venerdì 24 dicembre 2010
LA FIOM NON FIRMA
domenica 12 dicembre 2010
ORGANIZZATORE DI SCAMPAGNATE
Bisogna riconoscere che il PD e la CGIL riescono a portare un sacco di gente a Roma, a farsi una bella manifestazione, gridare slogan, per poi tornare felici alle proprie calde abitazioni non necessariamente proletarie. Peccato per Bersani che quella gente non basti ad aggregare i voti necessari a far fuori Berlusconi. Lui, il Berlusca, non disdegna le videoconferenze. I suoi accoliti sono felici quando l’uomo di Arcore parla da grandi distanze, come fosse una specie di dio delle telecomunicazioni. Anche Bersani è stato inneggiato dalla folla romana, e si è commosso. Dice che è ora di finirla, che ora di cambiare, che Berlusconi si deve vergognare. Bersani è un po’ ripetitivo, ma i suoi non ci fanno caso. Diciamo che non tutti i suoi non ci fanno caso, perché alcuni gli preferiscono Vendola. Bersani è bravo come tecnico, ma come leader al massimo suscita commozione. Fare piangere non è proprio il massimo per un capo. Se il Machiavelli fosse ancora tra noi, gli dedicherebbe un libro: “il leader piangente, in maniche di camicia”. Quelli del PD sono sconcertati, come quelli della CGIL, come se fossero le stesse persone. La nuova segretaria generale della CGIL dice che Marchionne “sbaglia”. Quelli della CGIL hanno sempre usato a sproposito il verbo “sbagliare”. Attribuire con certezza l’errore agli altri induce a pensare che quel qualcuno che dice “sbagli” possieda la saggezza infusa. I comunisti hanno sempre invidiato i preti, ma i preti da parecchio tempo hanno adottato toni meno tassativi. Quelli della CGIL e del PD no. Nel PD ci sono dei “rottamatori”, che propongono di mandare a casa i deputati ed i senatori dopo un numero contenuto di mandati, in nome dell’alternanza. Ovviamente D’Alema, Fassino, Veltroni e finanche Bersani non sono d’accordo. Bersani peraltro forse è l’unico tra i tizi appena citati ad avere un lavoro fuori dal parlamento. Tutti gli altri hanno sempre e solo fatto chiacchiere, come Fini. Il fascistello pentito, dopo almeno sedici anni di amore e sottomissione nei confronti del duce di Arcore, è tornato vergine! Ora parla come uno di sinistra, cioè fa un sacco di chiacchiere prive di alcun spunto operativo. Dopo aver avallato ogni iniziativa di Berlusconi, ora lo accusa di essere sceso in politica per proteggersi dalla magistratura. Caro Fini, sei in ritardo di parecchi anni! Possibile che ci abbia messo tutto questo tempo per comprendere una verità nota a tutti fin dall’inizio. Ha un sacco di difetti, ma non è di certo scemo. Mi piacerebbe che tutti gli anti-Berlusconi, o almeno uno tra loro, proponesse di ridurre i deputati a ottanta: negli Stati Uniti sono quattrocento, ma rappresentano trecento milioni di persone. Ottanta è un buon numero, fatte le dovute proporzioni. Bersani non propone di eleggere i magistrati, ma negli States lo fanno. Cosa c’è di meglio che la designazione popolare? Con ottanta deputati avremmo una vera rappresentatività: uno ogni cinquecentomila elettori. La politica diventerebbe una cosa seria, ecco perché nessun politico propone una cosa simile.
mercoledì 8 dicembre 2010
I RIVOLUZIONARI DEL MOUSE
Sarei tentato di scrivere “rivoluzionari del maus”, che dà l’idea della tipologia della spinta ideale di detti “rivoluzionari”. Come dire “rivoluzionari del piffero”, che adoperano il mouse per cliccare qui e là, veramente convinti di contribuire a cambiare il mondo in meglio. Sono prevalentemente ultraquarantenni, vagamente sinistrorsi, forse grillini, individualisti feroci, come se fossero esponenti di una peculiarità che merita una strenua difesa dagli assalti di tutti gli altri. Tutti gli altri sono i qualunquisti; non perché credano all’uomo qualunque, ma perché passano da destra a sinistra, come soffia il vento. Che gli italiani siano ballerine e banderuole è un dato di fatto. Il patrimonio genetico degli antichi romani è scomparso; la creatività rinascimentale anche. La cosa migliore che ci possa capitare è di essere invasi dagli svizzeri, ma è più facile che ad invaderci siano gli ex jugoslavi. Mi dicono che lo stanno già facendo. Ma torniamo ai rivoluzionari del mouse. Questi mandano fiumi di e-mail a tutti quelli che conoscono, per avvisarli di tremendi complotti, di catene di S.Antonio, e della cattiveria di Berlusconi. Strano che questi borghesucci, cresciuti senza problemi economici, pontifichino sui posti di lavoro che si sciolgono come neve al sole. Non sanno di cosa stanno parlando, e, men che meno sanno proporre una soluzione. Il più grande tra i rivoluzionari del mouse è il famoso Assange, che, per motivi imperscrutabili, ha divulgato indiscrezioni, sparate e spiate provenienti dalle varie diplomazie chiacchierone. Ma quanto chiacchierano questi diplomatici? Peggio delle comari al mercato del pesce. Gli altri rivoluzionari del mouse inneggiano ad Assange, come se fosse il nuovo messia. Inneggiano alla trasparenza generalizzata, senza tener conto che il terrorismo esiste, ed ora forse anche loro (i terroristi) sanno dove si trovano nuovi obiettivi sensibili, da far saltare in aria. Non piacerebbe ai rivoluzionari del mouse se un kamikaze si facesse saltare in aria proprio dove loro fanno la spesa, assieme a moglie e figli. Assange peraltro forse non ha fatto tutto da solo; forse è un uomo di facciata. Il sospetto viene guardando un’intervista ad Al Jazeera: sosteneva che l’Afghanistan fosse abitato dagli arabi, ma gli hanno detto che non è così. Allora lui ha risposto che sarebbe andato a consultare i suoi data base.
domenica 28 novembre 2010
CI PIACCIONO GLI AMERICANI?
martedì 23 novembre 2010
BIZZE ITALIANE
sabato 20 novembre 2010
Un popolo più unico che raro.
domenica 31 ottobre 2010
ALLEVIAMOLI STUPIDI
RIESCE SEMPRE A FAR PARLARE DI SÉ
martedì 26 ottobre 2010
Marchionne il liquidatore
giovedì 30 settembre 2010
COMUNISTI CON I SOLDI DEGLI ALTRI
domenica 26 settembre 2010
VELTRONI E LE SUE CHIACCHIERE
Intervistato da una giornalista esperta, quale è Lucia Annunziata, Veltroni ha incontrato difficoltà non da poco a spiegare cosa diavolo stia combinando nel PD. Veltroni afferma di volere unire, ma, a quanto pare, la sua mozione di minoranza è arrivata quasi al 50% dei consensi. E siamo sicuri che gli altri di quel partito pieno di troppe anime stiano con Bersani? Finanche la Bindi ha riunito la sua corrente, che da loro si chiama “area”. L'Annunziata voleva sapere se Veltroni si alleerebbe con Fini. Molti morti si rivolterebbero nella tomba, se gli ex comunisti si alleassero con gli ex fascisti. A dire il vero, qualche morto si sta già rivoltando, giacché in Sicilia il PD è in giunta regionale proprio con i finiani. La giornalista, che essendo di sinistra soffre quando la sinistra fa questi numeri, ha faticato non poco per fare ammettere a Ventroni che sì, lo farebbe. Si alleerebbe con il fascistello Fini, che adesso è quanto mai inguaiato per via della casa di Montecarlo. Notare che Veltroni non ha detto espressamente: “con Fini farei fronte comune”. Non è nella mentalità di Veltroni stare chiaramente da una parte o dall'altra. Diciamo che anche Veltroni è prima di tutto “contro”: contro Berlusconi ovviamente. Forse il Walter pensa che tutti si siano dimenticati del suo passato politico, ed in effetti per ricordarsi di lui bisogna andare su wikipedia. Insomma: non è un verginello della politica. Dice che bisogna riformare il PD, ma senza cambiare la classe dirigente. Allora cosa diavolo vuole fare? Lancia la pietra e nasconde la mano. Vuole fare la frittata senza rompere le uova. Odia Bersani, ma finge di amarlo. Non ha idee, ma solo slogan, come se non scrivesse articoli, ma solo titoli ad effetto. Gli piacciono certe parole, che forse trova aprendo a caso il dizionario. Poi gode come un riccio, come se avesse scoperto l'acqua calda. Dopo l'intervista a Veltroni, penso che quelli che erano perplessi lo saranno ancora di più, Annunziata compresa.
domenica 12 settembre 2010
PIÙ LEGHISTA DI BOSSI
Brunetta ha stupito i più affermando che il resto dell'Italia starebbe meglio senza Napoli, Caserta e la Calabria. Il ministro parlava ovviamente dati alla mano: non tutta la Campania, ma appunto Napoli e Caserta, assieme alla Calabria, producono un buco nel bilancio pubblico che Brunetta definisce cancro. Un cancro etico innanzitutto, perché è la mentalità di quei popoli che innesca tutto lo sfacelo. La propensione ad anteporre i clan allo Stato: questo è il punto. Ritenere che l'Italia debba mantenerli e tollerarli, mentre violano tutte le leggi, e fanno il possibile per non contribuire in alcun modo al bene collettivo. Anzi remano contro. Brunetta ad essere precisi ha detto che l'Italia sarebbe la prima nazione d'Europa, senza quei meridionali. Bossi avrebbe detto “i meridionali”; Brunetta è stato più preciso, salvando il resto della Campania, la Puglia e la Sicilia. Come mai ha salvato la Sicilia? Risulta che sia l'unica regione italiana che non solo non versa contributi per la sanità, ma ne riceve. Tutto ciò è formalizzato, quindi i siciliani furono furbi fin dall'inizio, dopo la seconda guerra mondiale, a strappare una contrattazione privilegiata a Roma. Non credo che la Sicilia ci costi più o meno della Calabria. I suoi bilanci fanno ugualmente schifo, ma si nasconde dietro un “parlamento”, perché, unica tra le regioni italiane, ha un parlamento con tanto di parlamentari, che sono pagati come quelli romani! Tornando a Napoli e Caserta, dovrebbero essere commissariate, città e province. Quei popoli non sono in grado, non ci arrivano e non vogliono vivere come persone civili, secondo i parametri dell'Europa del 2010. in questi giorni, in Campania hanno ammazzato per strada un sindaco ambientalista, e lo hanno fatto pubblicamente. Non servono le fiaccolate e simili menate da sinistrorsi stanchi e sfiduciati della vita. Bisogna occupare militarmente Campania, Calabria e (perché no) la Sicilia, e non fare girare per le strade sindaci e magistrati. Si costruisca un forte blindato, dove alloggiare governo locale, magistrati e famiglie. Un forte Apache a difesa delle istituzioni, contro nemici molto più insidiosi dei nativi d'America. Non ho dimenticato la Puglia, e credo che neppure Brunetta l'abbia inserita d'ufficio tra le regioni civili. Anche in Puglia ci sono organizzazioni per delinquere, perché certa gente non concepisce altre modalità associative. Come è possibile che dei cretini possano aver costruito sul letto di un torrente? Dopo il disastro di Sarno, in questi giorni il torrente Dragone ha ricordato ai cretini che l'acqua, quando deve scendere a valle, lo fa e basta. Altra manifestazione di stupidità locale: i soliti ottusi personaggi che scendono nelle cisterne per carburanti, incuranti del gas che in esse ristagna. Essere violatori della legge in maniera connaturata può condurre alle patrie galere; ignorare le leggi della fisica conduce al decesso sicuro. Cosa serve gridare come gli idioti, per evidenziare il proprio dolore per la perdita delle persone care? Mi ricordano gli arabi: la medesima incapacità di apprendere dall'esperienza. La medesima convinzione di essere furbi. L'identica condizione di pesi morti. Il napoletano in sé, quando viene a lavorare al nord, di solito si integra, paga le tasse e manda i figli a scuola. Il napoletano a Napoli risente dell'ambiente degradato, sotto tutti i punti di vista. Le cosiddette “autorità” napoletane sono lo specchio di quel modo di essere: fottere innanzitutto, in tutti i modi possibili. Hanno intervistato un “filosofo” napoletano, sulle parole di Brunetta, ed ovviamente non era d'accordo. Forse a Napoli ci sono troppi filosofi come lui, che preferiscono volgere lo sguardo altrove; tanto loro non vivono nei quartieri poveri, bensì sulla collina, fronte mare. Non mandano i figli nelle scuole “sgarrupate”. Fanno parte di quella élite parassitaria che, assieme alla camorra, ruba quel poco che c'è ancora da rubare a Napoli, Caserta e province. Una riflessione sugli evidenti accordi tra partiti ed organizzazioni per delinquere: come mai da quelle parti i sindaci vengono sovente eletti con maggioranze “bulgare”. Chi, da quelle parti, ha la capacità ed il potere di aggregare tutti quei voti?
mercoledì 25 agosto 2010
ALCUNE SCELTE VERAMENTE IDIOTE
mercoledì 18 agosto 2010
MALEDETTI BUROCRATI
lunedì 2 agosto 2010
Imma, la tragedia ed il miracolo
sabato 31 luglio 2010
Tanto tuonò che alla fine piovve
lunedì 26 luglio 2010
La FIAT serba.
martedì 20 luglio 2010
FURBATE ELETTORALI
venerdì 25 giugno 2010
L'AVESSIMO COMPRATA VERAMENTE...
mercoledì 23 giugno 2010
FURBI, NON INTELLIGENTI
sabato 5 giugno 2010
Quei chiaccheroni degli americani
giovedì 3 giugno 2010
IL POPULISMO VISTO COME DEGENERAZIONE DELL'INTELLIGENZA UMANA
domenica 9 maggio 2010
Meno male che c’è area democratica
L'area democratica del Partito Democratico si è riunita perché Fassino e Franceschini hanno capito di avere perso le elezioni! Meglio tardi che mai. Si sono accorti di aver altresì perso gente, strada facendo. Gente abbastanza famosa, e gente comune. Ora vorrebbero invertire il corso degli eventi, proponendo qualcosa, tanto per cambiare. Fassino e Franceschini intendono spronare il segretario Bersani a togliere le mani dalle tasche. Mentre i media impallinano Scaiola, Bertolaso e Bondi, e questi risentono del colpo ancor prima di essere indagati, il Partito Democratico non ne trae alcun vantaggio. Anzi: a livello locale, i politicanti sconfitti non accettano di prendersi le responsabilità della loro disfatta. Franceschini fa il tifo per Fini, dimostrando di non aver capito un piffero. Fini rimane un nemico, ed il centro-sinistra la deve piantare di raccontarci come dovrebbe essere fatto il centro-destra. Fassino e Franceschini parlano di cambiare passo, e di occuparsi di edilizia popolare e di lavoro. Peccato che i due, in quanto benestanti a nostre spese, non siano attendibili per tutto ciò che concerne edilizia e lavoro: non hanno alcun problema a comprarsi una casa, e di lavoro vero ne hanno sempre fatto poco. Cosa interessa a quei chiacchieroni di professione della speculazione finanziaria, che ha affossato il più debole dei paesi dell'Unione Europea? L'area democratica del PD ha per caso una ricetta per evitare che facciamo la fine della Grecia? Tra un'autocelebrazione e l'altra, quelli che nel PD si sentono più propositivi potrebbero dirci come mai la cancelliera tedesca è stata bastonata dagli elettori, dopo aver detto sì agli aiuti alla Grecia. Mentre quei provincialotti di Franceschini e Fassino badavano ad incantare i pochi fedeli rimasti, i politici british, da sempre più internazionali dei nostri, fiutavano puzza di bruciato, e dicevano no agli aiuti alla Grecia. Cari Fassino e Franceschini, ciò che dovreste fare per l'Italia è mollare la sedia, che da anni scaldate, introitando soldi che non meritate di certo. I politici europei, americani, cinesi e russi dimostrano tutti di disporre di una visione delle cose che trascende di molto le possibilità degli scaldasedie nostrani. L'Unione Europea emetterà bot per salvare l'euro, e quei due della corrente democratica ce li sfraganano parlando e riparlando del “partito”. Se la Fiat non riporta qualche produzione in Italia, chiuderà anche Pomigliano d'Arco, ma Fassino e Franceschini ci parlano genericamente di “lavoro”, come se sapessero di cosa si tratta.
venerdì 7 maggio 2010
QUADRI E FUNZIONARI
sabato 1 maggio 2010
LE RIFORME: CHI NE PARLA E CHI LE REALIZZA
mercoledì 21 aprile 2010
UN EYJAFJALLAJOEKULL PICCOLO PICCOLO
martedì 20 aprile 2010
LE COSIDDETTE ESTERNALIZZAZIONI
Non lavorassimo alle Molinette, proveremmo disagio e disappunto nello scoprire, transitando davanti ad un’edicola, che a carico del nostro direttore amministrativo sia già stato aperto il secondo fascicolo in Procura. Ma alle Molinette la Finanza è di casa, al punto che molti pensano sarebbe il caso di ospitarli in pianta stabile. Risparmierebbero un sacco di chilometri. Poi leggiamo sulla rassegna stampa che questa volta si tratta dell’appalto Gemeaz, e ci atteggiamo a quelli che se lo aspettavano che prima o poi qualche personaggio illustre sprofondasse in quella palude. Quelli di noi che hanno più di dieci anni di servizio ricordano la “nostra” mensa, e si chiedono ancora come mai sia stata appaltata la ristorazione. Non si mangiava tanto male, era gestita dall’azienda, e ci saremmo evitati di strapagare quella palazzina. Non era il caso di esternalizzarla, ergo: si sente ancora adesso odor di mazzette! A dire il vero potevamo fare a meno anche del parcheggio multipiano, ma destra e sinistra lo hanno voluto fortemente. Forse ci ha guadagnato solo la GTT. Non gli alberi che sono stati abbattuti, non gli ammalati che non hanno più un giardino, neppure i giardinieri che sono stati a loro volta dismessi. Prima parcheggiavamo in mille, sotto gli alberi. Ora c’è la coda in entrata, come se ci fossero i saldi tutti i giorni. Non ci stupiamo che la ditta appaltatrice cambi continuamente nome, né che faccia finta di avere un contenzioso con le Molinette, che finge di averne uno di pari entità monetaria con la ditta. Questo sistema di esternalizzazioni selvagge assomiglia alla calciopoli secondo Moggi: tutti “interessati” al business, quindi tutti colpevoli o tutti innocenti. Il punto è che, se nessuno finisce in gattabuia, viene da pensare che il delitto renda. Però, alla fine del ragionamento, consideriamo altresì i posti di lavoro che la ristorazione appaltata comporta. Le poverine si trovano a dipendere da una ditta mutaforma, che potrebbe a sua volta avere dei “problemi” con la giustizia. La nuova sanità regionale dovrebbe quindi farsi carico delle situazioni nelle quali nessuna ditta esterna si offra di subentrare alla Gemeaz di turno nelle esternalizzazioni in corso.
mercoledì 7 aprile 2010
MOLINETTE: NON SOLO MAZZETTE
giovedì 18 marzo 2010
TRADOTTI NELLE PATRIE GALERE
venerdì 12 marzo 2010
MAZZETTE DI DESTRA E DI SINISTRA
La ricomparsa della Finanza alle Molinette ci rassicura sul fatto che la Procura di Torino non sia in mano alle “toghe rosse” di berlusconiana definizione. La Procura organizza visite alle Molinette almeno dai tempi di Odasso, quindi riserva medesima attenzione alla destra ed alla sinistra. Sebbene definire “di sinistra” certi soggetti produca un massiccio rivoltarsi nelle tombe di antichi compagni. "Abbiamo usato 5mila euro della manutenzione per finire l'asilo nido destinato ai figli dei dipendenti", dice Galanzino. Peccato che solo dirigenti e medici possano permettersi di pagare quella retta mensile, che tra l'altro è appena aumentata. Alla faccia del compagno! "Ma questo ufficio tecnico resta il più efficiente che abbia mai visto all'opera nella mia lunga carriera". Probabilmente anche la Procura e la Finanza la pensano così, per quel che concerne "all'opera" ed "efficiente". Come spiegare l'operaismo al contrario, che induce un'amministrazione sinistrorsa a lasciare che gli operai si estinguano? Ci è giunto un suggerimento, che sottoscriviamo: con il milione di euro speso per rimuovere l'amianto dal sottotetto del S.Vito, si potevano assumere dieci operai per quattro anni, e risparmiare svariati milioni. Evidentemente però la parola d'ordine del politicante di ogni tinta è spendere; tanto i debiti saranno ripianati dai contribuenti. Galanzino dovrebbe sapere che alla SC Tecnico “progettano” anche la manutenzione, ed i progettisti non sono mai meno di sedici alla volta! La manutenzione si programma semmai, ma progettarla addirittura? A proposito di appalti mazzettari, facciamo notare come, in assenza di controlli, sia facile far vincere i soliti amici: basta giocare al ribasso più assurdo. Tanto loro si guarderanno bene dal rispettare gli accordi sottoscritti. Un esempio: la Gemeaz dovrebbe garantire personale a sufficienza, ma non lo fa, e nessuno la richiama.
domenica 7 marzo 2010
DECRETO SALVA ELEZIONI
Grande scalpore ha suscitato l'intervento di Napolitano a sostegno del decreto legge con il quale Berlusconi rimette in gioco la Polverini e Formigoni. Il capo dello Stato, la cui giacca è stata strattonata da una parte e dall'altra, ha scritto sul sito della presidenza della Repubblica che erano in gioco due beni di pari dignità: il rispetto delle regole ed il diritto dei cittadini al voto. A dire la verità, implicitamente Napolitano afferma che il secondo diritto sia prevalente. Il decreto legge, che Napolitano ha firmato, viene presentato come interpretativo, pur essendo di fatto un'innovazione legislativa. Alcuni costituzionalisti, evidentemente sinistrorsi, hanno subito gridato all'incostituzionalità. Di Pietro vorrebbe defenestrare Napolitano, mediante impeachment. Resta da chiarire se detta defenestrazione del capo dello Stato, propria dell'ordinamento USA, esista anche in Italia. Qualche supporter ad oltranza sulle facoltà mentali dell'ex magistrato potrebbe rispondere che Di Pietro, essendo stato pubblico ministero, conosce le leggi. Detto ottimista ad oltranza dovrebbe ricordare che dietro a Di Pietro c'era il pool di Mani Pulite, composto da cinque o sei veri laureati in legge. Di Pietro era ed è un sbirro, ed è meglio che non parli di cose che non capisce. Napolitano, ex comunista, ha capito che bisognava tapparsi il naso. Potevamo mica andare a votare con liste che avrebbero premiato il PD per abbandono dell'avversario? Se Napolitano avesse detto “arrangiatevi”, ed avesse mollato la patata bollente ai TAR di Lombardia e Lazio, allora sì che i giudici si sarebbero trovati nell'occhio del ciclone. Napolitano ha capito che un presidente PD forse ci poteva stare nel Lazio, ma non in Lombardia. Gli avrebbero reso la vita difficile, se non impossibile. Riammettendo le liste del PDL, che non erano state correttamente depositate, Napolitano ha sancito la predominanza del diritto sostanziale su quello formale. Il diritto formale si può sempre cambiare, in qualunque momento, e la gente non si indignerà più di tanto. Il diritto formale la gente non lo conosce e se ne frega di conoscerlo. I giuristi non sono eletti dal popolo, i politici sì, ed il capo dello Stato è il politico che ha messo d'accordo il maggior numero di parlamentari. Forse il povero Bersani porterà in piazza qualcuno, ma solo in una giornata festiva o prefestiva, possibilmente primaverile, perché i pochi lavoratori che gli danno ancora retta gli altri giorni lavorano, a differenza dei politici. Ma se Bersani dovesse portare la gente in piazza contro il decreto legge di Berlusconi, la porterà in piazza anche contro il suo compagno di partito Napolitano. Il presidente della Repubblica è fatto di una pasta diversa dai D'Alema, Fassino, Bersani e simili; Napolitano sa usare la testa, ed ha fatto quel che doveva. Finanche Fini, che sproloquia sempre a proposito ed il più delle volte a sproposito, ha dato ragione a Napolitano e, tappandosi il naso, a Berlusconi. Tutto il casino è partito quando le liste sono sono state presentate con firme fasulle e fuori tempo. Come mai? Pare che nel PDL si giochi al massacro, e Berlusconi dovrà spaccare qualche testaccia maledetta. Il nostro vantato sistema istituzionale non è a prova di stupido, se è possibile che si inceppi per cretinate come le firme di presentazione ed un ritardo non così spaventoso. Le firme di presentazione sono un pro forma cretino: chi poteva dubitare che il PDL intendesse partecipare elle elezioni regionali in Lombardia, dove spadroneggia, e nel Lazio, dove gli avversari hanno perso la presidenza per una storia di trans? Le firme di presentazione avrebbero un senso per partiti nuovi, non presenti nel parlamento nazionale e nei consigli regionali a cui ci si riferisce. Dovrebbe bastare una e-mail, da parte di Berlusconi, di Bersani, di Casini, di Di Pietro, per creare automaticamente liste per PDL, PD, UDC e IDV.
venerdì 26 febbraio 2010
NESSUN TETTO RETRIBUTIVO (per loro)
Nel 2009, il partito di Di Pietro era riuscito a contenere le indecenti retribuzioni dei suddetti manager entro il tetto delle retribuzioni dei parlamentari. Ora la commissione finanze della Camera (relatore Gerardo Soglia del PDL), rispondendo ad un preciso comando di chi comanda veramente in Italia, ha stabilito che nessun tetto sia accettabile per chi lavora così tanto ed indefessamente per la patria: banchieri ed altri squali in giacca e cravatta.
giovedì 18 febbraio 2010
Scioglimento del consiglio comunale di Rosarno
Visto il proprio decreto, in data 15 dicembre 2008, registrato allaCorte dei conti il 19 dicembre 2008, con il quale, ai sensi dell'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Rosarno (Reggio Calabria) per la durata di diciotto mesi e la nomina di una missione straordinaria per la provvisoria gestione dell'ente; Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realtà sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata; ritenuto che le esigenze della collettività locale e la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalità e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente; visto l'art. 143, comma 10, del decreto legislativo 18 agosto 2000,n. 267; vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione è allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 gennaio 2010; decreta: la durata dello scioglimento del consiglio comunale di Rosarno (Reggio Calabria), fissata in diciotto mesi, è prorogata per il periodo di sei mesi.
Dato a Roma, addi 29 gennaio 2010
NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Maroni, Ministro dell'interno
TANGENTOPOLI 18 ANNI DOPO
giovedì 11 febbraio 2010
L'inesistente segretario dell'inesistente Partito Democratico
Bersani ricopre la carica di segretario del PD da un periodo di tempo sufficiente a valutare se sia credibile o meno. Purtroppo per lui, ed anche per il PD, Bersani brilla per la sua assenza. Ogni tanto compare in tv, perché evidentemente ce lo mandano, ma sembra spaesato, come si fosse appena svegliato di soprassalto da una pennichella. Meglio lui di Franceschini, che faceva il segretario tappabuchi, ma era ormai preda di crisi isteriche giornaliere, e senza avere la scusa del "ciclo". La gerontocrazia ex comunista, mescolata ai catto-qualcosa che si ritrovano assieme (gente come la Bindi, che ha finito di rovinare la sanità pubblica), hanno perso la loro occasione di farsi guidare da qualcuno munito di attributi. In quel partito decisamente "partito", gli attributi li hanno in pochi, quindi dovevano indicare, come segretario politico, la Finocchiaro. La signora in questione ha saputo tenere a bada due o tre sgherri di Berlusconi alla volta, ed è molto preparata. Bersani invece è più un tecnico; uno che scrive le leggi. In Italia abbiamo un bisogno disperato di qualcuno che sappia scrivere le leggi, e Bersani lo sa fare; ma non ha la stoffa per fare il politicante da piazza. Bersani farà probabilmente la fine di quell'altro post-comunista che scriveva leggi. Qualcuno si ricorda ancora di Bassanini, che di leggi ne ha fatte ben quattro? Casini è il prototipo del segretario di partito politico italiano. Uno che parla di tutto, dicendo cose che fanno leva sulle anime semplici. E tutti noi sappiamo quante siano le anime semplici in Italia. Casini è un vero democristiano, che non si vergogna di esserlo. Bersani invece è uno che si vergogna parecchio, come se dovesse rispondere in proprio delle nefandezze di Stalin, del KGB e delle foibe di Tito. Casini, essendo un democristiano, appoggia contemporaneamente destra e sinistra, e le osteggia entrambe, a seconda delle regioni e dei chiari di luna. Bersani non sa più cosa dire, e cammina un po' gobbo. Speriamo che non voglia imitare Andreotti. Le anime semplici di Casini non si stupiscono della sua politica: i democristiani lo hanno fatto per un tempo doppio rispetto alla durata del regime fascista. Le anime semplici di Bersani credono ancora che "Baffone" possa invadere l'Italia con i suoi cosacchi del Don. Chi glielo spiega a certi rincoglioniti che Baffone è decisamente defunto? Il punto è semmai che le anime semplici dovrebbero guardare i quiz il tv, telefonare e chiedere "un aiutino". Le anime semplici non dovrebbero votare. La democrazia è un punto di arrivo, non di partenza. La nostra classe politica è il risultato dei pensierini illetterati del popolo bue. E, partendo dal presupposto che un toro non è esattamente un animale intelligente, si sa che il bue è un toro senza attributi. Cornuto e mazziato, come dicono gli abitatori del "Paese do sole". Se votassero solo quelli in grado di scrivere un tema, o magari un dettato, avremmo meno ladroni e confusionari in parlamento. Tra quelli che non saprebbero scrivere sotto dettatura, ci sono anche innumerevoli giovani telecomunicatori via sms. In che mani, povera Italia!
martedì 2 febbraio 2010
La furbata della Apple
domenica 31 gennaio 2010
CHE FINE HANNO FATTO I NOSTRI INGEGNERI?
Sappiamo di avere in Italia almeno due politecnici ben quotati anche all'estero. Ogni tanto leggiamo di futuri ingegneri che hanno ideato motorette elettriche, ed auto che consumano pochissima benzina. Deduciamo di poter contare su tecnici d'eccellenza, nell'ambito della mobilità e della riduzione dell'inquinamento. Poi però i telegiornali ci spaventano con la chiusura di uno stabilimento industriale che lavorava l'alluminio. Trattasi di multinazionale che preferisce trasferire altrove la sua produzione. Non possiamo lamentarci della logica capitalista, visto che la FIAT fa lo stesso, ma le paghiamo pure gli incentivi, e ci accolliamo la cassa integrazione che decide unilateralmente. Ma, tornando all'alluminio, possibile che in Italia non ci siano abbastanza ingegneri ai quali affidare lo stabilimento dismesso? Questa domanda trova risposta nella premessa, e la risposta è sì, abbiamo tutti gli ingegneri necessari a riprendere le lavorazioni dell'alluminio. Non siamo una nazione delle banane, completamente priva di know how. Siamo piuttosto un popolo strano, che non si rende conto delle proprie potenzialità. In particolare, l'alluminio potremmo elaborarlo partendo dalle lattine raccolte negli appositi cassonetti, come dice la pubblicità. Sembra che al popolo italiano manchi quel qualcosa che gli altri popoli civili hanno. Si direbbe che ci perdiamo d'animo, ed anneghiamo in un bicchier d'acqua. I nostri politecnici sfornano ingegneri, ma noi non riusciamo ad utilizzarli proficuamente. Strano, no? Dobbiamo puntare il dito sulla nostra classe politica, ma anche accollarci la nostra parte di responsabilità individuale, perché quei politici li abbiamo eletti noi. Una classe politica composta in gran parte da professionisti della chiacchiera: queste le menti che ci governano. Forse a certe soluzioni non ci arrivano proprio, perché pochissimi di loro hanno mai prodotto ricchezza. Loro lavorano sui nostri soldi, che ci prelevano colle tasse, ma di plus valore industriale non ne capiscono proprio. Poi però sorge spontaneo un pensiero fastidioso: non sarà che troppi politici prendano mazzette dalle industrie estere, per buttarci fuori dal mercato? Come spiegare altrimenti l'inesistenza di una nostra informatica hardware e software? L'hanno i coreani, ma noi abbiamo ridotto in macerie l'Olivetti. Parlando di ingegneria spicciola, chi sa spiegare come mai noi che abbiamo inventato i cambi per bicicletta li compriamo da giapponesi ed americani? I francesi, gli inglesi ed i tedeschi non svendono il loro know how. Noi vogliamo fare gli europei, mentre gli altri fanno i fatti.