martedì 2 febbraio 2010

La furbata della Apple

La Apple ha presentato il suo nuovo prodotto: l'I Pad, che sarebbe un computer senza tastiera, in grado di navigare in Internet, e di fare un sacco di altre cose mirabolanti. La furbata consiste nel presentare come originale un prodotto tecnologico di qualche anno fa: il tablet. Quando l'HP commercializzò il primo portatile tutto schermo commise probabilmente l'errore di fornirlo di una tastiera di ripiego: l'aggeggio ruotava e si apriva, rivelando appunto tasti alfanumerici. Il tablet era pesante, con uno schermo sensibile al tocco di un grosso stilo, nonché dotato di un processore decisamente scarso, o forse era la RAM ad esserlo. Il tablet costava il doppio di un portatile, e non valeva la spesa. La Apple invece ha deciso di fare a meno dei tasti meccanici, sostituendoli con quelli digitali. Un punto a favore della Apple. In questo modo, l'I Pad è più sottile del tablet, anche perché nel frattempo la tecnologia si è evoluta sensibilmente. Più recentemente, è stato commercializzato il MID: mobile internet device. Qualcuno se ne è accorto? Pochi a dire la verità. L'aggeggio era grosso come un navigatore stradale, e "navigava" su Internet. Non male, ma poco pubblicizzato. L'I Pad della Apple è una riproposizione del MID. Due punti a favore della Apple. L'I Pad nasce con l'impostazione wireless, cioè sfrutta gli ambienti coperti da un router. In America gli ambienti wireless sono evidentemente facili da trovare. Da noi no. Noi discutiamo ancora della banda larga: se sia il caso di estenderla o meno. Siamo indietro di qualche anno rispetto ai paesi civili, e forse anche nei confronti di qualcuno di quelli incivili. L'I pad della Apple è una specie di palmare. Notare che i palmari li ha inventati la Palm molti anni or sono. Subito dopo è arrivata l'HP, che però non ha capito quanto sarebbe stato geniale evolvere il palmare in telefonino. Ci ha pensato la Apple, con l'I Phone. Notare che l'I Phone non fa tutte le cose che fa un palmare HP, ma costa tre volte tanto. L'I Pad è una specie di palmare triplo, ma forse non telefona. Da non sottovalutare l'E Book, che sarebbe un dispositivo per leggere libri. L'I Pad assomiglia esageratamente all'E Book, ma costerà molto di più. L'I Pad consentirà anche di leggere libri. A questo punto ci siamo persi il conto dei punti a favore della Apple. Il ragionamento che ne scaturisce è che: la tecnologia esisteva da anni, ma loro l'hanno assemblata e perfezionata. La Microsoft vive da decenni di rendita: dal Windows 3.1 in avanti. Sono riusciti a complicare gli affari semplici, facendo sempre un sacco di soldi. Viene da pensare che anche l'elettronica e la telematica siano terreni di caccia per i furbi. Ecco perché ne siamo esclusi. L'Olivetti inventò il primo personal computer: merito di un ingegnere cinese. Ma il PC è sinonimo di Windows. L'Olivetti aveva un suo sistema operativo, forse difficile da commercializzare all'estero, ma potevamo adoperarlo in Italia. La domanda è: chi l'ha mandata in malora? Chi ha preso mazzette per distruggere l'informatica italiana? La Apple, che faceva i PC prima che si chiamassero così, ha resistito all'offensiva fumosa della Microsoft, ed ora produce hardware e software. Se noi siamo fuori dal mercato, di chi è la colpa? Non dimentichiamo che l'Olivetti ha inventato la videoscrittura. Forse se avessimo avuto una classe politica meno incompetente, l'Olivetti ci sarebbe ancora, e noi utilizzeremmo macchine nazionali. Autarchia è un termine che indicava un'economia nazionale autosufficiente. Nel campo dell'informatica nessuno è autarchico, ma quasi tutti producono o assemblano computer e telefonini. E noi che facciamo?

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