martedì 4 agosto 2009

A proposito del suffragio universale

Parlando in termini molto astratti, il suffragio universale è il miglior sistema per garantire ad ognuno di noi di dire la sua, nella gestione delle risorse comuni. Il primo problema che si incontra è che questo "dire la nostra" si limita a firmare una cambiale in bianco, per un tizio e per un partito. Il secondo problema è dato dall'approccio che gli elettori hanno nei confronti del voto. Ci sono quelli che ci pensano, quelli che ascoltano amici e parenti, quelli che decidono all'ultimo momento, quelli che non votano, quelli che pasticciano le schede. Non è quindi vero che tutti gli aventi diritto abbiano la medesima voglia di votare, né che si rendano conto di ciò che stanno facendo. Se il voto non fosse segreto, e se si eleggesse un consiglio d'amministrazione, saremmo tutti molto più attenti e dediti alla missione di non farci rappresentare da cretini e da ladri. Il terzo problema, dopo la cambiale in bianco e l'approccio al voto, è il differente grado di istruzione. Non si può negare che un'educazione civica giovi alla convivenza, ma l'educazione civica in Italia è la materia più facoltativa tra tutte quelle facoltative. Sarebbe come se salissimo in auto senza avere la patente, e senza conoscere come funzionano il cambio, i pedali ed il volante. Il voto concesso a chi superi un esame di educazione civica potrebbe sembrare eccessivo, ma taglierebbe fuori tanti caproni. Un altro sistema per contenere i danni politici del suffragio universale è quello di limitarlo alle piccole arene decisionali. Qualora il voto popolare subisse uno sbarramento a livello di circoscrizione, i cittadini meno motivati e meno preparati non potrebbero agire direttamente sul parlamento. Attraverso successivi filtri, dalle circoscrizioni, ai comuni, alle province, spetterebbe esclusivamente ai consiglieri regionali eleggere i parlamentari. Invece adesso qualsiasi politicante locale può arrivare a Roma, purché aggreghi centomila o duecentomila voti di persone che possono essere preparatissime, ma il più delle volte affrontano il dovere civico con una leggerezza a dir poco nociva. Il suffragio universale parte dal presupposto errato che siamo tutti uguali. Nulla di più falso. In natura, tutti gli esseri differiscono tra loro, anche entro la medesima specie. Perché allora solo noi umani dobbiamo farci del male, facendo votare anche gente che ne farebbe volentieri a meno, e che sarebbe meglio se non votasse?

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