mercoledì 5 novembre 2008

Cosa dire di Obama?

Di Obama è stato detto di tutto, bene e male, ma evidentemente anche i tentativi di denigrarlo hanno contribuito a rendergli merito. Per provare a tagliargli politicamente le gambe, hanno scavato nel suo passato, che però non è il passato di un terrorista e neppure di un sovversivo. Obama ha stravinto, oltre le più rosee previsioni. Quindi non è stato votato solo dai neri e dai diseredati. Grazie a lui, gli americani sono andati in massa alle urne (ed anche questa è una novità) sobbarcandosi lunghe code. Bisogna riconoscere peraltro che McCain ha combattuto fino alla fine. Poi il repubblicano ha ammesso la sconfitta, e si è congratulato con Obama. Anche la tremenda Condoleezza Rice si è felicitata con Obama per il fatto che un nero, sebbene democratico, sia asceso alla casa bianca. I nostri politicanti difficilmente ammettono la sconfitta, ed ancora più difficilmente si congratulano con gli avversari. Da noi, la contrapposizione perdura a lungo, oltre ogni logica, e tutte le scuse sono buone per rinfocolare la rissa. Veltroni ha ridicolamente cercato di assimilare i democratici USA con quelli del PD! Veltroni aveva già provato ad identificarsi con Obama, copiando il "yes, we can", ma non ha funzionato. Berlusconi ha detto di essere sempre andato d'accordo con i presidenti americani, democratici compresi. E questo è vero. In Italia, i politicanti trovano sempre l'accordo quando devono aumentarsi lo stipendio da parlamentari, e solo allora. Napolitano ha rimarcato come, nel discorso di Obama, dopo il successo elettorale, il neo-presidente USA abbia ripetuto più volte “unione” ed “unità”. Napolitano dice che dovremmo imparare da Obama a fare gruppo e nazione. Obama ha vinto in maniera tanto massiccia e netta, che il suo partito si è affermato sia alla camera che al senato. Le borse asiatiche sono subito balzate in avanti; segno che l'affermazione dell'afro-americano è stata vista come un passo avanti verso la stabilizzazione economica. Peccato che poi, altrettanto repentinamente, le borse siano cadute in picchiata. In Kenya, i parenti di Obama sono contenti che il mondo si sia accorto dell'Africa. Annettere il Kenya agli Stati Uniti sarebbe sempre meglio che invadere l'Iran. Gli americani hanno Obama, che è giovane ed alto di statura. Noi abbiamo Berlusconi che ha settantadue anni e tanta voglia di crescere. In cosa abbiamo sbagliato? Gli statunitensi ci hanno dimostrato di essere un popolo tutto sommato ancora giovane ed ancora ottimista. Mandare alla casa bianca un afro-americano sembrava un'assurdità. Obama deve però ringraziare anche Bush: dopo di lui, si doveva per forza provare a risalire. Anche Bush si è congratulato con Obama, perché gli americani hanno più classe di noi, e questa è una tremenda constatazione.

Nessun commento: