venerdì 2 gennaio 2009

QUANDO SI SMETTE DI ESSERE COMUNISTI

Marx ha evidenziato lo sfruttamento di moltitudini di esseri umani, da parte di una minoranza. In qualunque periodo storico, ed in qualunque parte del mondo, c'è sempre stata una élite che ha sottomesso la maggior parte della popolazione. Immaginiamo che, anche tra gli uomini delle caverne, ci fossero oppressi ed oppressori. Solo che allora l'oppressore doveva bastonare in proprio gli oppressi, e poteva così opprimerne due o tre alla volta. In seguito l'oppressore ha assoldato un'apposita sbirraglia, per far sì che le sue parole divenissero legge. Persone proprietarie solo della propria forza lavoro, e di quella della propria prole, avevano ed hanno tutto da guadagnare a "mettere in comune" le risorse e gli strumenti per produrle. Dove la rivoluzione proletaria ha avuto luogo, il più delle volte i contadini e gli operai sono passati da un padrone feudale ad uno burocratico. I russi sovietici mangiavano, i russi pre-sovietici facevano la fame. Bisogna riconoscere che la rivoluzione sovietica garantì ai più la sussistenza. Il problema del comunismo è che la ripartizione delle risorse di solito si ferma lì. La libertà d'opinione non esisteva prima del comunismo, e continuò a non esistere dopo il suo avvento. Questo perché i burocrati che avevano preso il potere, grazie al popolo bue che si era fatto massacrare dai cannoni degli aristocratici, continuavano a sostenere il rischio di una controrivoluzione. Tanto bastò a non concedere alcuna libertà al popolo. Si parla bene del popolo solo per fregarlo meglio. Tutti quelli che si riempiono la bocca della parola "popolo", poi tirano al popolo medesimo enormi pacchi. Veniamo ora al titolo del post: "quando si smette di essere comunisti". I governanti burocrati di Stato smettono subito dopo la rivoluzione. Forniscono pane e patate a tutti, affinché lavorino come asini, e magari muoiano come martiri della rivoluzione. I poveri possono anche non smettere di essere comunisti; tanto chi se ne frega? In Italia non abbiamo fatto la rivoluzione, ma c'è gente che ci ha creduto fino alla fine. Qualcuno ha finanche chiesto ed ottenuto un bel funerale con tanto di bandiera rossa, ed inni comunisti. Burocrati del partito hanno presenziato ai funerali di antichi compagni, per pontificare su quanto gli estinti fossero stati onesti. Grazie a detti onesti, il partito ha poi messo in giro la leggenda della superiorità morale della sinistra. I poveri hanno meno possibilità di rubare, e se lo fanno finiscono in galera. I ricchi hanno molta più possibilità di fregare il prossimo, e lo fanno, ma difficilmente vanno in galera. La galera è fatta per i poveri. Ad un povero conviene essere onesto; se prova a rubare, lo beccano subito. Quelli che abbiamo mandato in parlamento hanno avuto grosse difficoltà ad essere onesti. Non significa che abbiano rubato. Non tutti almeno. I burocrati di partito e dei grossi sindacati hanno avuto tra le mani fiumi di soldi dei tesserati. Non è detto che quei soldi se li siano spartiti, ma non è chiaro che fine abbiano fatto. Del resto come fare a perseguire penalmente uno a cui i soldi li regalano, in forma di cambiale in bianco? Non si può, trattandosi di soldi a fondo perduto, erogati nella speranza che il partito diventi più grande e più forte di prima. Abbiamo visto i comunisti poveri (sostanzialmente onesti), quelli ricchi (tentati dal vil denaro, ma monolitici nella loro integrità). Rimangono i ceti intermedi. Possono professare il comunismo, come il fascismo, ma non metterebbero in comune alcunché, e non rifarebbero neppure la marcia su Roma. I ceti molto variegati, che vanno dal proprietario del proprio alloggetto al dirigente (che è ricco, ma non abbastanza da vivere di rendita) hanno smesso da tempo di essere comunisti, qualunque cosa raccontino in giro. Quanto siano fasulli i sedicenti comunisti lo dimostrano i rifondaroli ed i loro amichetti "antagonisti". Dopo l'ultima batosta elettorale, sono praticamente spariti. Sembra che abbiano perso una guerra mondiale! Sono offesi nei confronti del mondo intero, e masticano veleno. Alcuni si sono dati alla religione, ma anche in quel campo vogliono distinguersi: il nuovo capo rifondarolo è un valdese (quindi un "protestante"). Siamo preoccupati per il loro stato di salute. Speriamo che vincano almeno qualche elezione di circoscrizione o di pianerottolo. Altrimenti continueranno ad intristirsi con le canzoni di Guccini. Hanno tutti una certa età, ed abbattersi così fa male al cuore.

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