mercoledì 6 aprile 2011

Una banda di straccioni

I regnanti di Egitto e Tunisia sono stati costretti a mollare il trono, perché i loro popoli sono insorti in maniera efficace. Gheddafi invece si trova contro un'accozzaglia di sbandati, a bordo di alcuni fuoristrada, che sprecano colpi di mitragliatrice, sparando verso l'alto. Se Gheddafi sarà costretto ad andarsene, sarà merito quasi esclusivo dei francesi, dei britannici e degli americani. In patria non ha veri avversari, e non è solo questione di armi: non ci sanno fare. I francesi, che sono partiti per primi, hanno fatto fuori tutti i mezzi corazzati libici che sono riusciti ad inquadrare nei mirini dei caccia. Ora i pro Gheddafi hanno nascosto i carri armati rimasti, adottando una strategia terrestre che li dissimula meglio di prima. Così gli europei e gli americani rischiano di far fuori gli straccioni di cui sopra. Che i civili ci vadano di mezzo non è una novità: la guerra non è un gioco, e le bombe sono intelligenti fino ad un certo punto. Le bombe sono fatte per scoppiare, non per recitare l'Amleto. Strada, quello di Emergency, si accontenti di esportare i suoi ospedali, e non si illuda di porre fine alle guerre. Le guerre ci sono sempre state, dalle clave alle bombe atomiche. Le guerre si sono sempre fatte per il business, non per esportare la democrazia. Quelli che combattono contro Gheddafi vogliono il petrolio, non i diritti civili per il popolo libico. A nessuno frega qualcosa del popolo libico, forse neppure ai libici medesimi. Il governo italiano si è schierato contro Gheddafi, ma non lo bombarda. Quindi, se francesi, britannici ed americani vinceranno, l'ENI farà le valigie, o si accontenterà delle briciole. Gheddafi assomiglia ad un malato dato per terminale, che viceversa respira e scalpita ancora molto bene. Che sia simpatico o meno, il cammelliere folle interpreta la parte del capo di Stato, inviso ad una parte del suo popolo, che subisce l'attacco di nemici esterni, che non hanno però il coraggio di confrontarsi con lui su terra. Dal suo punto di vista, Gheddafi ha ragione di sentirsi la parte offesa. Buoni e cattivi ci sono solo nelle favole; in Libia, come in tutti i posti dove ci sia una guerra, ci sono quelli che sparano e quelli che cercano di evitare le pallottole.

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