sabato 13 giugno 2009

Non tutti piangono miseria

Ikea si sposta da Grugliasco a Collegno, in una sede più grande. Segno che per il gruppo svedese la crisi non esiste, e questa è una bella notizia per l'occupazione, almeno per quella dell'Ikea. Dovremmo piantarla di piangere miseria per il gusto di farlo, modello Franceschini. Lamentiamoci quando è il caso, ma suggeriamo almeno una soluzione. Non serve tenere eventuali gruzzoli sotto il materasso, sperando che per la disperazione ci regalino case, macchine e tutto il resto. Se i prezzi collassano, seguiranno i licenziamenti e la fame. Se viceversa gli svedesi presumono di poter aumentare le vendite, è segno che gli italiani continuano a comprare i loro mobili. Imparare da loro non sarebbe male. Passando dalle parti della vecchia Ikea, mi è capitato di ipotizzare un nuovo uso per la struttura dismessa: la possibilità per il servizio sanitario di recuperarla come presidio ospedaliero. Di sicuro non mancherebbero i parcheggi, che sembrano uno dei maggiori assilli dei dipendenti e degli utenti. Ci sono collegamenti stradali e ferroviari. L'ex magazzino, dotato di aria condizionata, potrebbe ospitare qualche medicina generale, poliambulatori, radiologie, laboratori, day hospital e day surgery. Perché le medicine? I pianificatori politici della sanità piemontese hanno parlato a lungo ed a sproposito di decentrare Molinette (Molinette 2 e 3), senza dirci cosa avrebbero spostato a Grugliasco. Non ne avevano idea, o erano affascinati dalle loro stesse chiacchiere. Guarda caso ora proprio a Grugliasco si è reso disponibile un edificio riutilizzabile, e le medicine sono il ricovero di base, da cui diparte tutto il resto. Alle Molinette piangono miseria per il deficit, che guarda caso deriva dalla minore ricettività nei reparti di degenza. Gli ambulatori ed i day hospital non sostituiscono le vere degenze, ma a certa gente non lo si può proprio spiegare. A proposito di strutture dismesse, comprate con denaro pubblico e poi trasformate in un nulla di fatto, c'è stato un ex stabilimento Fiat che affacciava su via Nizza e via Farigliano. Quindi non sarebbe la prima volta che denaro pubblico viene usato per trovare una diversa destinazione ad ex stabilimenti. Ma questa volta non dovremmo pagare anche per smaltire l'asbesto, e poi farci crescere le erbacce.

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