venerdì 10 aprile 2009

DISASTRI NATURALI E LAVORI PUBBLICI

Il recente disastroso terremoto che ha colpito L'Aquila ha dimostrato due cose: 1-siamo in grado di raccogliere le avvisaglie di un terremoto, ma non sappiamo quasi mai con precisione dove e quando colpirà, 2-i lavori pubblici, fatti da cani, contribuiscono a rendere più terribili gli effetti dei disastri naturali. Tutti i terremoti sono preceduti da scosse più o meno avvertibili, ma le nostre strumentazioni non hanno il dono della precognizione, e, per ora, non disponiamo di modelli matematici e statistici in grado di aiutarci più di tanto. Non poniamo limiti alla scienza ed alla provvidenza divina: continuando a sperimentare, sarà possibile allontanare le popolazioni dalle zone a rischio, delimitando in maniera credibile l'area ed il periodo. Al momento attuale, ogni scossa preventiva potrebbe innescare sgomberi spropositati, per un tempo imprevedibile. Detto ciò, dovremmo, a maggior ragione, costruire gli edifici con materiali che non si sbriciolino facilmente. Dovremmo altresì prevedere delle vie di fuga; a dire il vero, la normativa ci sarebbe, ma noi italiani ci sentiamo più furbi degli altri (anche troppo). Abbiamo scoperto che il calcestruzzo non è eterno, specie se l'edificio in questione viene edificato in dieci o venti anni, a strati. Il governo e la protezione civile si sono mossi in fretta e bene: lo ha ammesso anche Franceschini. La procura competente ha altresì aperto sollecitamente un fascicolo per accertare le responsabilità dei costruttori, dei direttori dei lavori e dei collaudatori. Finalmente si dice apertamente che non è solo un problema di "fatalità". Gli sciacalli sono stati relativamente pochi; uno in particolare: il vignettista di "Anno Zero", che ha fatto un'infelice battuta sull'incremento delle cubature, riferito alle dimore funebri delle vittime del terremoto! Se Berlusconi fosse un dittatore, uno come Vauro dovrebbero metterlo in galera. Se la RAI avesse un minimo di decenza, basterebbe licenziarlo. A L'Aquila sono morti molti giovani, perché la Casa dello studente si è rivelata una trappola mortale. Che la procura indaghi sulla sottovalutazione specifica del rischio sismico in quell'edificio! Alcuni studenti si sono salvati proprio grazie alla loro decisione di lasciare la Casa dello studente dopo le prime scosse. Tra l'altro sembra che si fossero già formate delle crepe nella muratura, prima del crollo fatale. Il giusto equilibrio si colloca tra l'allarmismo eccessivo ed il fatalismo, ma prima di tutto occorre che il ministero dei lavori pubblici lavori sul serio e bene, sanzionando tutti i cani che con i nostri soldi costruiscono in maniera criminale. E non ce ne vogliano i cani.

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