODUTTIVITA’ COLLETTIVA ANNO 2009
Per l’anno 2009, a decorrere dal 01/07/2009, per effetto della Legge, 03/08/2009, n 102, art.17, comma 23, con la quale viene convertito in legge il D.L. 01/07/2009, n 78, e conseguentemente viene abrogato il comma 5 dell’art. 71, della Legge 06/08/2009 n 113, di conversione del d.l. n.112 del 25/06/2008, le parti concordano che, oltre alle decurtazioni direttamente disposte dalla Legge n 133/2009, stessa , art. 71, 1° comma, in merito alla
retribuzione accessoria nei primi dieci giorni di assenza per malattia (fatte salve le eccezioni disposte dalla legge stessa e dalle circolari esplicative direttamente emanate dal ministero), i premi per la produttività collettiva non saranno erogati anche e solo, per tutte le restanti assenze dal servizio che comportano la non corresponsione del c.d. “ trattamento economico fondamentale”, ovvero, la sua attribuzione in misura ridotta. Per i periodi di assenza obbligatoria o comunque, retribuita al 100%, per maternità, si conferma l’attribuzione del 30% della quota spettante.
QUINDI:
GLI INCENTIVI NON SARANNO EROGATI PER LE ASSENZE DAL SERVIZIO CHE COMPORTANO L'ATTRIBUZIONE IN MISURA RIDOTTA DEL TRATTAMENTO ECONOMICO FONDAMENTALE.
EVIDENTEMENTE L'AMMINISTRAZIONE HA BISOGNO DI FARE CASSA, NON ESSENDO IN GRADO DI GARANTIRE IL SALDO INCENTIVI DEL PROSSIMO ANNO.
RICORDIAMO CHE NON ESISTE ACCORDO SINDACALE SUI FONDI CONTRATTUALI 2008 E 2009, MA LA DITTA CONTINUA A REGALARE 500 MILA EURO IN POSIZIONI ORGANIZZATIVE:
UN SINDACATO “GIALLO”, CHE CONTA SU OLTRE 4000 INCONSAPEVOLI FINANZIATORI, CHE DONANO MENSILMENTE ALLE P.O. UNA DECINA DI EURO!!!

sabato 3 ottobre 2009

Il continuo abuso del termine "tragedia"

La famiglia, la scuola, la tv non insegnano agli italiani a contenersi nel definire tragedia ogni disastro, disfunzione, incidente o attentato. La tv è viceversa la prima a straparlare di tragedie. Volessimo assecondare il loro modo di esprimersi, dovremmo affermare che proprio il loro modo di raccontare i fatti è una tragedia. Come lo è che molti giornalisti, incapaci di adoperare il dizionario, siano strapagati con denaro pubblico. Quello che è successo in questi giorni in Sicilia è una tragedia? Certo che l'isola ci ha abituati a situazioni un po' anomale, se rapportate agli standard dell'occidente. A Messina, piogge torrenziali hanno fatto franare un pezzo di montagna, addosso al sottostante paese. Ci sono stati dei morti (ben 21), altrimenti non farebbe notizia. Non è peraltro detto che noi italiani apprendiamo dall'esperienza, neppure se ci scappa il morto. Un occidentale diverso da un italiano avrebbe parlato di piano regolatore fatto da cani, di amministratori da sbattere in galera, e di una complessiva mentalità profondamente idiota. Parliamo di una idiozia tricolore, bianca, rossa e verde; perché a Sarno non era successa la stessa cosa? L'Europa ci guarda e scuote il capo rassegnata: quando impareremo che costruire negli alvei dei torrenti ed in zone soggette alle frane è da fessi e non da furbi? Il presidente della giunta regionale siciliana punta il dito contro un malcostume diffuso. Ma dimentica di essere a capo di tutta la baracca, quindi responsabile magari indiretto dell'accaduto. La Sicilia è la più autonoma tra le regioni autonome; ha addirittura un parlamento e dei parlamentari. Gradiremmo, essendo trascorsi quasi centocinquanta anni dall'unità d'Italia, che da quelle parti funzionasse qualcosa (oltre alla mafia, ovviamente). I siciliani protestano sommessamente anche ora, coltivando una rassegnazione molto poco occidentale. Del resto quella classe politica altamente incapace l'hanno eletta loro, o no?

venerdì 2 ottobre 2009

I COSIDDETTI "ESPERTI IN TERREMOTI"

La prima cosa da dire sugli esperti in terremoti è che prevedono il presente, non il futuro. Ci avvisano di un terremoto in corso, non di uno che verrà. Per quel che concerne le previsioni, gli esperti in terremoti predispongono mappe, che segnalano la sismicità del territorio, in base al pregresso. Bella scoperta che tutto l'Appennino sia sismico. Anche senza aver studiato scienze della terra, basta avere un minimo di memoria. La seconda cosa da dire è che gli esperti in terremoti negano che i terremoti si estendano a migliaia di chilometri dall'epicentro. Negano quasi sempre che i terremoti siano i papà degli tsunami; ma la volta in cui comunicano al mondo un probabile tsunami, lo tsunami non si fa vedere. Tutto questo gran lavorìo di cervelli e di lingue ci induce a progettare le case su molle, ma ci dovrebbe anche convincere a non perdere tempo a ristrutturare le città colpite massicciamente da un sisma. Costerebbe molto meno abbattere L'Aquila, e ricostruirla secondo criteri antisismici (cioè su molle). Come mai detti esperti delle ondulazioni e dei sussulti negano che le masse continentali, proprio perché galleggiano sul magma, siano a stretto contatto, e trasmettano l'energia del sisma a distanze colossali? In tv hanno trasmesso un servizio su un intagliatore in legno, che sosteneva di saper prevedere i terremoti. Pare che in effetti sia riuscito ad imbroccarne qualcuno, prima che avvenisse. Dopo son capaci tutti. Il tizio però non era uno scienziato, ma un autodidatta, e gli esperti in terremoti sono riusciti ad impedirgli di diffondere la sua convinzione blasfema. Ora che il tizio è morto, nessun falegname attenta più alla torre d'avorio dei constatatori di terremoti. E loro possono consolare i sopravvissuti con dati utilissimi come: l'intensità, la profondità e la durata della scossa. Se non fossero grandi scienziati, potrebbero formulare profezie tipo quelle di Nostradamus: poesia più che prosa, con contenuti talmente vaghi da prestarsi a qualunque interpretazione postuma.

LICENZIATELI IN TRONCO!

Risulta, da accertamenti di cassa effettuati con il solito ritardo di tre mesi, che il deficit della sanità piemontese sia ulteriormente cresciuto, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Pare altresì di capire che l'AOU G.Giovanni sia responsabile di almeno un terzo dell'intero dissesto. Se continuano a buttare i soldi in questo modo, a fine anno le Molinette potrebbe toccare e magari superare la soglia dei cento milioni di euro! Ci rendiamo conto che, per quelli di noi che sono cresciuti in mezzo alle lire, cento milioni non suoni altrettanto tragico di duecento miliardi, ma si tratta di una colossale dimostrazione di incompetenza gestionale, oppure l'AOU S.Giovanni è stata colpita da tale e tanta sfiga da giustificare un buco che avrebbe causato il fallimento di moltissime aziende vere. Fortuna che noi lavoriamo per un'azienda finta, che attinge a piene mani dal denaro pubblico. E, come si suol dire, alla fine paga Pantalone. Fortuna che il centro-destra non riesce a fare opposizione; altrimenti avrebbero già chiesto da tempo il licenziamento in tronco della direzione generale delle Molinette, e di tutti i direttori e direttorini che ad essa ruotano caoticamente attorno. Ci riesce difficile credere che la struttura complessa Tecnico commissioni una massiccia manutenzione di tutta la baracca, senza avvisare Galanzino e soci. La Regione potrebbe, o magari dovrebbe, tra una chiacchiera e l'altra, mandare qualche ispettore da queste parti, se non altro per appurare cosa comprenda la massiccia super-manutenzione a lotti, del costo di diciotto milioni. Diciotto milioni che non suonano altrettanto tragici di trentacinque-trentasei miliardi. Speriamo che poi, a manutenzione conclusa, non decidano di abbattere le Molinette, per spostare il poco rimasto in qualche prato di Grugliasco. Il commissariamento delle Molinette potrebbe essere una soluzione, ma dovrebbero nominare un commissario di polizia, di quelli buoni!