lunedì 18 aprile 2011

Guariniello batte Espenhahn 1 a zero!

Il pm Guariniello ha chiesto ed ottenuto la condanna in primo grado per amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn. I giudici della corte d'assise hanno riconosciuto il reato di omicidio volontario, comminandogli 16 anni e 6 mesi! Il punto esclamativo ci sta tutto. Analogamente, altri dirigenti, Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafuerri, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi. Daniele Moroni è stato condannato a 10 anni e 10 mesi di reclusione per concorso in omicidio colposo. Guariniello ha usato la leva del dolo eventuale: l'agente compie un atto, ignorando la pur alta probabilità che a questo ne consegua un altro. L'amministratore delegato del colosso dell'acciaio ha volontariamente omesso di adeguare le misure di sicurezza, provocando indirettamente la morte dei sette operai, il 6 dicembre 2007. Fu omicidio volontario, non fatalità! Guariniello ha fatto la storia ed anche la giurisprudenza. Finalmente una procura della repubblica colpisce pesantemente un datore di lavoro, peraltro potentissimo, saltando a piè pari il "classico" e blando omicidio colposo. Il messaggio è chiaro: se ometti le dovute misure di sicurezza, e qualcuno ci lascia le penne, è quasi come se li avessi uccisi tu, impugnando un fucile. Gli imprenditori italiani sono in lutto; non per i sette operai bruciati vivi, bensì per il "povero" Harald Espenhahn. Notizia di prima pagina, che però è stata pubblicata sotto la solita notizia dei processi di Berlusconi, delle sue dichiarazioni contro la magistratura, e delle riflessioni sconsolate del triste Bersani. Non ci pare che la sinistra abbia esultato più di tanto, forse perché si sono stancati troppo a criticare il bunga bunga del premier. Così, quando ci sarebbe da fare festa, i comunisti radical chic se ne stanno nei loro salotti a prendere il the. La leader della CGIL ha riconosciuto come storica la sentenza di Torino, ma neppure lei ha esultato, perché parla sempre come una a cui sia appena morto il gatto.

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