mercoledì 29 aprile 2009

120€ IN MENO, A TESTA

Il 19 marzo 2009 abbiamo presentato un esposto al Collegio Sindacale ed alla procura della Corte dei Conti, segnalando che l’AOU S.GIOVANNI BATTISTA aveva deliberato 23 bandi di avvisi interni per l'assegnazione di posizioni organizzative, senza avere preventivamente sottoscritto l'accordo per il corrente anno con le OO.SS., ai sensi dell'art.4 del CCNL del 2002-2005, che vincola appunto le parti ad individuare le risorse con cadenza annuale. Prima di spendere i nostri soldi, dovrebbero almeno chiedercelo.
Il Collegio Sindacale, il 3 aprile, ha esaminato l'esposto suddetto, e, sentito al riguardo il Direttore Amministrativo, ha rilevato come la contrattazione integrativa di cui si lamenta la mancanza, sia in realtà avvenuta con la RSU in data 9.12.2008, ancorché l'accordo aziendale non sia stato sottoscritto dall'UnSiAu. Il Collegio non ha pertanto ravvisato irregolarità o illegittimità. La procura della Corte dei Conti ha viceversa ritenuto che la nostra segnalazione non rientrasse tra le sue competenze...
L'accordo del 9 dicembre, che a detta del Collegio Sindacale e del Direttore Amministrativo, autorizzerebbe l'amministrazione a spendere in modo discutibile i soldi dei lavoratori, riguarda gli anni 2006 e 2007. Risultano pertanto scoperti il 2008 ed il 2009. Detto accordo è stato siglato da CGIL, CISL, UIL e Nursing Up. Diciamolo, perché è giusto che si prendano le loro responsabilità. Firmano con cura tutte le pagine, e non si accorgono di ratificare cose già fatte, lasciando scoperti interi bienni. Che la loro sia solo disattenzione? Come mai i signori del Collegio Sindacale non se ne sono accorti?
Poco prima di Natale, l'amministrazione voleva incrementare le posizioni organizzative di altri cinquantamila euro, ma non è stato siglato alcun accordo. Subito dopo, con il tacito accordo della maggioranza della RSU, l'azienda ha però deliberato di incrementare di centomila euro le posizioni organizzative. Soldi provenienti, fino a prova contraria, dai nostri incentivi, sebbene in un bando dell'OSRU ci sia scritto “fuori fondo”. E noi ci chiediamo allora da dove diavolo li abbiano presi quei soldi “fuori fondo”.

sabato 25 aprile 2009

LA PARTE GIUSTA E LA PARTE SBAGLIATA

Il 25 aprile di quest'anno ha messo d'accordo destra e sinistra, o almeno così è parso guardando la tv. Napolitano ha invitato gli italiani a trascendere le differenze del passato, a vantaggio dell'aggregazione nazionale. Basta parlare di fascisti e di comunisti, e basta anche ritenere che il 25 aprile sia festa solo di una parte politica e non di tutti gli italiani. Berlusconi era stato invitato, o sfidato, a partecipare alla commemorazione; e lui c'è andato! C'era anche Larussa, che in passato fu fascista, di quei fascisti che si ritrovarono nel Movimento Sociale. Poi venne Alleanza Nazionale, che è recentemente confluita nel Partito della Libertà, di Berlusconi. Napolitano ha parlato di parte sbagliata, e gli hanno fatto eco praticamente tutti perché in effetti chi perde diventa inevitabilmente "parte sbagliata". Un distinguo c'è stato a proposito del coraggio dimostrato anche da chi si trovava dalla parte che venne sconfitta. Un riconoscimento postumo della dedizione ad una causa, buona o cattiva che fosse. Berlusconi, tanto che c'era, ha proposto un nuovo nome per la festa del 25 aprile: la festa della libertà riconquistata. La storia insegna che i buoni raccontano ciò che avvenne; in questa narrazione, gli altri sono descritti malissimo. Poi, un po' alla volta, si scopre che anche i vincitori non furono sempre splendidi. Qualcuno si chiede se fosse il caso di massacrare tutti quei civili giapponesi con le bombe atomiche. Qualcosa di simile accadde quando inglesi ed americani, a guerra praticamente conclusa, "diedero una lezione" ai tedeschi, sterminandone centinaia di migliaia con i bombardamenti "convenzionali". Una revisione storica dovrebbe evidenziare che dovevamo evitare di inimicarci contemporaneamente ambedue le parti in conflitto. Specie perché, quando ci fu l'armistizio, i tedeschi erano ancora in Italia, e gli anglo-americani stavano arrivando. Ora che Berlusconi è sceso in piazza il 25 aprile, non potranno nemmeno più chiamarlo clerico-fascista. Una cosa si dovrebbe rammentarla, a proposito della partecipazione dell'Italia alla seconda guerra mondiale: senza le armi pesanti, non avremmo mai potuto vincere, e neppure pareggiare. Mussolini si illudeva di essere entrato in un conflitto già quasi concluso, e vinto dai nazisti; ma evidentemente le sue stesse chiacchiere lo avevano rimbambito. I sovietici allora erano "buoni", quindi Stalin non era un dittatore, bensì un angioletto. Dopo la seconda guerra mondiale, anche i sovietici, per quanto l'avessero sicuramente vinta, divennero "cattivi". Si vede che i nostri libri di storia li hanno scritti gli americani.

venerdì 24 aprile 2009

Verheugen e la teutonica Opel

Verheugen, commissario europeo all'industria, si è chiesto dove diavolo troverebbe i soldi la Fiat per rilevare la Opel. Verheugen, di cui pochi finora avevano sentito parlare, si è posto il quesito suddetto ad alta voce. Di conseguenza, Frattini e Scajola sono insorti in difesa dell'industria automobilistica nazionale. Marchionne si è chiesto, a sua volta, se il ruolo del commissario europeo all'industria non richieda magari un atteggiamento super partes. Probabilmente a Verheugen non va bene che la teutonica Opel finisca nell'orbita dell'italica Fiat. C'è da dire che la Opel anche ora è tedesca per modo di dire, dato che fa parte della General Motors. Quindi il tedesco voleva dire che: passino gli americani, ma farsi comprare dagli italiani... Probabilmente la domanda di Verheugen ha una risposta molto semplice: la Fiat non ha i soldi per comprare la Opel, e neppure quelli per comprare la Chrysler. La Fiat ha dei debiti, come tutte le case produttrici di auto, ma sta meno peggio di molte concorrenti. Non ci sarebbe da stupirsi se Marchionne riuscisse ad acquisire il controllo di Chrysler e di Opel senza cacciare un euro. Rispetterebbe la tradizione Fiat, che a suo tempo non sborsò una lira per l'acquisto di Alfa Romeo e Lancia. Se Obama dice che la Fiat può rilanciare la Chrysler, le banche Usa dovranno produrre le fidejussioni necessarie. Del resto le banche Usa sono state tirate su per i capelli dal loro governo, quando erano più di là che di qua. La piantino di fare ostruzionismo, gufando contro la Chrysler, e si mettano in riga. Quei maledetti banditi distruggerebbero la terza industria automobilistica del paese, per lucrare; ma Obama non permetterà che quei parassiti si spartiscano le spoglie di una Chrysler fallita. Che c'entra Opel? Si vede che il buon Obama ha una tale fiducia nella Fiat, che le affiderebbe anche un pezzo di General Motors (la Opel appunto). Nascerebbe un gruppo industriale veramente multinazionale, in grado di fare macchine piccole, grosse e medie, ma specialmente di cambiare rotta rispetto a quei mastodonti su ruote che fanno tre chilometri con un litro. Il mercato dell'auto ricorda il film "Highlander", dove gli immortali si massacravano a spadate. Forse non ne rimarrà solo uno, come nel film, ma di certo i produttori attuali sono troppi, e per sopravvivere bisogna diventare ancora più grandi e ramificati. Plauso dalla Cisl alla missione di Marchionne. Speriamo che la nuova Fiat-Chrysler-Opel non decida di fare a meno di troppi lavoratori, e non razionalizzi chiudendo stabilimenti in Italia.

lunedì 20 aprile 2009

Berlusconi ed i PM

Proprio questa mattina, i tg riferivano che la gradibilità di Berlusconi è giunta al 56%. Di fatto è aumentata di qualche punto, rispetto a quella registrata dopo le elezioni politiche. Se si rivotasse domani, il centro-destra batterebbe il centro-sinistra in maniera ancora più massiccia e dolorosa. Solo Casini tiene il passo del PdL. Può darsi che raccolga i frutti di una linea politica rigorosa, oppure pochi capiscono cosa dice, e gli riconoscano la buona fede. I ministri di Berlusconi sono graditi come lui, e qualcuno anche di più (per quanto possa sembrare sacrilego). Berlusconi tiene ed avanza, nonostante sia appena avvenuto uno scontro a distanza con Napolitano e Fini. I presidenti della repubblica e della camera hanno dichiarato che chi ha costruito le case crollate all'Aquila deve essere indagato. Berlusconi ha detto che il suo papy pensava che il pubblico ministero sia uno che da piccolo progettava di somministrare sofferenza. Anche i dentisti da piccoli covavano un certo odio per l'umanità; questo però prima dell'invenzione dell'anestesia. Dire che un PM sia peggio di un dentista, è grave (specie per i PM), ma l'opinione pubblica non è insorta. Forse pochi amano i procuratori della repubblica, perché è risaputo che operano senza anestesia. Berlusconi in questo frangente si identifica troppo con i palazzinari, e dimostra di avere ancora timore della magistratura. Ma lui non è più solo l'edificatore di Milano 2 e Milano 3. Lui è il premier ricostruttore, e la legge lo protegge dagli sbirri cattivi: c'è un'apposita norma che colloca le più alte cariche dello Stato oltre le regole del gioco di tutti gli altri. Rammenta un po' il feudalesimo, ma noi che siamo civilizzati la chiamiamo democrazia!

sabato 18 aprile 2009

ELEZIONI ED ELEGGIBILI

Gli articoli 56 e 58 della costituzione italiana stabiliscono che chiunque possa diventare rispettivamente deputato e senatore, purché abbia compiuto venticinque e quaranta anni. Come dire che ci si aspetta che un cittadino italiano in quanto tale sia all'altezza di prendere decisioni su qualsiasi argomento, spendendo il denaro pubblico, appena superate le suddette soglie d'età. Una visione a dir poco ottimistica, in quanto non accompagnata da alcun requisito di istruzione. Come mai quelli che elaborarono la costituzione italiana presero questa grossa cantonata? Intendevano innovare rispetto ai primi parlamenti, nei quali trovavano posto gli aristocratici, ed intendevano altresì fare meglio dei fascisti e delle loro corporazioni. Ma questa rappresentatività un po' alla coque ha portato in parlamento gente senza arte né parte, perché la costituzione non prevede che sappiano fare alcunché di preciso. Quanti sono i politici che non hanno avuto altro mestiere se non quello che svolgono da anni? Tutti i ragazzi di bottega, cresciuti nelle sezioni, appena diplomati, che però parlano e sparlano di qualunque cosa, sovente a sproposito. Molti, in assenza di un mestiere qualsiasi, sono genericamente "pubblicisti", come se essere pubblicisti desse da mangiare. Una camera dei lord è occupata da personaggi folcloristici con indosso parrucche e mantelli, ma se non altro non basta avere venticinque o quaranta anni per accedere alla camera dei lord. Per non fare brutta figura, qualcosa devono studiare prima. Invece i nostri quasi mille parlamentari vanno lì per digitare i tasti dei voti, anche quelli dei vicini assenti. Questa è la classe politica nazionale, e spiega molti dei nostri problemi. C'è qualche avvocato e qualche magistrato, ma quelli starebbero bene in tribunale, a lavorare, vista la lentezza della giustizia italiana. In questi giorni stanno riaprendo un caso del 1990, come nei telefilm "Cold Case". Non è mai troppo tardi. Poi magari degli assassini per gioco, che hanno ammazzato con un sasso una ragazza che transitava in autostrada, escono dalla galera dopo poco più di dieci anni! Vergogna è dir poco! Ora che si vota per le province, i partiti candidano un sacco di gente nuova: largo ai giovani! Gli slogan fanno inorridire, ma il peggio lo si incontra quando si sentono le dichiarazioni dei candidati. Allora ci si convince che non sappiano di cosa stiano parlando, e che siano convinti di avere a che fare con un popolo di imbecilli. Genericità ed amenità tipo: "lavoro a tutti", "andiamo in Europa", "contro l'inquinamento". Non un candidato che ci spieghi il suo curriculum di studi e di lavoro. Cosa facevano prima di fare i politici? Nessuno che ci prometta di attivare controlli sull'operato della pubblica amministrazione. Così la pubblica amministrazione spreca i soldi dei contribuenti, costruendo ospedali con la sabbia ed il ferraccio. Si parla tanto di mafia, ma il problema è l'atteggiamento mafioso, che è a monte della mafia. Se i politici e gli amministratori dessero l'impressione di governare e di spendere bene i nostri soldi, non ci sarebbe posto per gli appalti truccati e le mazzette. Se la mafia c'è, è perché ce la meritiamo. Se non ci fosse la possibilità di truccare gli appalti, le organizzazioni criminose si dedicherebbero agli altri loro business. In questi giorni si parla anche di farci votare in una o più tornate, ma se ci saranno i ballottaggi, di sicuro non ci scamperemo la seconda. Le elezioni ed i referendum hanno un costo specie perché gestiti con la penna ed il calamaio. Un esercito di professionisti dei seggi, con scatoloni trasformati in urne. Potremmo magari imparare dagli indiani qualcosa anche in questo campo. Dopo la macchina da millecinquecento euro, il voto elettronico! E sì, perché pare proprio che loro lo abbiano e noi no! E farsi furbi, quando?

mercoledì 15 aprile 2009

IL CAPITALISMO CHE DIVORA SE STESSO

I comunisti di una volta auspicavano che il capitalismo riuscisse ad ammazzarsi con le proprie mani. In quel periodo non si parlava ancora di economia globale, ma il capitale era già multinazionale. Quaranta anni or sono gli operai si accorsero che il boom economico aveva convogliato ricchezza prevalentemente nelle tasche dei borghesi. Alla fine degli anni settanta, gli operai scesero in piazza, rivendicando un salario più equo. Avessero rivendicato una partecipazione azionaria all'interno della FIAT sarebbe stato meglio. Anche gli studenti scesero in piazza, ma quelli che potevano permettersi l'università erano borghesi come i loro padri. Gli studenti fecero tante chiacchiere, ma non furono in grado di riscrivere i libri di testo. Per cui oggi, quaranta anni dopo, studiamo ancora una storia scritta da servi del potere costituito. Dopo essere sopravvissuti alla scuola, dobbiamo faticare non poco per ricostruire la storia vera, molto diversa da quella scolastica. Cosa fecero allora gli studenti sessantottini? Superarono esami di gruppo, con i diciotto politici, e si laurearono. Ottennero quella consacrazione borghese che odiavano solo a parole. Risultato: tanti caproni infilati a forza nelle classi dirigenti. I capitalisti di allora si spaventarono relativamente per l'attivismo degli operai, e si ripromisero che le generazioni a venire sarebbero state più docili. Così si iniziò ad operare a livello mediatico per rimbecillirci fin da piccoli: giornali, televisione, cinema, pubblicità, politica. Ora che il capitalismo ha ottenuto di plasmarci tutti in forma di popolo degli ipermercati, è riuscito altresì a divorare se stesso. Come ha fatto? La natura del capitalismo è predatrice, e questa è la premessa. Può ottenere profitti solo invadendo e distruggendo. Dopo averlo fatto nella patria d'origine, ogni multinazionale si è estesa come una metastasi all'estero. Fino a che le mostruose amebe si sono scontrate, e parzialmente fagocitate a vicenda. Però, nel frattempo, anche i sottosviluppati hanno imparato a costruire auto, e le nostre non le comprerebbero neppure a pagarli. Anzi rischiamo di dover comprare le auto indiane, che costano come un nostro motorino, ma forse consumano meno. Poco prima della crisi economica attuale, sentivamo ancora parlare di espansione. Ora, se va bene, riusciamo a non chiudere le fabbriche. Ora che il mercato è veramente globale, è difficile tirare pacchi a qualcuno, perché ormai quasi tutti sanno dove comprare auto che costano meno delle nostre. Se le costruiscono da soli, o le barattano con una tonnellata di banane. Ci vuole poco a costruire un'automobile: è una tecnologia ultra centenaria, e chi se ne frega se la macchinina della Tata non ha l'aria condizionata? Basta aprire i finestrini. Gli indiani circoleranno in cinque sulla Nano, alla spaventosa velocità di centocinque orari. Potrebbero farlo se avessero le autostrade. Ora come ora, devono fare attenzione alle buche ed agli elefanti che non badano ai segnali stradali. Potremmo, noi italici, puntare sull'eccellenza, ma ci restano solo i prodotti della cucina mediterranea. Non riusciamo ad esportarli in Cina, perché deperiscono durante il viaggio. Invece i cinesi ci esportano le loro specialità per stomaci blindati. Come se non bastasse, i cinesi oltre agli involtini di riso, hanno esportato anche le loro persone. Così da invasori, che eravamo o che volevamo essere, siamo diventati terra di conquista. Avessimo ancora un'informatica, potremmo produrre qualcosa di utile, a basso prezzo. Ma l'informatica non l'abbiamo più, da quando l'Olivetti è passata nelle mani di un capitalista d'assalto, che, un po' alla volta ma con metodo ed impegno, ha mandato in malora Ivrea e zone limitrofe.

venerdì 10 aprile 2009

DISASTRI NATURALI E LAVORI PUBBLICI

Il recente disastroso terremoto che ha colpito L'Aquila ha dimostrato due cose: 1-siamo in grado di raccogliere le avvisaglie di un terremoto, ma non sappiamo quasi mai con precisione dove e quando colpirà, 2-i lavori pubblici, fatti da cani, contribuiscono a rendere più terribili gli effetti dei disastri naturali. Tutti i terremoti sono preceduti da scosse più o meno avvertibili, ma le nostre strumentazioni non hanno il dono della precognizione, e, per ora, non disponiamo di modelli matematici e statistici in grado di aiutarci più di tanto. Non poniamo limiti alla scienza ed alla provvidenza divina: continuando a sperimentare, sarà possibile allontanare le popolazioni dalle zone a rischio, delimitando in maniera credibile l'area ed il periodo. Al momento attuale, ogni scossa preventiva potrebbe innescare sgomberi spropositati, per un tempo imprevedibile. Detto ciò, dovremmo, a maggior ragione, costruire gli edifici con materiali che non si sbriciolino facilmente. Dovremmo altresì prevedere delle vie di fuga; a dire il vero, la normativa ci sarebbe, ma noi italiani ci sentiamo più furbi degli altri (anche troppo). Abbiamo scoperto che il calcestruzzo non è eterno, specie se l'edificio in questione viene edificato in dieci o venti anni, a strati. Il governo e la protezione civile si sono mossi in fretta e bene: lo ha ammesso anche Franceschini. La procura competente ha altresì aperto sollecitamente un fascicolo per accertare le responsabilità dei costruttori, dei direttori dei lavori e dei collaudatori. Finalmente si dice apertamente che non è solo un problema di "fatalità". Gli sciacalli sono stati relativamente pochi; uno in particolare: il vignettista di "Anno Zero", che ha fatto un'infelice battuta sull'incremento delle cubature, riferito alle dimore funebri delle vittime del terremoto! Se Berlusconi fosse un dittatore, uno come Vauro dovrebbero metterlo in galera. Se la RAI avesse un minimo di decenza, basterebbe licenziarlo. A L'Aquila sono morti molti giovani, perché la Casa dello studente si è rivelata una trappola mortale. Che la procura indaghi sulla sottovalutazione specifica del rischio sismico in quell'edificio! Alcuni studenti si sono salvati proprio grazie alla loro decisione di lasciare la Casa dello studente dopo le prime scosse. Tra l'altro sembra che si fossero già formate delle crepe nella muratura, prima del crollo fatale. Il giusto equilibrio si colloca tra l'allarmismo eccessivo ed il fatalismo, ma prima di tutto occorre che il ministero dei lavori pubblici lavori sul serio e bene, sanzionando tutti i cani che con i nostri soldi costruiscono in maniera criminale. E non ce ne vogliano i cani.

martedì 7 aprile 2009

Contribuzione fiscale o brigantaggio istituzionalizzato?

Arriva la primavera e con essa i modelli 730. I contribuenti sono invitati a chiedere detrazioni o deduzioni dal reddito imponibile. In questo modo recupereremo una parte di tassazione che evidentemente non era dovuta. Ma se non era dovuta per quale motivo ci hanno costretti a versare l'obolo? Compilando il 730 sarà possibile recuperare il 19% sulle spese sanitarie, eccetto una cifra corrispondente alle vecchie 250mila lire. Vorremmo sapere il perché di questa cosiddetta franchigia. Facciamo notare che sarebbe stato meglio non tassare del tutto le spese sanitarie, perché non costituiscono un valore aggiunto per l'utente. Tassino il medico, per il quale invece lo sono. Se potessimo non pagare imposte sulle spese sanitarie, il dentista dovrebbe rilasciarci uno scontrino come al supermercato, con la cifra esatta. Come considerare giusto che uno debba pagare la mazzetta allo Stato perché è malato? A proposito dei mutui, si può ottenere un rimborso del 19% sugli interessi. Perché non scalarli in partenza? I cittadini contribuenti sarebbero felici di risparmiare qualcosa sulle rate, visto che dovranno restituire almeno il 150% della cifra anticipata dalla banca. Questo chiedere il pedaggio ai bisognosi ricorda vagamente un'opera di brigantaggio, più che un sistema fiscale equo. Con questo fisco, i lavoratori autonomi fanno pagare le tasse ai lavoratori dipendenti: bella fregatura. Non sarebbe difficile tassare i cittadini sulla base delle proprietà e dei conti bancari, ma in Italia non si fa, perché la pubblica amministrazione ci tratta come sudditi cretini. I datori di lavoro rilasciano i CUD ai dipendenti. Si direbbe che non ce la facciano, nonostante i computer e l'anno 2009, ad integrare i dati in loro possesso con le cifre relative ai mutui, alle spese sanitarie, alle assicurazioni, alle ristrutturazioni e qualche altra voce. Dato che i datori di lavoro sono pigri, e la legge non li costringe a completare le dichiarazioni dei redditi dei loro dipendenti, spuntano come funghi innumerevoli centri di assistenza fiscale. Se i 730 venissero elaborati in azienda (come doveva essere nell'approccio iniziale), sarebbe più facile correggere gli errori. I caf non compilano gratis i 730, ma li paga lo Stato, quindi noi. Il cerchio si chiude: complicazione degli affari semplici, pagando più del dovuto. Come dire che il mondo è dei furbi, e quelli che non lo sono si dimenticano di chiedere le detrazioni e le deduzioni dovute. 

lunedì 6 aprile 2009

Il padiglione verde ed i suoi consulenti

Per quanto tempo abbiamo sentito parlare (spesso a sproposito) di Molinette 2? Sembrava indispensabile abbattere la struttura ospedaliera ultra settantennale, per paura che, da un momento all'altro, crollasse addosso ad ammalati ed operatori. Avvisaglie di crolli ne avevamo avute, ma tutte ascrivibili a scavi selvaggi realizzati nelle immediate vicinanze degli edifici. La palazzina Gemeaz ed il parcheggio multipiano hanno fatto la loro parte, nel minare la stabilità di Odonto, Genetica, e non solo. Prima ancora, il COES è nato male: settanta centimetri sotto il piano stradale (e nessuno che se ne sia accorto durante i lavori), ma a risentirne sono stati i corridoi. Bisogna frenare fino a metà percorso, per poi ripartire in salita: un vero spasso per le articolazioni dei colleghi addetti al trasposto dei degenti! Controsoffittature sono precipitate anche senza provocazione, mancando clamorosamente l'umanità sottostante. Poi abbiamo letto sui giornali di Molinette 3: demolire uno o due padiglioni alla volta, per ricostruirli completamente. Ora pare che l'approccio sia cambiato: opere di messa a norma nel padiglione verde Abegg Medicina, per un ammontare di 7,7 milioni di euro. Direttore lavori il consulente Ing.Dotti, per soli 148mila euro. Pare ci siano anche due direttori lavori interni; il che induce a chiedersi se non fosse il caso di fare a meno del consulente esterno. Collaudo tecnico amministrativo affidato ad un altro consulente: l'Ing.Castellano (circa 33mila euro). Il preventivo dei lavori è passato da 5,8 a 6,7 milioni in sei anni. Altri lavoretti analoghi: 1,4 milioni per la ristrutturazione della Maxillo Facciale, 1,3 milioni per il padiglione Dermatologico, 630 mila per il padiglione pensionanti, circa 440 mila per Toraco Polmonare e Patologia Chirurgica. Direttori dei lavori, rispettivamente: Arch.Tardanico, studio Foti/Viola (circa 47mila euro), studio Patta/Rachetta (circa 77mila euro), Arch.Farago (circa 18mila euro). Ci scusiamo per le eventuali imprecisioni, ma non crediamo di aver letto male le determinazioni della SC Tecnico. La riflessione sindacale è che non si nota alcuna discontinuità tra le amministrazioni precedenti e quella attuale: ci sono lavori iniziati molti anni or sono, che proseguono di vita propria. Rileviamo come i sub appalti prosperino, anche ove non ci si riferisca a ”notevole contenuto tecnologico e rilevante complessità tecnica”, per citare la legge vigente. Forse sarebbe il caso che la legge vigente non prevedesse i sub appalti. Di ospedali nuovi in Piemonte finora ne abbiamo visto uno, a Mondovì, ma abbiamo salvato a fatica l'Oftalmico.