domenica 16 novembre 2008

NOI FANNULLONI, LORO LADRONI

Si dice che un barbiere, che regola le capigliature dei nostri preziosi onorevoli, sia pagato più del vicepresidente USA! La presidenza della repubblica ci costa il doppio della monarchia britannica. Al compagno Cossutta, hanno dato una specie di liquidazione, per reinserirsi nella vita civile: quasi quattrocentomila euro! Alla faccia della liquidazione, e alla faccia del compagno! Ma noi ci scandalizziamo solo per due minuti; poi torniamo ad occuparci del campionato di calcio e dei reality show. Brunetta continua a darci dei fannulloni e degli assenteisti per professione di fede. Come mai, ci chiediamo, non raddrizza la schiena ai direttori, ai dirigenti ed ai medici della mutua? Per lo stesso motivo per cui la maledetta casta dei politicanti non ha ridotto i posti in parlamento, si è aumentata lo stipendio, ed ha riciclato tutti i “trombati”, utili aggregatori di voti. Brunetta, rappresentante della suddetta casta, pretende che siamo solo noi lavoratori dipendenti a tirare la cinghia. Loro no! La fottuta casta ha sviluppato una convinzione induista: loro sono i bramini (nati per gozzovigliare), noi siamo i paria (e dobbiamo tirare la carretta assieme agli asini). Come mai tutte le notizie più scandalose ci scivolano addosso? Siamo troppo furbi o troppo scemi? Di certo, tra tutte le professioni di cretineria, quella italica si differenzia da quella francese, tedesca, americana ed inglese. Inconsciamente ci consideriamo delle cime, visto che gli stranieri vengono ad ammirare le nostre rovine. Ma quelle sono rovine romane, non le “nostre”. Le nostre sono gli stabilimenti industriali dismessi: bella roba di cui vantarsi. Nei paesi civili, dopo un po' gli avversari politici la piantano di remare conto. Da noi la contrapposizione è tra quelli che spremono e quelli che sono spremuti. Quelli che spremono e quelli che sono spremuti sono sempre gli stessi. Dovremmo parlare di più caste, non di una sola. I figli dei docenti devono poter fare i docenti; così i giovani più brillanti, ma di nascita meno illustre, scappano all'estero, dove sono bene accolti. Qualora però dovessero tornare in Italia, in nome di un ingiustificabile amor di patria, si troverebbero a fare i precari, cioè la fame. I figli dei dirigenti devono fare i dirigenti, anche se non sono delle volpi. Perché Brunetta non la pianta di scocciarci con la mutua, ed inizia ad occuparsi della designazione dei direttori da parte dei partiti? Abbiamo visto che non sempre “privato è bello”: la Motorola, solo per fare un esempio, ha scaricato fior di italici ingegneri, dopo aver incassato fior di sovvenzioni. Il pubblico non sempre è “brutto”: basterebbe affidarlo a gente che sappia leggere e scrivere, e che rubi un po' meno. Solo un po', giusto per gradire. Si sa che i lavori pubblici non servono a realizzare infrastrutture, bensì a garantire mazzette. Che ne dice il nostro eroico ministro della funzione pubblica? Come si vede, non è solo una questione di tornelli, caro Brunetta!


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