lunedì 26 luglio 2010

La FIAT serba.

Marchionne ha annunciato che sposterà la produzione della Multipla da Torino Mirafiori ad uno stabilimento serbo. I dipendenti torinesi sono ovviamente molto allarmati, giacché Mirafiori non potrà sopravvivere con la sola Mito. Marchionne incolpa i sindacati di mettergli i bastoni tra le ruote, ma a Pomigliano CISL e UIL gli sono venuti incontro. Marchionne cerca una scusa per sbaraccare, è evidente. Se non avessimo una classe politica così scalcinata, eviteremmo di sentire in tv dei commenti a dir poco insipidi. Purtroppo quella classe politica l'abbiamo eletta noi, e nel popolo bue ci sono troppi che non distinguono un telegiornale da una telenovela. Questo è il momento giusto per costruire auto elettriche in stabilimenti di Stato. L'auto elettrica c'è già: i muletti elevatori e le macchinine che raccolgono le palle da golf. Per le strade circolano le minicar, che sono anche peggio. Potremmo farla pagare a Marchionne, proibendo la circolazione in città ai mezzi a combustione interna. Potremmo ricaricare quasi gratis le auto elettriche, mediante pannelli fotovoltaici, almeno d'estate. Ma con la classe politica e sindacale che abbiamo, possiamo solo sperare in un miracolo. Marchionne è un canadese che lavora per la famiglia Agnelli, annessi e connessi. Gli Agnelli di oggi non sono innamorati delle auto, come gli Agnelli di ieri. Quelli di oggi sono innamorati dei soldi che hanno ereditato, e che consentiranno loro di oziare per numerose vite. Se ai datori di lavoro di Marchionne converrà chiudere la FIAT in Italia, la FIAT chiuderà senza problema alcuno. La crisi economica non è finita, e ci sta venendo addosso come un rullo compressore.

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