martedì 20 luglio 2010

FURBATE ELETTORALI

Cota è stato eletto presidente della giunta regionale del Piemonte, ma il TAR ha accettato il ricorso di chi affermava che l'elezione in oggetto fosse stata viziata da firme false. Risultato: verranno riviste molte schede elettorali, ma non tutte. Dato il modo di lavorare degli italiani, per fare una verifica di questo tipo occorrerà un sacco di tempo. Credo che tutti gli abitanti dei paesi civili non si stupiscano più di quanto siamo arretrati. Qui si tratta di arretratezza tecnologica, ma anche procedurale. Cosa significa firme false? Vuol dire che nessuno si prende la briga di associare gli scarabocchi ai codici fiscali, e magari chiedere conferma via e-mail. Basterebbe verificare, nel giro di uno o due giorni, se i veri sostenitori di una lista siano quelli che risultano dalle firme. Popolo peggio che bizantino! Come è possibile che si debba attendere che qualcuno riguardi le scartoffie per verificare chi sia il presidente del Piemonte? Spero che, se dovessero accertare l'esistenza di firme false, qualcuno finisca in galera, compresi quelli addetti alla validazione. Detto ciò in premessa, visto che siamo del 2010 sarebbe il caso di pensare ad un diverso sistema di voto. Ad esempio mediante posta elettronica certificata, o le istituzioni e la maledetta burocrazia dubitano anche di se stesse? Moltissima gente non ha la posta certificata, ma neppure la posta elettronica normale, in troppi casi non hanno il computer. Signori cari: non possiamo rimanere nelle caverne solo perché ci sono troppi pesi morti che non sanno usare il computer. Lo si dice continuamente che questa è l'era del computer. Forse dire "era" è eccessivo, ma di certo non si può più prescindere dall'informatica. Tutti quelli che non ci arrivano o non ci vogliono arrivare farebbero meglio a rinunciare al voto: i loro cervelli sono troppo fuori sincrono. La massa bue che vota con la matita era sopportabile nell'Italia agricola o degli anni cinquanta e sessanta. Ora basta! Scendere dalle piante si deve perché il terzo millennio è iniziato da dieci anni. Altra furbata elettorale che mi sento di proporre è quella di votare in base alla contribuzione. In pratica: uno che guadagna trentamila euro, e paga le tasse adeguate, deve esprimere un voto che abbia un peso proporzionale a quanto lui contribuisce al mantenimento delle istituzioni. Chi ha un reddito di cinquantamila, e paga le tasse, conterebbe di più di uno che abbia un reddito inferiore. Questo sistema stanerebbe gli evasori fiscali, e toglierebbe ogni potere agli attuali elettori privi di reddito. Se non pagano, perché dovrebbero decidere? Tutto ciò non è democratico? La definirei piuttosto una società per azioni! Come mai abbiamo una classe politica cialtrona? Per il semplice fatto che il voto del nullafacente e del criminale vale esattamente quanto quello dell'esimio professore, o di un altro lavoratore meno esimio ma altrettanto indefesso. A pensarci bene il suffragio universale pare una proiezione del cattolicesimo, o del catto-comunismo. Un farsi del male, dando soverchia importanza alle opinioni di qualunque demente frequentatore di osteria. Il catto-comunismo è sfascista per definizione, e lavora sempre contro e mai a favore. La furbata elettorale che ho appena descritto, accoppiata al voto mediante posta elettronica certificata, taglierebbe fuori casalinghe a reddito zero, che tanto non seguono un telegiornale da decenni. Se si votasse in base alla contribuzione IRPEF, i lavoratori dipendenti (quelli che le tasse le pagano fino all'ultimo euro) conterebbero finalmente qualcosa politicamente parlando. Se i bottegai continuassero a dichiarare redditi ridicoli, il loro peso elettorale ne subirebbe grande ridimensionamento.

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