giovedì 3 giugno 2010

IL POPULISMO VISTO COME DEGENERAZIONE DELL'INTELLIGENZA UMANA

Il populismo russo risale alla metà del diciannovesimo secolo, e si basa sul presupposto che il popolo in quanto tale rappresenti al meglio l'essere umano. Basta viceversa osservare come si comporta una massa per dedurre l'esatto contrario: l'aggregazione premia gli istinti più bassi. Non capita che una massa umana elegga spontaneamente il più saggio tra i propri componenti. Una massa umana, come qualsiasi aggregazione animale, si lascia condurre dal più forte e spietato. Democrazia significa potere al popolo, ma nessuno sano di mente darebbe veramente potere a quelli che urlano di più, e conducono a calci quelli che urlano di meno. Dittatura del proletariato significava collocare una classe numerosa a capo di una classe molto più esigua. Non è mai esistita la possibilità di mangiare in mille, vessando tre o quattro persone. La dittatura del proletariato è sempre stata dittatura e basta. Dittatura in nome del proletariato, sul proletariato e sulla borghesia. Un dittatore spietato, un monarca a vita, un sanguinario che faceva uccidere chiunque gli desse fastidio, a cominciare dagli ex amici. La democrazia potrebbe essere un punto d'arrivo: una sistema di governo delle risorse comuni, applicato a persone uniformi dal punto di vista dell'istruzione e della morale, prima ancora che dal punto di vista economico. Chi non vuole sentire parlare di capi è un cretino totale! In qualsiasi aggregazione emerge un capo branco, sia esso cane, uomo o volatile. Forse la monarchia non è così negativa come ce la dipingono i benpensanti attuali. Il re dovrebbe essere una sorta di distillato di buone qualità. Uno che è più potente di tutti i suoi sudditi, ma non li tartassa per il gusto di farlo. Il re deve essere rigido nell'applicare la legge, perché a nessuno piacciono i deboli. Sfortunatamente gli umani non sono riusciti ad incrociare proficuamente gli individui, per ottenere dei soggetti veramente superiori. Siamo riusciti ad ottenere dei super cani e dei super cavalli, ma non dei super uomini. Il re potrebbe comunque essere uno che, come nelle monarchie europee, si limita a rappresentare la patria, facendo il super partes. In Italia non abbiamo il re, ma siamo costretti ad inventarci un super partes diverso ogni sette anni. L'unico modo di contenere la naturale stupidità di un numero preoccupante di umani è quelli di fare votare il popolo solo per cariche che detengano poco potere. Per individuare sindaci, presidenti di regione e ministri si dovrebbe ripiegare sul voto indiretto: fare votare solo quelli che sono stati eletti dal popolo. In questo modo certe capre non avrebbero voce in capitolo per l'elezione dei parlamentari, ma neppure per l'elezione dei sindaci, degli assessori e dei presidenti di provincia e regione. Berlusconi piace più di Prodi perché è un capo branco. Prodi cercava di convincere gli italiani, ma non aveva la stoffa. Berlusconi ci riesce, perché nella sua maggioranza non c'è alcun D'Alema a fargli ombra. Fini ha perso la possibilità di dire la sua quando ha sciolto AN, invece di trasformarla in una corrente di Forza Italia. Berlusconi è un maschio alfa, che non permette ad alcun altro maschio alfa di orinare nel suo prato. Si tratta di spartizione di potere, non di giusto o sbagliato, morale o immorale. Non esiste diritto senza forza. In natura c'è solo la forza bruta; tra gli umani ci sono anche le chiacchiere, ma quando sono troppe si rimpiange l'uomo forte.

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