mercoledì 9 settembre 2009

OPERATORI SANITARI CON SCARSA VOCAZIONE

La normativa vigente consente alle aziende sanitarie di assumere con una certa libertà operatori socio sanitari o infermieri. Per tutte le altre qualifiche, esistono diversi vincoli. I vincoli in questione però si aggirano piuttosto facilmente. Un numero imprecisato, ma sorprendentemente alto di operatori socio sanitari e di infermieri subisce, nel breve periodo, una trasformazione alchemica che ce li restituisce come impiegati o altri passacarte non meglio identificati. Gente che sta benissimo di salute non ce la fa proprio più a stare in reparto con i degenti. Ci sono anche quegli infermieri ed oss che in reparto non ci sono mai stati, ma non ce la fanno più lo stesso. Allora, grazie alla gravissima connivenza delle amministrazioni, costoro dismettono l'odiata e poco usata casacca, per indossare gli abiti civili. Facciamo fior di costosi concorsi, per assumere qualcuno che si curi degli ammalati, poi, come un colabrodo, un numero imprecisato dei nuove leve lascia la mansione specifica e migra. Ovviamente serve un appoggio sindacale grosso come una casa, e dirigenti assolutamente fuori controllo: il caso delle Molinette di Torino. Questo ospedale vagamente partenopeo, sebbene si trovi da più di settanta anni a Torino, mostra una fame atavica di addetti all'assistenza, poi però quasi altrettanto facilmente si rende conto di avere scherzato. Recentemente sono stati stabilizzati circa cento precari amministrativi, quindi non si può asserire che gli impiegati ci mancano. Ma chi se ne frega: basta inventare nuovi uffici, se non addirittura intere strutture complesse. Il fatto di aver scritto "strutture complesse" minuscolo non è mancanza di rispetto: diciamo piuttosto che di complesso hanno poco o niente. Questa escalation di impiegatizzazione rientra in quell'approccio filo partenopeo di cui sopra: aggiungi un posto a tavola, che da mangiare ce n'è per tutti. E i reparti? Prossimamente alle Molinette rischia l'esistenza più di un reparto di degenza, come se non ci fossero più malati e neppure liste d'attesa. La gente dovrebbe lamentarsi di questo calo di tensione lavorativa, ma il popolo degli ipermercati ormai si muove solo per schivare i carrelli della spesa. Segnalare, ad esempio, che i bambini sono maltrattati nel reparto di Pediatria d'Urgenza del Regina Margherita, è servito a fare pubblicare un articolo sul giornale, ed a ricevere generiche promesse da parte di quell'amministrazione: stiamo lavorando per voi. Finché il popolo bue farà solo a gara a chi muggisce di più, i servizi pubblici saranno sempre più disfunzionali, i sindacati della mutua faranno sempre più tessere, i dirigenti incapaci continueranno a rubare lo stipendio, e gli operatori sanitari si sentiranno giustificati a manifestare sempre meno voglia di lavorare.

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