lunedì 13 luglio 2009

STUPRATORE RECIDIVO

Ignazio Marino, terzo candidato alla poltrona di segretario del PD, dice che nel partito c'è una questione morale grande come una montagna. Si riferisce all'arresto per violenza sessuale di Luca Bianchini, coordinatore di una sezione del PD di Roma. Il tizio era infatti già stato beccato sul fatto nel 1996, quando, diciannovenne, violentò una vicina di casa. Non lo misero in galera, perché ritenuto incapace di intendere e di volere! Un altro autogol della nostra giustizia. Ora è accusato, grazie alla prova del dna, di averne violentate almeno tre. La tana del ragioniere era arredata come ci si attende da un serial killer: articoli di giornale, foto, archivi, armi ed aggeggi di vario tipo. Forse agiva assieme ad un "palo", e consultava auspici astrologici e pseudo voodoo. Marino ha anticipato sul tempo l'opposizione, strumentalizzando per fini politici un fatto criminale. Bersani lo ha notato subito, ma anche altri, come la Bindi, a Finocchiaro e Veltroni, si sono schierati contro il disinvolto rivale. Isolati ed inascoltati quelli, che nel PD, implorano: "non facciamoci del male". Grazie ad Ignazio Marino, i portavoce del PdL sono rimasti senza parole. Tanto che c'era, Marino ha pure parlato male del tesseramento gonfiato a Napoli. Non c'entra con lo stupratore, ma con la questione morale sì.

Nessun commento: