lunedì 14 settembre 2009

FINI IL TRISTE

Dopo parecchi mesi, si è finalmente accorto anche lui del pacco che gli hanno tirato: la presidenza della Camera conta poco o niente. Si tratta della terza carica istituzionale dello Stato, quindi Fini sostituirebbe Napolitano, ma solo se anche Schifani stesse male. Pochi, dopo essere stati presidenti della Camera, sono tornati alla politica attiva. Alla presidenza della Camera, ci mettono qualcuno a cui dare qualcosa per un massimo di cinque anni. Fini in cambio ha regalato il suo partito, Alleanza Nazionale, a Berlusconi, che, per evitare ripensamenti, lo ha disciolto in Forza Italia. Ora Fini parla come il quarto candidato alla segreteria dell'inutile PD. Vorrebbe dare il voto ai cosiddetti "migranti", e la Lega tira fuori le mannaie. Casini, che da presidente della Camera non aveva dato via il partito, vorrebbe buttar fuori la Lega. Fuori da cosa? Come fai a buttar fuori qualcuno da qualcosa di cui non sei parte integrante? Fini ha chiesto aiuto a Napolitano: un ex fascista che va a piangere da un ex comunista. Berlusconi non c'era, perché stava dove il popolo italiano lo aspettava: al funerale di Mike Bongiorno. Un uomo contrario alle cialtronate in tv: ecco perché gli era rimasta solo la pubblicità con Fiorello. Fini piace a pochi o addirittura a nessuno; Berlusconi si esalta pubblicamente, sminuendo De Gasperi, Mussolini, Craxi ed Andreotti. Tanto gli italiani non conoscono la storia, perché la gran parte di questo popolo di navigatori da canotto consulta a malapena, e con fatica, le guide telefoniche. Ma Berlusconi continua a fare audience, mentre Fini si accontenta di prendere il sole. Fini è un freddo, un passacarte, uno che comunica tristezza solo a guardarlo in faccia. Berlusconi è un ottimista nato, e finora ha avuto ragione ad esserlo. Quelli della Lega dovrebbero essere scemi a fare cadere il governo, e loro, coreografie padane ed ampollistiche a parte, scemi non sono.

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