sabato 18 aprile 2009

ELEZIONI ED ELEGGIBILI

Gli articoli 56 e 58 della costituzione italiana stabiliscono che chiunque possa diventare rispettivamente deputato e senatore, purché abbia compiuto venticinque e quaranta anni. Come dire che ci si aspetta che un cittadino italiano in quanto tale sia all'altezza di prendere decisioni su qualsiasi argomento, spendendo il denaro pubblico, appena superate le suddette soglie d'età. Una visione a dir poco ottimistica, in quanto non accompagnata da alcun requisito di istruzione. Come mai quelli che elaborarono la costituzione italiana presero questa grossa cantonata? Intendevano innovare rispetto ai primi parlamenti, nei quali trovavano posto gli aristocratici, ed intendevano altresì fare meglio dei fascisti e delle loro corporazioni. Ma questa rappresentatività un po' alla coque ha portato in parlamento gente senza arte né parte, perché la costituzione non prevede che sappiano fare alcunché di preciso. Quanti sono i politici che non hanno avuto altro mestiere se non quello che svolgono da anni? Tutti i ragazzi di bottega, cresciuti nelle sezioni, appena diplomati, che però parlano e sparlano di qualunque cosa, sovente a sproposito. Molti, in assenza di un mestiere qualsiasi, sono genericamente "pubblicisti", come se essere pubblicisti desse da mangiare. Una camera dei lord è occupata da personaggi folcloristici con indosso parrucche e mantelli, ma se non altro non basta avere venticinque o quaranta anni per accedere alla camera dei lord. Per non fare brutta figura, qualcosa devono studiare prima. Invece i nostri quasi mille parlamentari vanno lì per digitare i tasti dei voti, anche quelli dei vicini assenti. Questa è la classe politica nazionale, e spiega molti dei nostri problemi. C'è qualche avvocato e qualche magistrato, ma quelli starebbero bene in tribunale, a lavorare, vista la lentezza della giustizia italiana. In questi giorni stanno riaprendo un caso del 1990, come nei telefilm "Cold Case". Non è mai troppo tardi. Poi magari degli assassini per gioco, che hanno ammazzato con un sasso una ragazza che transitava in autostrada, escono dalla galera dopo poco più di dieci anni! Vergogna è dir poco! Ora che si vota per le province, i partiti candidano un sacco di gente nuova: largo ai giovani! Gli slogan fanno inorridire, ma il peggio lo si incontra quando si sentono le dichiarazioni dei candidati. Allora ci si convince che non sappiano di cosa stiano parlando, e che siano convinti di avere a che fare con un popolo di imbecilli. Genericità ed amenità tipo: "lavoro a tutti", "andiamo in Europa", "contro l'inquinamento". Non un candidato che ci spieghi il suo curriculum di studi e di lavoro. Cosa facevano prima di fare i politici? Nessuno che ci prometta di attivare controlli sull'operato della pubblica amministrazione. Così la pubblica amministrazione spreca i soldi dei contribuenti, costruendo ospedali con la sabbia ed il ferraccio. Si parla tanto di mafia, ma il problema è l'atteggiamento mafioso, che è a monte della mafia. Se i politici e gli amministratori dessero l'impressione di governare e di spendere bene i nostri soldi, non ci sarebbe posto per gli appalti truccati e le mazzette. Se la mafia c'è, è perché ce la meritiamo. Se non ci fosse la possibilità di truccare gli appalti, le organizzazioni criminose si dedicherebbero agli altri loro business. In questi giorni si parla anche di farci votare in una o più tornate, ma se ci saranno i ballottaggi, di sicuro non ci scamperemo la seconda. Le elezioni ed i referendum hanno un costo specie perché gestiti con la penna ed il calamaio. Un esercito di professionisti dei seggi, con scatoloni trasformati in urne. Potremmo magari imparare dagli indiani qualcosa anche in questo campo. Dopo la macchina da millecinquecento euro, il voto elettronico! E sì, perché pare proprio che loro lo abbiano e noi no! E farsi furbi, quando?

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