sabato 25 aprile 2009

LA PARTE GIUSTA E LA PARTE SBAGLIATA

Il 25 aprile di quest'anno ha messo d'accordo destra e sinistra, o almeno così è parso guardando la tv. Napolitano ha invitato gli italiani a trascendere le differenze del passato, a vantaggio dell'aggregazione nazionale. Basta parlare di fascisti e di comunisti, e basta anche ritenere che il 25 aprile sia festa solo di una parte politica e non di tutti gli italiani. Berlusconi era stato invitato, o sfidato, a partecipare alla commemorazione; e lui c'è andato! C'era anche Larussa, che in passato fu fascista, di quei fascisti che si ritrovarono nel Movimento Sociale. Poi venne Alleanza Nazionale, che è recentemente confluita nel Partito della Libertà, di Berlusconi. Napolitano ha parlato di parte sbagliata, e gli hanno fatto eco praticamente tutti perché in effetti chi perde diventa inevitabilmente "parte sbagliata". Un distinguo c'è stato a proposito del coraggio dimostrato anche da chi si trovava dalla parte che venne sconfitta. Un riconoscimento postumo della dedizione ad una causa, buona o cattiva che fosse. Berlusconi, tanto che c'era, ha proposto un nuovo nome per la festa del 25 aprile: la festa della libertà riconquistata. La storia insegna che i buoni raccontano ciò che avvenne; in questa narrazione, gli altri sono descritti malissimo. Poi, un po' alla volta, si scopre che anche i vincitori non furono sempre splendidi. Qualcuno si chiede se fosse il caso di massacrare tutti quei civili giapponesi con le bombe atomiche. Qualcosa di simile accadde quando inglesi ed americani, a guerra praticamente conclusa, "diedero una lezione" ai tedeschi, sterminandone centinaia di migliaia con i bombardamenti "convenzionali". Una revisione storica dovrebbe evidenziare che dovevamo evitare di inimicarci contemporaneamente ambedue le parti in conflitto. Specie perché, quando ci fu l'armistizio, i tedeschi erano ancora in Italia, e gli anglo-americani stavano arrivando. Ora che Berlusconi è sceso in piazza il 25 aprile, non potranno nemmeno più chiamarlo clerico-fascista. Una cosa si dovrebbe rammentarla, a proposito della partecipazione dell'Italia alla seconda guerra mondiale: senza le armi pesanti, non avremmo mai potuto vincere, e neppure pareggiare. Mussolini si illudeva di essere entrato in un conflitto già quasi concluso, e vinto dai nazisti; ma evidentemente le sue stesse chiacchiere lo avevano rimbambito. I sovietici allora erano "buoni", quindi Stalin non era un dittatore, bensì un angioletto. Dopo la seconda guerra mondiale, anche i sovietici, per quanto l'avessero sicuramente vinta, divennero "cattivi". Si vede che i nostri libri di storia li hanno scritti gli americani.

Nessun commento: