mercoledì 23 giugno 2010

FURBI, NON INTELLIGENTI

Potendo scegliere, l'italiano preferirebbe essere furbo, piuttosto che intelligente, perché l'intelligente studia troppo, perde la vista, è affetto da mal di schiena, e forse non guadagna in proporzione allo sforzo profuso. Il furbo invece si fa notare fin da piccolo, a scuola, perché è quello che evita le interrogazioni più difficoltose, e raggiunge la promozione con uno sforzo minimo. Il più furbo tra i furbi è il calciatore, che guadagna come mille operai, ed il più delle volte non ha neppure la licenza media. Altri furbi sono quelli che delinquono senza farsi arrestare, oppure se la cavicchiano anche in carcere. In Italia abbiamo intere regioni popolate da furbi. Se non ci fosse lo Stato, andrebbero a fondo, ma non succederà finché sarà possibile mercanteggiare i consensi elettorali. Il Veneto ha un credito di imposta, che tutti gli anni consentirebbe di costruire un ponte sullo stretto di Messina. Visto che di ponti sullo stretto di Messina non ne hanno costruito neppure uno, viene da chiedersi che fine facciano quei soldi. La risposta è semplice: si continua a dire che al sud non ci sono posti di lavoro, ma la gente deve pur mangiare. Per cui lo Stato, grazie al Veneto, alla Lombardia, all'Emilia-Romagna, mantiene torme di nullafacenti. Potrebbero, a dire il vero, cercare il lavoro fuori dalla loro regione, come hanno fatto molti loro amici e parenti, ma è molto più comodo piangere miseria, e farsi mantenere dalla collettività. La Fiat ha chiuso il suo stabilimento in Sicilia, e non è una bella notizia, perché da quelle parti gli stabilimenti non spuntano certo come funghi. Marchionne ha minacciato di fare lo stesso con Pomigliano d'Arco; per importare la produzione della Panda, chiede solo un potere quasi assoluto sul personale. Si accontenta di poco, ma uno degli aspetti collaterali dell'essere furbi è la scarsa qualificazione professionale. E se il tuo lavoro lo sanno fare tutti, pure in Polonia, su quale base pensi di poter contrattare? L'italiano è furbo, o crede di esserlo, anche nelle questioni calcistiche. In occasione di ogni mondiale, ci dobbiamo sorbire riflessioni sul risultato utile minimo. I nostri fanno bene a cercare l'uno a uno, o l'uno a zero: non devono mica sciupare energie! Ci si chiede, sfottendoli, come mai gli altri cerchino la goleada. Un commentatore televisivo ha addirittura avuto il coraggio di sparlare del sette a zero, inflitto dal Portogallo alla Corea del Nord. Ha detto che fare tutti quei gol configura una mancanza di buon gusto! Come prevedibile, gli hanno fatto notare che la differenza reti aiuta a qualificarsi. Il commentatore televisivo credeva di essere furbo, e sosteneva l'opzione del risparmio delle energie. Noi in Italia siamo talmente furbi da essere soci del club PIGS, composto da Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, e non stiamo parlando di calcio. I PIGS sono i paesi europei con il massimo debito pubblico: pesi morti per il resto dell'Europa. Per anni ci siamo ritenuti furbi indebitandoci ben oltre il prodotto interno lordo. Ora però l'Europa ci ordina di adeguarci alla crisi, e noi dobbiamo farlo. La nostra manovra correttiva ci sconvolge enormemente, ma i tedeschi, che non ci tengono ad essere furbi, ne hanno predisposta una molto più impegnativa. Forse perché loro hanno risolto il problema della contrapposizione tra furbo ed intelligente, preferendo il secondo.

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