domenica 7 giugno 2009

L'adorazione del ricco

Il massimo che si possa fare, per asservire il popolo bue, è stato

fatto: ora il popolo bue adora i propri padroni. La massa, per

definizione, manifesta l'intelligenza collettiva dei suoi più stupidi

componenti. La massa ululante è la negazione dell'equazione secondo la

quale sommando due quadrati si ottiene un valore aggiunto. La massa

non produce valori aggiunti, ma solo l'imposizione del soggetto

stupido e rumoroso su quello riflessivo e silenzioso. Una

dimostrazione per tutte: quelli che vanno allo stadio non autorizzano

forse i club a pagare milioni gli allenatori ed i calciatori? Quelli

che vanno allo stadio e guardano le pay tv non adorano forse gente che

porta a casa stipendi che sono centinaia di volte quello di un

operaio? Fa bene Ciro Ferrara a farsi pagare un milione l'anno, visto

che glieli danno, anche se l'allenatore dell'Inter prende dieci volte

tanto. Quindi Ferrara è uno che si accontenta. Altre adorazioni

chiaramente dettate da una profonda idiozia, sono quelle rivolte ai

cantanti ed agli attori. I maledetti morti di fame sbavano per

quell'ereditiera, bionda, afona e mignotta che si spaccia per

cantante. C'è la coda per andare a vedere il Vasco, sborsando dei bei

soldini. E lui sul palco fa l'alternativo e il mezzo comunista, per la

gioia dei polli. Chissà cosa pensa dei suoi supporters che non sempre

arrivano alla fine del mese con un euro in tasca? Tutti ci accaniamo

contro i parlamentari, ma quelli si pagano "solo" decine di volte un

operaio, non centinaia. I cretini si sentono molto più vicini ai

giovani, belli, ricchi e pressoché analfabeti. Chissà come mai uno con

le toppe al culo si sente simile a gente che abita in mega-ville? Si

parla di questione morale, ed allora stabiliamo che un calciatore non

possa essere pagato più di un magistrato della Cassazione. In fondo

questi ultimi per farci ridere hanno studiato una vita. Come mai

l'uomo comune "moderno" non si sente sfruttato? Perché, il pollo,

crede alla pubblicità ed allo slogan "io valgo!". La povera bestia!

Capiamoci: non si tratta di retribuire gente capace di produrre

innovazioni tecnologiche, in grado di salvare milioni di vite, bensì

gente che saltella dietro un pallone, o canta, o recita, o guida la

moto. Lo fanno bene, ma ci deve essere un limite all'indecenza. Trovo

amorale che, a fronte di questi super-ricchi, tantissimi bambini

continuino a morire di fame e malattia.

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