lunedì 24 novembre 2008

IL PARTITO DEMOCRATICO VERO, E QUELLO FINTO

Si chiamano allo stesso modo, ma quello americano è decisamente più vecchio, solido e collaudato. Il PD italiano è stato assemblato estemporaneamente per controbattere Berlusconi, ed ha subito perso le elezioni. Quello americano le elezioni presidenziali invece le ha appena vinte. Del resto, Obama è Obama, Veltroni è un'altra cosa! I due PD hanno poco o niente in comune. Quello italiano è un'accozzaglia selvaggia di ex democristiani e di ex comunisti. Gli ex democristiani del PD provengono datutte le correnti della DC, dalla Bindi alla Binetti: un vero casino. Gli ex comunisti del PD sono gli ex diessini, che hanno dismesso anche le fotocopie della falce e del martello. I vetero-comunisti nel PD non li hanno proprio voluti; così sono stati buttati fuori dal parlamento assieme agli inutili verdi radical chic. La più grossa differenza tra il PD americano e quello italiano è che i politici statunitensi, quando vanno all'opposizione, non sparano continuamente sul pianista. Democratici e repubblicani americani hanno una cultura di governo. Il PD ha viceversa ereditato la “cultura” anti-sistema del vecchio PCI. I repubblicani americani non si opporranno ad Obama per partito preso, perché hanno rispetto per le istituzioni. Gli americani sono nazionalisti, noi ci vergogniamo solo a pensarlo. Gli americani non si lamentano se devono sbaraccare tutta l'amministrazione quando cambia il presidente. Per loro è logico che il nuovo presidente voglia avere a che fare solo con gente di propria fiducia. In questo modo, si eliminano i passacarte professionisti, che da noi sono la norma. Gli americani cercano gente nuova, con idee nuove. Noi ci crediamo più furbi di chiunque, ed in parlamento stipiamo torme di ottantenni, che ragionano come ottantenni. Il PD italiano è un collage, più che un partito.Veltroni comanda poco o niente. Invece il Partito delle Libertà è un dato di fatto. Berlusconi ha costruito e dissolto Forza Italia, in poco più di quattordici anni. Negli Stati Uniti, c'è una specie di contrapposizione di classe: i democratici rappresentano i ceti medio-bassi, i repubblicani quelli alti. Da noi questo non avviene, perché Berlusconi non si limita a politiche che supportino i ricchi: non è scemo. Nel PD italiano ci sono parecchi piccoli comunisti con un grosso portafoglio. Come possono sperare di parlare il linguaggio dei cassaintegrati? Chi, tra i politici di vertice del PD diVeltroni, ha mai lavorato sul serio? Meno male che non si chiamano “Partito deiLavoratori”. Tremonti, Brunetta, Gelmini fanno i ministri, e sono contestati ferocemente per quello. Può darsi che sbaglino qualcosa, ma è meglio proporre dei correttivi che dire sempre no a tutto. Il PD italiano non è neppure stato in grado di individuare il presidente della commissione di vigilanza RAI. Così Villari è stato eletto dal centro-destra. Punti nel vivo, i veltroniani hanno tirato fuori il nome di Zavoli (largo ai giovani!), ma Villari a quella poltrona si era già affezionato. Unica soluzione: radiarlo dal partito, come ai tempi di Stalin e dei viaggi premio in Siberia. Maledetti bulgari! Forse la più significativa differenza tra i partiti italiani e quelli USA è che i secondi non devono sistemare torme di incapaci in posti di sottogoverno.L'etica protestante pretende la meritocrazia. Nessun ministro, governatore, deputato, senatore americano è un incapace, buono solo ad aggregare voti. Sarebbe bello dirlo anche per l'Italia.

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