giovedì 11 giugno 2009

A forza di parlarne male

Le sconfitte elettorali fanno sempre male, specie quando ci si era illusi che anche i nemici avessero perso terreno. Quando, il giorno dopo, si scopre che le elezioni amministrative sono in effetti diverse da quelle europee, la mazzata fa star male. In fondo dell'Europa ce ne frega fino ad un certo punto, ma con le amministrazioni locali ci conviviamo tutti i giorni. Allora si litiga anche all'interno del proprio partito, senza smettere di litigare all'esterno. Peggio di così può ancora andare, ma ci si sente come se si fosse toccato il fondo. I più cretini litigano apertamente in tv, con i compagni di partito, cosicché la gente possa dire: "meno male che non li ho votati", o: "la prossima volta col piffero che li voto!". Il risveglio è brusco anche per quel che riguarda il bipartitismo: in Italia non ci siamo ancora arrivati, e non è detto che sia auspicabile arrivarci. Per il momento siamo al pentapartitismo: due grossi e tre più piccoli. Tra una decina di giorni dovremmo referendare sulla legge elettorale. Dovremmo attribuire il premio di maggioranza al solo Berlusconi, per paura di darlo anche a Bossi? Tessere elettorali sprecate, alberi abbattuti per niente, quorum quasi sicuramente irraggiungibile. Questa non è democrazia, ma solo una passerella di dubbio gusto per il referendario di professione, Segni. La vigente legge elettorale non è così terrificante: in fondo ha tagliato fuori tutti quelli che non arrivano al 4% dei consensi. L'estrema sinistra non si è spaventata, e si è presentata con due liste che complessivamente superano il 6%, ma non si sommano perché i sedicenti difensori dei lavoratori si accapigliano su questioni che francamente sono indecifrabili. Non ci risulta che rifondaroli e soggetti assimilabili abbiano lanciato l'allarme sulla concreta possibilità che la Fiat-Chrysler sia nata per recare beneficio alla famiglia Agnelli, e non agli operai degli stabilimenti italiani. I comunisti della mutua che non si sono accorti della contrazione implosiva di Mirafiori. Uno stabilimento colossale che assomiglia sempre più ad un buco nero, destinato a papparsi tutto l'indotto. Chi impedirà a Marchionne di produrre i telai di tutti i modelli in Polonia, o in qualche stato neo-comunitario, dove gli operai li pagano ancora con sacchi di patate e scatole di fagioli? Quelli del PD ed i media asserviti hanno cercato di far fuori Berlusconi con 'sta Noemi, e lui ha rilanciato chiedendo un plebiscito. Hanno toppato ambedue, ma Berlusconi e Bossi si sono consolati portando via al centro-sinistra quasi tutti gli enti territoriali in palio. Franceschini si era recato nella natia Ferrara prima delle elezioni, ed a Ferrara si andrà al ballottaggio. Quindi poteva evitarsi il viaggio.

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