sabato 15 ottobre 2011

NELLA TESTOLINA DEI RICCHI

Io, che ricco non sono, ho cercato di immedesimarmi nella testolina di chi ricco sia nato. Facile per noi poveri dire che i ricchi sono degli stronzi, senza capire lo stress di chi sia costretto a vivere in una villa in collina, invece che in un trullo, una caverna, una palafitta o un bilocale a Torino Mirafiori. Da noi poveri, la società si aspetta che andiamo a lavorare in qualche officina, o in un campo a zappare, o in un ufficio a leccare il retro dei francobolli. Da un ricco, i genitori si aspettano che diventi medico, ingegnere, politico, o tutte e tre le cose assieme! Un ricco, appena capisce che il panorama che si vede dalla sua villa è più bello dei cortili delle case popolari, sviluppa la convinzione di essere un predestinato. Quando accerta che il papy è un dirigente o un imprenditore o un magnaccia, o tutte e tre le cose assieme, il bambino ricco si sente superiore al bambino povero. Non è colpa sua, povera bestia. Gli indiani, quelli dell'India non quelli che le penne in testa, accettano la predestinazione e le caste. Perché noi rompiamo le palle ai ricchi, scendendo in piazza, a fare a pugni con altri poveri in divisa? Possiamo mica pretendere che i ricchi scendano in piazza per fare a pugni con noi poveri! Ci mandano carabinieri e poliziotti, che percepiscono un salario da fame come noi. Perché non sono predestinati, perché non appartengono alla razza dei bramini, perché chissà cos'hanno combinato in una vita precedente per meritarsi di fare i poliziotti o i carabinieri. Adesso anche in America, dove i ricchi hanno mediamente un reddito che è cinquanta volte quello dei poveri, c'è gente che si indigna. Gente che non capisce quanto sia difficile essere Paris Hilton, che non è un'attrice, non è una cantante, non è una modella, e non è neppure bona! Hilton è il nome di una catena d'alberghi. E allora? Che colpa ne ha la sciocca biondina? I ricchi erano più contenti quando noi poveri cercavamo di imitarli. Pasolini disse che la classe operaia si omologava, o per meglio dire ci provava, travestendosi. In quel periodo, i ricchi fecero il '68, che più avanti fruttò loro tanti bei prestigiosi posti di lavoro, assegnati in base alla tessera di partito. Ancora adesso ci scontriamo con qualche cretino, laureato con un voto politico in quel periodo. Ma in realtà noi siamo ingiusti verso i ricchi. Berlusconi, che è uno ricco, capisce le sofferenze della sua categoria, e ne ha portati al governo a camionate. Cosa possono capire del prezzo della frutta, o della sua provenienza messicana? Non è colpa loro. Loro a fare la spesa mandano la serva! Studiare all'università è sempre più costoso: roba da ricchi. Come se loro avessero capito che un povero istruito rischia di diventare molto più aggressivo di uno ignorante. Le spese di iscrizione il governo le ha aumentate per il nostro bene, perché ci accontentiamo di vestirci da fighetti, e compriamo la Golf a rate.

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