sabato 2 luglio 2011

BLACK OUT DI DICIASSETTE ANNI

Uccisa nel 1993, vendicata ieri, seppellita oggi: Elisa Claps. Ennesima dimostrazione di incompetenza degli italiani, perché a vendicarla sono stati i britannici. Restivo, assassino di Elisa, era riuscito a sfuggire alla "giustizia" italiana. "Giustizia" non a caso tra virgolette. Poi il delinquente si era spostato in Gran Bretagna, dove aveva ucciso un'altra ragazza. Stesse modalità maniacali. I britannici, che non a caso sono apprezzati e temuti in tutto il mondo, hanno sbattuto in galera a vita Restivo, dicendoglielo in faccia: "lei non uscirà più dal carcere". Un ergastolo da noi è quasi impensabile, neppure per la Franzoni di Cogne, che ha ammazzato il figlio. Neppure per i due delinquenti di Novi, che hanno assassinato mamma e figlio. Da noi non basta uccidere una persona per finire in galera a vita. Bisogna essere dei capi della mafia, della camorra o della ndrangheta, ed a vere ordinato stragi, con morti sciolti nell'acido o murati nei piloni autostradali. Rimarrebbe da capire come mai per diciassette anni il Restivo sia stato "graziato" in Italia. Come mai il corpo di Elisa Claps non sia stato notato, sebbene si stesse decomponendo all'interno di una chiesa di Potenza. Quando il governo parla di riforma della giustizia non è chiaro se si riferisca al licenziamento in tronco dei magistrati incapaci e corrotti. Cosa dice l'opposizione in merito? Nulla mi pare. Non è chiaro come mai nessuno stia cercando di comprendere quel black out durato diciassette anni. E noi italiani continuiamo con le nostre brave figure di merda. Ora Elisa avrà pace, ma non grazie a noi.

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