lunedì 1 giugno 2009

MAGNA STEYR ed OPEL

Quattro anni fa, Auto_blog.it riferiva che la Fiat avrebbe affidato alla Magna Steyr la progettazione e la produzione della sostituta della Stilo. Magna Steyr si presentava come l'unico contractor in grado di mettere in produzione il nuovo modello entro l'anno successivo. Nell'articolo citato si definiva la Stilo: "un disastro". La Fiat aveva previsto di assemblarne 400mila l'anno, ma si era fermata a 100mila. La monopolista italiana con questa strana mossa dava del lavoro alla concorrenza e dichiarava di poter risparmiare addirittura del 30%, rispetto alla produzione casalinga. Erano conciati veramente male! Non solo la Fiat costruiva già all'estero troppi modelli, ma in patria non riusciva neppure più a migliorare i modelli esistenti. La Magna Steyr assemblava, nel 2005, gioiellini come la Bmw X3, la Jeep Gran Cherokee, la Chrysler 300C e l'Audi TT. Non c'è da sorprendersi se Opel abbia preferito la qualità alla quantità. La Fiat non prometteva altro che risparmi di scala, cioè chiusura di stabilimenti, eccetto nel caso in cui il nuovo gruppo fosse riuscito a polverizzare tutta la concorrenza: pura fantascienza. La Magna Steyr ha viceversa dimostrato di saper lavorare meglio della Fiat, per ammissione implicita della Fiat medesima. Sullo sfondo, un popolo coriaceo (i tedeschi) che quando pensa al lavoro pensa al lavoro, e non alle ferie. Noi invece pensiamo sempre ai ponti (nel senso delle ferie), poi non sappiamo più costruirli (con riferimento a quelli che crollano per eventi naturali, o cemento avariato). Cosa dire del ruolo dei sindacati? Quelli tedeschi hanno battuto i pugni sul tavolo, e l'hanno spuntata alla grande, dato che Opel non è fallita assieme al resto della General Motors. I sindacati italiani hanno dato tutta la colpa al governo, che in effetti non è che si sia rotto la schiena per favorire la scalata di Marchionne. Quell'anima candida di Franceschini nel frattempo pensava alle foto di Noemi.

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