venerdì 23 ottobre 2009

I REQUISITI DI UN DIRETTORE GENERALE

Il testo che segue è tratto da un bando della Regione Emilia Romagna, e concerne i requisiti necessari ad accedere alla selezione per l'ambitissimo e molto ben retribuito posto di Direttore Generale di azienda sanitaria.
Gli aspiranti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: a) diploma di laurea; b) esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie, svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione del presente avviso.
Questo è quanto prevede la normativa vigente: una laurea qualsiasi ed un'esperienza alquanto vaga "in posizione dirigenziale". Si potrebbe eccepire che sarebbe il caso di pretendere una laurea specifica, accompagnata da un perfezionamento serio in gestione aziendale. Notiamo che i medici non se la cavano male nel dirigere gli ospedali, e questa sembra la scoperta dell'acqua calda. Altri laureati forse non sono altrettanto preparati. In particolare, non è detto che un avvocato malriuscito sia un bravo organizzatore ed un bravo ordinatore di spesa. Il medico deve comunque studiare seriamente come si gestisca un'azienda vera, anche se poi si troverà il più delle volte a dirigerne una fasulla. Un'azienda vera ha un vincolo di bilancio, che le ASL/ASO/AOU hanno solo sulla carta. Invece accade che la normativa vigente lasci campo libero ai partiti politici, che infilano chi vogliono nelle larghe maglie di una selezione inesistente. Mancando il filtro professionale, in senso stretto, si impone l'ordine di scuderia di partito. Del resto questi sedicenti mega-direttori non corrono grossi rischi di essere defenestrati, essendo di fatto inesistenti i controlli esercitati dalle Regioni, che ripianano tutti i debiti, comunque siano stati contratti. Tanto paga pantalone. Poi bisogna considerare che ci sono le Regioni più virtuose. La sanità in Italia infatti viaggia non a due ma ad una ventina di velocità: bisogna aver fortuna di capitare bene, perché il trattamento non è assolutamente uniforme sul territorio nazionale. Esiste pure il rischio di lasciarci le penne, finendo sotto le grinfie di veri cani in camice bianco. E senza avercela con i simpatici quadrupedi.

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