mercoledì 8 dicembre 2010

I RIVOLUZIONARI DEL MOUSE

Sarei tentato di scrivere “rivoluzionari del maus”, che dà l’idea della tipologia della spinta ideale di detti “rivoluzionari”. Come dire “rivoluzionari del piffero”, che adoperano il mouse per cliccare qui e là, veramente convinti di contribuire a cambiare il mondo in meglio. Sono prevalentemente ultraquarantenni, vagamente sinistrorsi, forse grillini, individualisti feroci, come se fossero esponenti di una peculiarità che merita una strenua difesa dagli assalti di tutti gli altri. Tutti gli altri sono i qualunquisti; non perché credano all’uomo qualunque, ma perché passano da destra a sinistra, come soffia il vento. Che gli italiani siano ballerine e banderuole è un dato di fatto. Il patrimonio genetico degli antichi romani è scomparso; la creatività rinascimentale anche. La cosa migliore che ci possa capitare è di essere invasi dagli svizzeri, ma è più facile che ad invaderci siano gli ex jugoslavi. Mi dicono che lo stanno già facendo. Ma torniamo ai rivoluzionari del mouse. Questi mandano fiumi di e-mail a tutti quelli che conoscono, per avvisarli di tremendi complotti, di catene di S.Antonio, e della cattiveria di Berlusconi. Strano che questi borghesucci, cresciuti senza problemi economici, pontifichino sui posti di lavoro che si sciolgono come neve al sole. Non sanno di cosa stanno parlando, e, men che meno sanno proporre una soluzione. Il più grande tra i rivoluzionari del mouse è il famoso Assange, che, per motivi imperscrutabili, ha divulgato indiscrezioni, sparate e spiate provenienti dalle varie diplomazie chiacchierone. Ma quanto chiacchierano questi diplomatici? Peggio delle comari al mercato del pesce. Gli altri rivoluzionari del mouse inneggiano ad Assange, come se fosse il nuovo messia. Inneggiano alla trasparenza generalizzata, senza tener conto che il terrorismo esiste, ed ora forse anche loro (i terroristi) sanno dove si trovano nuovi obiettivi sensibili, da far saltare in aria. Non piacerebbe ai rivoluzionari del mouse se un kamikaze si facesse saltare in aria proprio dove loro fanno la spesa, assieme a moglie e figli. Assange peraltro forse non ha fatto tutto da solo; forse è un uomo di facciata. Il sospetto viene guardando un’intervista ad Al Jazeera: sosteneva che l’Afghanistan fosse abitato dagli arabi, ma gli hanno detto che non è così. Allora lui ha risposto che sarebbe andato a consultare i suoi data base.


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