domenica 1 febbraio 2009

CRISI NEL MERCATO DELL'AUTO?

Si parla della crisi del settore auto, ed anche la FIAT batte cassa, minacciando di lasciare senza lavoro sessantamila persone. Non male come argomento di discussione. Tanto più che ci sarebbe da considerare anche l'indotto. Il governo finanzierebbe una cifra decisamente inferiore a quella chiesta dalla FIAT, e l'opposizione contesta le "braccine corte" del centro destra. Veltroni dovrebbe però dirci cosa chiederebbe in cambio a Marchionne, o dovremmo continuare a regalare soldi a gente che le macchine preferisce costruirle all'estero? Questa potrebbe essere l'occasione per pretendere che alcune produzioni tornino in Italia. La FIAT assembla le auto in Polonia, ma a noi costano come se le costruissero in Italia. Che ci guadagniamo a continuare a sborsare per gli incentivi rottamazione? Tanto per cominciare, potremmo pretendere che la FIAT metta sul mercato auto da settemila euro. La FIAT ha sempre palesato grandi difficoltà ad adeguarsi alle esigenze del pubblico. Ad esempio: auto poco costose, con sostituzione programmata dopo tre anni. Così gli stabilimenti avrebbero una produzione preventivata. Auto triennali, rigorosamente elettriche, avrebbero bisogno di pochissima manutenzione, ed anche la dismissione sarebbe preventivata. La gente non pare più disposta a comprare automobili che costano minimo quanto un anno di stipendio. In passato forse c'era più fiducia nel futuro, e nelle rate. Oggi ci dobbiamo adeguare alla crisi. Per cui: macchine che costino al massimo uno stipendio l'anno. Si può fare, distribuendo le auto direttamente in fabbrica, o vendendole in scatole di montaggio, dando lavoro certo ai meccanici.

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