venerdì 2 ottobre 2009

I COSIDDETTI "ESPERTI IN TERREMOTI"

La prima cosa da dire sugli esperti in terremoti è che prevedono il presente, non il futuro. Ci avvisano di un terremoto in corso, non di uno che verrà. Per quel che concerne le previsioni, gli esperti in terremoti predispongono mappe, che segnalano la sismicità del territorio, in base al pregresso. Bella scoperta che tutto l'Appennino sia sismico. Anche senza aver studiato scienze della terra, basta avere un minimo di memoria. La seconda cosa da dire è che gli esperti in terremoti negano che i terremoti si estendano a migliaia di chilometri dall'epicentro. Negano quasi sempre che i terremoti siano i papà degli tsunami; ma la volta in cui comunicano al mondo un probabile tsunami, lo tsunami non si fa vedere. Tutto questo gran lavorìo di cervelli e di lingue ci induce a progettare le case su molle, ma ci dovrebbe anche convincere a non perdere tempo a ristrutturare le città colpite massicciamente da un sisma. Costerebbe molto meno abbattere L'Aquila, e ricostruirla secondo criteri antisismici (cioè su molle). Come mai detti esperti delle ondulazioni e dei sussulti negano che le masse continentali, proprio perché galleggiano sul magma, siano a stretto contatto, e trasmettano l'energia del sisma a distanze colossali? In tv hanno trasmesso un servizio su un intagliatore in legno, che sosteneva di saper prevedere i terremoti. Pare che in effetti sia riuscito ad imbroccarne qualcuno, prima che avvenisse. Dopo son capaci tutti. Il tizio però non era uno scienziato, ma un autodidatta, e gli esperti in terremoti sono riusciti ad impedirgli di diffondere la sua convinzione blasfema. Ora che il tizio è morto, nessun falegname attenta più alla torre d'avorio dei constatatori di terremoti. E loro possono consolare i sopravvissuti con dati utilissimi come: l'intensità, la profondità e la durata della scossa. Se non fossero grandi scienziati, potrebbero formulare profezie tipo quelle di Nostradamus: poesia più che prosa, con contenuti talmente vaghi da prestarsi a qualunque interpretazione postuma.

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