domenica 28 giugno 2009

I timidi giovani del PD

Tutto sommato educati e contenuti, i giovani del PD hanno fatto finta di autoconvocarsi al Lingotto. I giovani del PD, che sarebbero poi gli under 40, hanno chiesto una nuova leadership, e l'apparato ha risposto sollecitamente con tre nomi: Franceschini, Bersani e Chiamparino. Tutta gente estremamente giovane! Franceschini, che non si sarebbe dovuto candidare alla segreteria, non vuole mollare l'osso, e parla come se fosse già rieletto. Del resto, Franceschini ha asserito di avere contenuto la destra. Traduzione: il PD non ha perso a Torino provincia, Bologna e Firenze. Si vede che da quelle parti gli amministratori pubblici sono più capaci e/o meno ladri della media. In fondo gli italiani si accontentano di poco: strade non completamente cosparse di buche, immondizia raccolta abbastanza bene, un numero contenuto di furti e stupri, ottenere un verdetto di giustizia civile entro la durata di una vita umana, andare al mare, in coda, a farsi spennare dagli albergatori. Bersani punta ai ceti produttivi, quindi esclude parecchi milioni di pensionati, cassaintegrati, precari, disoccupati, studenti, casalinghe, o forse ha ritenuto scontato il loro appoggio. Fossi in lui, non ci scommetterei. Chiamparino dice di volere continuare a fare il sindaco di Torino, dove, per motivi misteriosi, riscuote grande consenso. Chiamparino non è un politico nazionale, quindi smuoverebbe quella specie di carrozzone gerontocratico. Qualcuno lo osserva con interesse, contraccambiando il suo sguardo imperscrutabile. Chiamparino potrebbe accettare una missione quasi impossibile: essendo un tifoso del Torino calcio, è abituato a soffrire. D'Alema, Fassino, la Finocchiaro tirano al piccione, sparando su uno o tutti gli autoreferenziati. Candidati a parte, quale sarebbe il disegno del nuovo PD? Franceschini parla di una nuova classe dirigente. Allora perché lui per primo non si leva dalle scatole? Basta parlare dell'eros vero o presunto del premier. Data l'età, se combina ancora qualcosa bisogna fargli un monumento. A forza di intercettarlo, lui ha reagito penalizzando anche la sorveglianza sui delinquenti. Così abbiamo fornito un nuovo alibi a quelli che i criminali dovrebbero metterli dentro. Una cosa che dovevano fare quelli del centro-sinistra, e non hanno fatto: il decreto anti-stalker. Una cosa che nessuno è ancora riuscito a fare: che gli stalker, segnalati all'autorità giudiziaria, ammazzino per la strada le loro vittime.

giovedì 25 giugno 2009

IL VECCHIETTO DOVE LO METTO?

Ricordate la canzone di pari titolo, cantata da Modugno nel 1977? Forse fu in risposta a quell'atroce dilemma esistenziale che furono inventate le residenze per anziani RSA: un modo meno drastico per dire “ricovero per vecchi”. Ora il piano sanitario della regione Piemonte, o forse solo quello della cosiddetta “azienda Molinette” ha però pensato bene di sovvertire le cose. Per essere un piano regionale di rottura, questo PRR ha rotto parecchio, partorendo tra le tante furbate il quorum minimo di nascite, come se si parlasse di referendum. Sul versante opposto, i pensatori dell'Assessorato di Corso Regina Margherita hanno deciso di sbaraccare l'IRV, nel senso che non accolgono più ospiti. E il vecchietto dove lo metto? L'IRV diventerà quindi, nel giro di due o tre anni, un presidio per post-acuzie, dove le Molinette scaricherà i pazienti operati di fresco; perché un letto in un reparto di degenza ci costa più che un soggiorno in una suite nel miglior albergo degli Emirati Arabi! Come mai l'IRV alle Molinette? Come mai le strutture in perdita le regalano a noi? Non ci mancano di certo gli spazi sotto-utilizzati. In questo modo aiutiamo un certo tipo di sanità privata. Tutto ciò ci trasmette un brivido lungo la schiena, nonostante il caldo. L'amministrazione ci sta tempestando con messaggi del tipo:-sette milioni di buco nei primi 3 mesi, e siamo quasi in luglio,-tagliamo gli incentivi, perché i soldi ce li siamo fumati,- dobbiamo fare tutti un sacrificio, specie il comparto. Però non ci dicono come mai continuano a regalare 500mila euro di posizioni organizzative. Pare ci sia un eccesso(?) di infermieri ed OSS, ma non rispondono quando parliamo di super-infermieri, stra-pagati. Non vogliono parlare di ristorazione, né dei costi dei cantieri e della manutenzione (più cari di Molinette 2). Tornando all'argomento e chiudendo: crediamo che la sanità debba adeguarsi alle esigenze dell'utenza, e non auspicare che i più deboli, in questo caso gli anziani, si levino sollecitamente dalla faccia della Terra. E pensare che Giovanni Paolo II° asseriva che l'anziano fosse un enciclopedia vivente...

mercoledì 17 giugno 2009

Gemeaz Molinette: quali novità?

Da mesi i sindacati alle Molinette cercano di portare sul tavolo della trattativa la questione Gemeaz, ma l'azienda non si è neppure degnata di calendarizzare un incontro. Ha addirittura avuto la sfacciataggine di rispondere al Difensore Civico che “le relazioni sindacali sono di esclusiva prerogativa delle parti, e che pertanto non sono oggetto di interferenze da parte di organismi terzi”. Secondo loro il Difensore Civico sarebbe un “organismo terzo”. Definizione alquanto stravagante, anche per i nostrani cultori del diritto. Si legge nel sito del Consiglio Regionale, che “l'ufficio del Difensore Civico, organismo tipico di uno stato moderno, si propone di evitare che si instauri il contenzioso tra cittadino e amministrazione pubblica; il suo compito, infatti, è quello di tutelare il cittadino in riferimento a carenze, disfunzioni, abusi o ritardi compiuti da servizi e uffici”. Ovviamente, per chi continua a credere che le Molinette sia una sorta di S.Marino della mutua, queste sono solo chiacchiere. Tanto più che l'istituto ha la sua origine nell'ordinamento scandinavo, dove assume il termine di Ombudsman. Chiaramente la mentalità dominante alle Molinette è tutt'altro che scandinava! Non facciamo neppure la raccolta differenziata. Grazie a Repubblica (giornale per nulla schierato politicamente) ora sappiamo che l'appalto ristorazione scadrà a marzo, e che la Gemeaz parteciperà alla nuova gara. Gemeaz dichiara che i termini dell'accordo sono mutati strada facendo. Di sicuro sono diminuiti i posti letto, ma questo è un vanto del piano sanitario regionale. Poi si lamentano se la sanità è in deficit. I sindacati dovrebbero essere informati dall'amministrazione, non da Repubblica, se la Dietetica rileva deficit nutrizionali. Dovremmo anche sapere, senza reticenze, quanto costi globalmente un pasto. Su una cosa ha ragione la CGIL: questa amministrazione decide sovente fregandosene degli accordi sindacali, ma è uno status mentale che risale come minimo alla gestione precedente. Quindi tutti quelli che c'erano prima di Galanzino coltivano ancora questo vezzo, grazie all'appoggio tacito della triplice. L'attuale DG si è presentato come “discontinuo”, ma era solo uno slogan. Dobbiamo dire che in mensa non si mangia male, ma ci andiamo in pochi. La mensa Gemeaz è più grossa della precedente, ma potevamo farne a meno. Odasso ha dismesso la ristorazione interna, che funzionava abbastanza bene da più di 60 anni, grazie alla benevolenza sindacale. E chi era più grosso è stato anche più benevolente. In generale, le esternalizzazioni funzionano quando si può sostituire il personale con altro meno pagato e più ricattabile. Fortuna che queste “aziende” sono ancora enti pubblici, ed i licenziamenti non assecondano la creatività dei DG.

sabato 13 giugno 2009

Non tutti piangono miseria

Ikea si sposta da Grugliasco a Collegno, in una sede più grande. Segno che per il gruppo svedese la crisi non esiste, e questa è una bella notizia per l'occupazione, almeno per quella dell'Ikea. Dovremmo piantarla di piangere miseria per il gusto di farlo, modello Franceschini. Lamentiamoci quando è il caso, ma suggeriamo almeno una soluzione. Non serve tenere eventuali gruzzoli sotto il materasso, sperando che per la disperazione ci regalino case, macchine e tutto il resto. Se i prezzi collassano, seguiranno i licenziamenti e la fame. Se viceversa gli svedesi presumono di poter aumentare le vendite, è segno che gli italiani continuano a comprare i loro mobili. Imparare da loro non sarebbe male. Passando dalle parti della vecchia Ikea, mi è capitato di ipotizzare un nuovo uso per la struttura dismessa: la possibilità per il servizio sanitario di recuperarla come presidio ospedaliero. Di sicuro non mancherebbero i parcheggi, che sembrano uno dei maggiori assilli dei dipendenti e degli utenti. Ci sono collegamenti stradali e ferroviari. L'ex magazzino, dotato di aria condizionata, potrebbe ospitare qualche medicina generale, poliambulatori, radiologie, laboratori, day hospital e day surgery. Perché le medicine? I pianificatori politici della sanità piemontese hanno parlato a lungo ed a sproposito di decentrare Molinette (Molinette 2 e 3), senza dirci cosa avrebbero spostato a Grugliasco. Non ne avevano idea, o erano affascinati dalle loro stesse chiacchiere. Guarda caso ora proprio a Grugliasco si è reso disponibile un edificio riutilizzabile, e le medicine sono il ricovero di base, da cui diparte tutto il resto. Alle Molinette piangono miseria per il deficit, che guarda caso deriva dalla minore ricettività nei reparti di degenza. Gli ambulatori ed i day hospital non sostituiscono le vere degenze, ma a certa gente non lo si può proprio spiegare. A proposito di strutture dismesse, comprate con denaro pubblico e poi trasformate in un nulla di fatto, c'è stato un ex stabilimento Fiat che affacciava su via Nizza e via Farigliano. Quindi non sarebbe la prima volta che denaro pubblico viene usato per trovare una diversa destinazione ad ex stabilimenti. Ma questa volta non dovremmo pagare anche per smaltire l'asbesto, e poi farci crescere le erbacce.

giovedì 11 giugno 2009

A forza di parlarne male

Le sconfitte elettorali fanno sempre male, specie quando ci si era illusi che anche i nemici avessero perso terreno. Quando, il giorno dopo, si scopre che le elezioni amministrative sono in effetti diverse da quelle europee, la mazzata fa star male. In fondo dell'Europa ce ne frega fino ad un certo punto, ma con le amministrazioni locali ci conviviamo tutti i giorni. Allora si litiga anche all'interno del proprio partito, senza smettere di litigare all'esterno. Peggio di così può ancora andare, ma ci si sente come se si fosse toccato il fondo. I più cretini litigano apertamente in tv, con i compagni di partito, cosicché la gente possa dire: "meno male che non li ho votati", o: "la prossima volta col piffero che li voto!". Il risveglio è brusco anche per quel che riguarda il bipartitismo: in Italia non ci siamo ancora arrivati, e non è detto che sia auspicabile arrivarci. Per il momento siamo al pentapartitismo: due grossi e tre più piccoli. Tra una decina di giorni dovremmo referendare sulla legge elettorale. Dovremmo attribuire il premio di maggioranza al solo Berlusconi, per paura di darlo anche a Bossi? Tessere elettorali sprecate, alberi abbattuti per niente, quorum quasi sicuramente irraggiungibile. Questa non è democrazia, ma solo una passerella di dubbio gusto per il referendario di professione, Segni. La vigente legge elettorale non è così terrificante: in fondo ha tagliato fuori tutti quelli che non arrivano al 4% dei consensi. L'estrema sinistra non si è spaventata, e si è presentata con due liste che complessivamente superano il 6%, ma non si sommano perché i sedicenti difensori dei lavoratori si accapigliano su questioni che francamente sono indecifrabili. Non ci risulta che rifondaroli e soggetti assimilabili abbiano lanciato l'allarme sulla concreta possibilità che la Fiat-Chrysler sia nata per recare beneficio alla famiglia Agnelli, e non agli operai degli stabilimenti italiani. I comunisti della mutua che non si sono accorti della contrazione implosiva di Mirafiori. Uno stabilimento colossale che assomiglia sempre più ad un buco nero, destinato a papparsi tutto l'indotto. Chi impedirà a Marchionne di produrre i telai di tutti i modelli in Polonia, o in qualche stato neo-comunitario, dove gli operai li pagano ancora con sacchi di patate e scatole di fagioli? Quelli del PD ed i media asserviti hanno cercato di far fuori Berlusconi con 'sta Noemi, e lui ha rilanciato chiedendo un plebiscito. Hanno toppato ambedue, ma Berlusconi e Bossi si sono consolati portando via al centro-sinistra quasi tutti gli enti territoriali in palio. Franceschini si era recato nella natia Ferrara prima delle elezioni, ed a Ferrara si andrà al ballottaggio. Quindi poteva evitarsi il viaggio.

martedì 9 giugno 2009

“QUESTO MESE CI DANNO I SOLDI?"

Tra tutte le domande che vengono poste ai sindacalisti, questa è sicuramente la più gettonata. Perché il lavoro è il mezzo, ma il salario è il fine. In più, qualcuno appiccica continuamente qualcosa in bacheca, promettendo saldi o arretrati. È il caso del saldo incentivi 2008, che dovrebbe pervenire nelle nostre tasche, dopo tutte le verifiche sul raggiungimento dei risultati (e le montagne di chiacchiere correlate). Sebbene l'azienda sia sempre più in deficit, chiariamo che non può essere colpa del comparto, bensì di chi, dalla Regione in giù, non ha capito che erogando meno prestazioni s'incassa meno. Abbiamo presidi e reparti inutilizzati, ambulatori sottoutilizzati (liste d'attesa), dimissioni veloci, pronto soccorso inadeguato. Forse per alcuni medici l'attività istituzionale è in subordine rispetto a quella privata. Auspichiamo che l'azienda non voglia penalizzare il comparto per i soldi pubblici che personaggi ben individuabili buttano letteralmente dalla finestra. Esempi ne abbiamo tantissimi: cantieri, lavori mal fatti (ma molto cari), acquisti, contratti di collaborazione (almeno 4 super-infermieri dell'est a 7200-7600 € mensili!). Il costo del personale cresce, a fronte di un PIL che cala. La Regione ora pretende un piano di rientro, entro giugno. Effetto elezioni? Ne vedremo delle belle. L'8 giugno abbiamo discusso di incentivazioni trapianti. Diciamo subito che la cosa riguarda 539 addetti, circa 403mila €, infermieri, tecnici e personale di supporto. L'azienda ha individuato una prima linea (Chirurgia Generale 8, Cardiochirurgia) ed una seconda linea (Gastroepatologia, Farmacia, Banca del Sangue, Laboratorio Analisi). Importantissimo: l'accordo deve essere riferito al 2007, e non al 2009. Non dovremmo muoverci a spanne, quando si parla di quote di 1600 €: ci sorprenderemmo se gli addetti del 2009 fosseroesattamente gli stessi del 2007. Ma amministrazione e triplice non la vedono come noi. Altro particolare: perché pagare 1600 € gli infermieri di gruppo 1, e meno di 1/3 quello di gruppo 2? Abbiamo proposto 1316 e 658 €, in rapporto più equo. Diciamo infine che le quote proposte e sottoscritte per il personale di supporto sono decisamente basse: 360 (gruppo 1) e 200 € (gruppo 2).


domenica 7 giugno 2009

L'adorazione del ricco

Il massimo che si possa fare, per asservire il popolo bue, è stato

fatto: ora il popolo bue adora i propri padroni. La massa, per

definizione, manifesta l'intelligenza collettiva dei suoi più stupidi

componenti. La massa ululante è la negazione dell'equazione secondo la

quale sommando due quadrati si ottiene un valore aggiunto. La massa

non produce valori aggiunti, ma solo l'imposizione del soggetto

stupido e rumoroso su quello riflessivo e silenzioso. Una

dimostrazione per tutte: quelli che vanno allo stadio non autorizzano

forse i club a pagare milioni gli allenatori ed i calciatori? Quelli

che vanno allo stadio e guardano le pay tv non adorano forse gente che

porta a casa stipendi che sono centinaia di volte quello di un

operaio? Fa bene Ciro Ferrara a farsi pagare un milione l'anno, visto

che glieli danno, anche se l'allenatore dell'Inter prende dieci volte

tanto. Quindi Ferrara è uno che si accontenta. Altre adorazioni

chiaramente dettate da una profonda idiozia, sono quelle rivolte ai

cantanti ed agli attori. I maledetti morti di fame sbavano per

quell'ereditiera, bionda, afona e mignotta che si spaccia per

cantante. C'è la coda per andare a vedere il Vasco, sborsando dei bei

soldini. E lui sul palco fa l'alternativo e il mezzo comunista, per la

gioia dei polli. Chissà cosa pensa dei suoi supporters che non sempre

arrivano alla fine del mese con un euro in tasca? Tutti ci accaniamo

contro i parlamentari, ma quelli si pagano "solo" decine di volte un

operaio, non centinaia. I cretini si sentono molto più vicini ai

giovani, belli, ricchi e pressoché analfabeti. Chissà come mai uno con

le toppe al culo si sente simile a gente che abita in mega-ville? Si

parla di questione morale, ed allora stabiliamo che un calciatore non

possa essere pagato più di un magistrato della Cassazione. In fondo

questi ultimi per farci ridere hanno studiato una vita. Come mai

l'uomo comune "moderno" non si sente sfruttato? Perché, il pollo,

crede alla pubblicità ed allo slogan "io valgo!". La povera bestia!

Capiamoci: non si tratta di retribuire gente capace di produrre

innovazioni tecnologiche, in grado di salvare milioni di vite, bensì

gente che saltella dietro un pallone, o canta, o recita, o guida la

moto. Lo fanno bene, ma ci deve essere un limite all'indecenza. Trovo

amorale che, a fronte di questi super-ricchi, tantissimi bambini

continuino a morire di fame e malattia.

lunedì 1 giugno 2009

MAGNA STEYR ed OPEL

Quattro anni fa, Auto_blog.it riferiva che la Fiat avrebbe affidato alla Magna Steyr la progettazione e la produzione della sostituta della Stilo. Magna Steyr si presentava come l'unico contractor in grado di mettere in produzione il nuovo modello entro l'anno successivo. Nell'articolo citato si definiva la Stilo: "un disastro". La Fiat aveva previsto di assemblarne 400mila l'anno, ma si era fermata a 100mila. La monopolista italiana con questa strana mossa dava del lavoro alla concorrenza e dichiarava di poter risparmiare addirittura del 30%, rispetto alla produzione casalinga. Erano conciati veramente male! Non solo la Fiat costruiva già all'estero troppi modelli, ma in patria non riusciva neppure più a migliorare i modelli esistenti. La Magna Steyr assemblava, nel 2005, gioiellini come la Bmw X3, la Jeep Gran Cherokee, la Chrysler 300C e l'Audi TT. Non c'è da sorprendersi se Opel abbia preferito la qualità alla quantità. La Fiat non prometteva altro che risparmi di scala, cioè chiusura di stabilimenti, eccetto nel caso in cui il nuovo gruppo fosse riuscito a polverizzare tutta la concorrenza: pura fantascienza. La Magna Steyr ha viceversa dimostrato di saper lavorare meglio della Fiat, per ammissione implicita della Fiat medesima. Sullo sfondo, un popolo coriaceo (i tedeschi) che quando pensa al lavoro pensa al lavoro, e non alle ferie. Noi invece pensiamo sempre ai ponti (nel senso delle ferie), poi non sappiamo più costruirli (con riferimento a quelli che crollano per eventi naturali, o cemento avariato). Cosa dire del ruolo dei sindacati? Quelli tedeschi hanno battuto i pugni sul tavolo, e l'hanno spuntata alla grande, dato che Opel non è fallita assieme al resto della General Motors. I sindacati italiani hanno dato tutta la colpa al governo, che in effetti non è che si sia rotto la schiena per favorire la scalata di Marchionne. Quell'anima candida di Franceschini nel frattempo pensava alle foto di Noemi.