lunedì 26 gennaio 2009

UN ELETTORATO NON TROPPO ESIGENTE

Il sindaco di Torino è arrivato primo, assieme a due colleghi, nella graduatoria dei preferiti dai loro concittadini. Verrebbe da chiedersi se il sondaggio sia stato effettuato prima delle ultime nevicate, dato che il ghiaccio perdura nei parchi lungo il Po, un mese dopo Natale. Oppure si potrebbe dedurne che la maggior parte dei torinesi sia riuscita a sopravvivere alle scivolate garantite dal fondo stradale gelato. Altra ipotesi è che il sondaggio sia stato inventato di sana pianta, tanto chi avrebbe modo di verificare i questionari, ammesso che ne siano stati compilati.
I torinesi, intendendo i residenti non necessariamente di stirpe autoctona, sono certamente di bocca buona. Infatti ci siamo beccati una lunga sfilza di sindaci vagamente di sinistra, tutti sostanzialmente ben visti dalla popolazione. Eppure la metropolitana è di edificazione abbastanza recente, e lo stadio delle Alpi, strapagato con denaro pubblico, sarà abbattuto. Il passante ferroviario non è ancora completato, ed una popolazione lievemente più esigente si sarebbe già chiesta cosa diavolo ci voglia a coprire la ferrovia in corso Principe Oddone. Può essere che i moltissimi meridionali, emigrati per venire a lavorare in Fiat, scarichino ancora torrenti di gratitudine sulla città che li ha ospitati. Eppure trattasi di gente che ha sempre lavorato, ed ha ottenuto in cambio simpatiche casette in cemento armato in due o tre zone ghetto della bella Torino: Mirafiori sud, Falchera, Vallette. Forse l'elettorato del sindaco di Torino ha in media una sessantina d'anni, non esce quasi mai di casa (quindi non scivola sul ghiaccio), e trae giovamento dalle feste altrui: tipo le olimpiadi invernali. Se il centro destra alle prossime elezioni metterà in campo un candidato non sconfitto in partenza, la continuità dei sindaci “rossi” potrebbe interrompersi. Però non è che il centro destra disponga di quantità industriali di figure credibili. Un minimo di parvenza bisogna offrirla, evitando se possibile filosofi meridionali che ricordano l'orso Yoghi. L'elezione del sindaco è quanto di meno democratico ci sia: o questo o quello, oppure ci si astiene o si pasticcia la scheda. Visto che l'elettorato di una tra le città più meridionali d'Italia è così poco esigente, mettiamo almeno in campo dei programmi sensati. Poca democrazia, ma un minimo di voglia e capacità di lavorare. Se il prossimo sindaco non abiterà in una zona servita da portici, forse si accorgerà financo del disagio causato dalle nevicate.

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