lunedì 31 gennaio 2011

Un francese, un inglese, una tedesca... e un italiano.

Francesi, tedeschi e britannici sono preoccupati per la situazione in Egitto. I tre capi di Stato e di governo hanno concordato una linea comune, vista l'emergenza. L'Egitto è in subbuglio, e pare che Mubarak sia arrivato alla frutta. In trenta anni di regno, ha messo via almeno trenta miliardi, di euro o di dollari; quindi non avrà problemi di liquidazione e di pensione. Altri popoli hanno defenestrato o stanno defenestrando, in questo primo mese dell'anno 2011, i loro regnanti presidenziali. I poveri fanno la rivoluzione, i ricchi no. Gli italiani si indignano, ma hanno troppo da perdere, a differenza dei tunisini, degli albanesi, degli egiziani e di tanti altri. I suddetti tre capi di Stato europei, che rappresentano le nazioni da sempre più importanti, Russia esclusa, non hanno pensato di sentire anche Berlusconi. Come mai? Che anche loro si siano fatti condizionare dall'affare Ruby? In Italia, a dire il vero, neppure l'opposizione ha detto o fatto qualcosa a sostegno dei popoli che si sono ribellati ai loro dittatori. Bersani e Di Pietro affermano che Berlusconi sia un dittatore, ma hanno perso l'occasione buona per assimilarlo a quelli nord-africani. Anche l'opposizione italiana è cialtrona come la maggioranza. Ambedue sono prese dalle calate di braghe di Berlusconi; nel senso non metaforico del termine. Abbiamo un premier che rivendica uno "stile di vita" che imbarazza i suoi alleati. La gente comune se ne frega abbastanza, ma a lungo andare tutti tendono a provare disgusto per l'intera classe politica italiana. I vari Casini, Fini, D'Alema hanno i loro scheletri negli armadi, e quando propongono qualcosa non si capisce bene se siano incompetenti o se cerchino di prenderci in giro. Sentire Obama parlare davanti al popolo degli Stati Uniti, mettendo d'accordo repubblicani e democratici sulla necessità di rimboccarsi le maniche, ci fa sentire piccoli piccoli.

giovedì 20 gennaio 2011

Non è un genio del male

Giornalisti al soldo del centro-sinistra si lamentano che in prima pagina ci sia il cosiddetto caso Ruby. Loro, nei loro periodici, potrebbero però evitare di dare eccessiva rilevanza al caso in questione. Chi li costringe? Temono forse che la gente compri solo i giornali che dedicano metà delle loro pagine alla squallida vicenda? O forse sono proprio i giornali del centro-sinistra, e dei potentati economici nemici di Berlusconi, a continuare ad assillarci con queste cretinate. Noi paghiamo il canone perché siamo costretti, altrimenti ne faremmo a meno. A maggior ragione siamo inviperiti perché una trasmissione di prima serata: Anno Zero, sia vergognosamente schierata contro il premier. Cioè: noi, di destra, centro e sinistra, foraggiamo una parte politica. Definirlo scorretto è poco. In RAI dovremmo avere qualche trasmissione di destra, giusto per controbilanciare questa campagna elettorale mediatica a senso unico, che dura da anni. Per compensare questo piagnisteo post-comunista dovremmo sorbirci qualche discorso di Hitler, giusto per levarci dalla bocca lo zucchero fasullo dei perbenisti che abitano in villa con piscina. Non a caso la marmaglia post-comunista borghese distoglie l’attenzione della cittadinanza dall’occupazione, che è il vero problema delle famiglie. Basta parlare della FIAT! I sedicenti “intelletuali” di sinistra, tutta gente che ha redditi da favola, avevano consigliato agli operai FIAT Mirafiori di votare no contro il piano Marchionne. E se avesse vinto il no? Gli operai sarebbero andati a mangiare nelle lussuose dimore di Dario Fo e signora, di Camilleri, della Hack? Qualcuno aveva iniziato a parlare delle catene di montaggio. Tutta gente che ne aveva sentito solo parlare, ovviamente. Avvocati comunisti hanno tuonato contro l’oppressione della classe operaia. Che diavolo ne sanno gli avvocati della classe operaia? Un avvocato che scriva una lettera, per conto di uno che sia stato costretto a rivolgersi a lui, incassa quanto un operaio metalmeccanico in due settimane di lavoro. Si vergogni anche Santoro, che ci costa almeno quanto cinque direttori generali di azienda sanitaria. Quaranta volte lo stipendio di un operaio della catena di montaggio! Tutti questi pensatori sprecati dovrebbero progettare razionalizzazioni delle catene di montaggio. Magari costringendo la FIAT a costruire auto elettriche, che potrebbe, tanto per cambiare, riuscire a vendere. Invece no: meglio parlare dei festini di Berlusconi. Lui, l’uomo di Arcore, ormai non ci mette neppure più in imbarazzo. Ci dicono che in America si parli male di Berlusconi. Liberissimi di farlo. Ma dubitiamo che i loro operai abbiano tempo da perdere con queste sciocchezze. Cosa dire delle procure che sprecano risorse ed energie per indagare su prostituzioni e concussioni presunte? La magistratura, che porta avanti casi giudiziari per dieci o venti anni, dovrebbe concentrare le risorse pubbliche su questioni più serie. Tanto non possono fare fuori Berlusconi. Non ci sono riusciti con Andreotti, che era accusato di aver dato baci molto più discutibili. Non sarebbe male se anche i magistrati fossero valutati per i risultati raggiunti; cioè: quanto tempo impiegano a risolvere un caso giudiziario. Dando la precedenza ai casi seri. Non lasciando decorrere i termini di detenzione preventiva. Tutti noi pagheremmo più volentieri il canone RAI, se non dovessimo mantenere fior di giornalisti fasulli, che sputano nel piatto dove mangiano: il servizio pubblico, dando del dittatore a uno che non lo è. Infatti non li licenzia, e dovrebbe farlo!

venerdì 14 gennaio 2011

CI VENDEVANO IL MAGGIOLINO

Negli anni settanta, la Volkswagen in Italia era il Maggiolino. Quella macchinina, neppure troppo piccola, era una “Volkswagen”. I tedeschi la vendevano anche in America, dove era veramente una macchinina. Noi avevamo la 500, che consumava molto meno. I francesi avevano la Due Cavalli, grande come il Maggiolino, con un motore ed un consumo paragonabile a quello della 500. Dopo tre decenni, la FIAT e la Volkswagen hanno rilanciato la 500 ed il Maggiolino, sennonché la prima si è rivelata troppo dissimile dalla progenitrice, mentre il nuovo Maggiolino si è piazzato tranquillamente in un segmento superiore a quello occupato negli anni settanta. La 500 ha quasi subito deluso quanti pensavano di ritrovare l'utilitaria; il nuovo Maggiolino invece non ha mai illuso, giacché fin dalla presentazione il prezzo ha dirottato altrove chi cercava una macchinina. Deludere è peggio. Quando la Volkswagen era sinonimo di Maggiolino, c'era pure un indistruttibile pulmino, usato dai frikkettoni come camper. Dopo quaranta anni, c'è in giro ancora qualche antico Maggiolino e qualche scassatissimo furgone. La Volkswagen di oggi dei frikkettoni se ne può fregare altamente. La sua fascia di utenza è medio-alta. Anche le sue piccole sono garanzia di efficienza. Ha finanche i suv, enormi quasi come camion; se le madame impellicciate vogliono i macchinoni, per andare a fare shopping, diamoglieli! La FIAT non ha il suv; perché non si sa, visto che ne ha uno pure la minuscola concorrente italiana, la DR, di cui nessuno parla, forse perché non paga mazzette ai politici. La FIAT vende in Brasile il 40% in più che in Italia. Per forza: paga gli operai da 300 a 700 euro, e lavorano su tre turni, 24 ore su 24: il sogno di Marchionne. La Volkswagen una volta produceva macchine spartane, ma “tedesche”, cioè inarrestabili. Ora “tedesche” significa veloci e scattanti carri armati tecnologici, comodi come salotti. Negli anni settanta, la FIAT aveva in produzione modelli da 500 cc fino a tre, quattro volte tanto. Poi, piano piano, ha assorbito e distrutto Autobianchi, Lancia ed Alfa, oltre ad altre realtà più piccole, ma non meno valide dal punto del know how. Poi la FIAT si è seduta. La FIAT ha smesso di investire nella ricerca da quanto tempo? Decenni di sicuro. I tedeschi per la ricerca spendono sempre di più, e sono premiati dalle vendite: la BMW nel 2010 ha venduto tantissimo, e non macchinine. La BMW sputa fuori macchine sempre più simili alla Batmobile, e le vende pure! Vende più della tradizionale avversaria Mercedes. Una volta BMW e Mercedes temevano Alfa e Lancia; poi è arrivata la FIAT, con l'Arna, l'Alfasud e la Prisma. Che macchine sarebbero? E poi parlavano male della Duna! Nessuno si stupisca se la FIAT è in caduta libera, e si libera degli operai, mentre la Volkswagen e le altre tedesche vendono parecchio, ed assumono. Se la Volkswagen dice di voler superare la Toyota, c'è da crederle. Che la FIAT si riprenda con propri modelli, c'è da dubitarne. Più facile che produca delle Chrysler su licenza: le Jeep ad esempio. I sindacati tedeschi hanno tutelato i posti di lavoro attraverso la crisi. I sindacati italiani, in primis la FIOM, stanno fornendo a Marchionne la scusa che cerca per spostare tutto in Brasile, Serbia e Polonia. Del resto le FIAT le possono commercializzare solo da quelle parti, ma non nella versione italiana: le devono comunque modificare, per evitare che cadano a pezzi.

venerdì 7 gennaio 2011

I POST-COMUNISTI ED IL CACHEMIRE

Berlusconi si è accorto che i post-comunisti vestono in cachemire. Se si riferisce a D'Alema, non ci sono dubbi sul fatto che di comunista il baffetto abbia poco o nulla, ed anche che il suo tenore di vita sia molto differente da quello degli operai, che con milleduecento euro devono mantenere se stessi e la famiglia. Strano tuttavia che Berlusconi ci comunichi solo ora una news che poteva essere tale decine di anni or sono. Sono infatti decenni che i "compagni" della generazione di D'Alema, comunisti con i soldi altrui, fanno la bella vita. Del resto, non possiamo pretendere che i deputati ed i senatori, di qualunque colore politico, patiscano la fame, quando percepiscono stipendi che sono dieci volte i nostri. Probabilmente già dai tempi di Togliatti la gerontocrazia del PCI sapeva di prendere in giro la carne da cannone, cioè il tanto esaltato "popolo", cioè i nostri padri ed anche noi. Togliatti, nemico a parole dei "borghesi", andò in effetti al governo proprio con detti nemici del popolo. Accadde nel secondo dopoguerra. Ma l'illusione e l'incarico durarono poco, e dopo il PCI precipitò in un periodo lunghissimo di opposizione obbligata. Il PCI si accontentò delle briciole del sottogoverno, percependo quanto i cespugli del pentapartito. Nel frattempo, i gerontocrati del PCI e della CGIL mandavano allo sbaraglio milioni di creduloni, promettendo la rivoluzione. I gerontocrati del PCI organizzavano manifestazioni finto comuniste al solo scopo di estorcere quote più rilevanti. Come si poteva fare una rivoluzione in Italia, con gli americani in casa? I sovietici avrebbero rischiato la terza guerra mondiale per mettere le mani su un paese da operetta come l'Italia? I sovietici avevano già rinunciato ad annettere la Germania ovest; molto difficile immaginare che l'armata rossa attraversasse le Alpi per "liberarci". Inoltre è un dato di fatto che il PCI sia sempre andato d'accordo con la FIAT, per spartirsi Torino. Il sindaco "comunista" è sempre servito a blandire i polli. Il PCI non si è opposto quando la FIAT fagocitava gratuitamente Lancia ed Alfa Romeo. In nessun paese civilizzato c'è un tale monopolio nell'industria automobilistica. Merito della FIOM, che a chiacchiere ha sempre combattuto contro i "padroni" Agnelli, ma li ha sempre spondati, buggerando i propri iscritti. Il PCI è sempre stato invidioso dei preti e dei borghesi. I comunisti italiani avrebbero voluto realizzare una contro-chiesa, ma non ci sono mai neppure andati vicino. Invidiavano i borghesi per la loro cultura pragmatica. Il Berlusca nasce appunto dal pragmatismo borghese; quindi se ne frega del moralismo fasullo dei pretini rossi. Berlusconi conferma che la giustizia non è uguale per tutti: basta avere tanti soldi, e la legge si piega come pare che la luce faccia attorno ai buchi neri. I comunisti sono rimasti prigionieri del loro falso moralismo, che li costringe ancora a posizioni schizofreniche. Ad esempio: difenderebbero i palestinesi, che sono poveri, ma hanno paura di essere accusati di antisemitismo, perché contrapposti ai palestinesi ci sono gli israeliani ebrei. Senza parlare troppo di D'Alema e personaggi assimilabili, troviamo estimatori del cachemire anche molto più in basso: dirigenti pubblici, che fanno i "rossi", mettendosi in tasca due o tre volte lo stipendio di uno sfigato della FIAT. Ora quelli della FIAT rischiano il posto di lavoro, grazie a Marchionne, ma anche alla FIOM; i "compagni" dirigenti no.