sabato 12 marzo 2011

IL TRICOLORE E L'INNO DI MAMELI?

Tutti in piazza a difendere il tricolore! Tutti in piazza a difendere l'inno di Mameli! Tutti a difendere la Costituzione! Peccato che nessuno abbia proposto di cambiare bandiera ed inno nazionale. L'inno in effetti ci fa fare brutte figure tutte le volte che lo canticchiano, prima delle partite della nazionale di calcio. Poi ci pensano loro, i milionari in calzoncini, a seppellirci nel disagio e nel disgusto. Potremmo cambiare l'inno di Mameli, che è una marcetta, non un qualcosa di marziale e solenne. La Costituzione si può cambiare, rispettando le procedure previste dalla Costituzione medesima. Nessuno sta facendo colpi di Stato, e la riforma della giustizia non si applicherà ai processi in corso. Forse Berlusconi si sta vendicando contro la magistratura, ma i signori magistrati non sono particolarmente simpatici al popolo italiano. Sono altezzosi, lenti e macchinosi. Pare che se ne freghino dei tempi delle persone comuni, imponendo i loro. Non corrono rischi di essere sanzionati e licenziati, perché sono “poteri dello Stato”. È bastato un concorso per renderli tali. Non sono eletti dal popolo, perché la sovranità popolare in questo caso conta poco. Se ci sarà un referendum confermativo, dopo la riforma della giustizia, difficilmente il popolo darà torto a Berlusconi, e ragione alle toghe, rosse o di altra tinta. Non siamo in dittatura, infatti i piagnoni della sinistra possono fare tutte le manifestazioni che vogliono, parlando malissimo di un premier eletto dal popolo. Ultimamente la sinistra ed il popolo non sono in sintonia. Nelle piazze, attori italiani hanno sparato a zero contro i nemici della democrazia. Stiamo parlando di gente che non ha mai lavorato, nel senso che la gente comune attribuisce alla parola “lavoro”. Detti “artisti” sono offesi perché il governo ha tagliato loro i finanziamenti. Mettono sullo stesso piano la ricerca e l'arte. E loro sarebbero l'arte? Il cinema italiano è di solito una cosa penosa, che, non a caso, non vince da anni alcun premio nel concorsi internazionali. I nostri attori recitano come cani, e dovrebbero essere doppiati. E non ce ne vogliano i cani. Artisti della mutua! La ricerca è un'altra cosa. Il governo dovrebbe agevolare la ricerca utile, che è quella informatica e scientifica in genere. Cinema e letteratura si finanziano da soli, se i prodotti sono esportabili. Gli americani ci riescono benissimo, noi no. Noi cerchiamo di vivere di rendita, ma non funziona. Gli artisti in piazza, per difendere la Costituzione, dovrebbero andare a lavorare nei campi e nelle fabbriche, a mille euro mensili. Solo allora potrebbero parlare del “lavoro”. Molti tra quegli artisti sputano nel piatto dove hanno mangiato; si legga Mediaset! Ingrati ed abbastanza incapaci. Radical chic chiacchieroni. Simpatica la cantante “comunista”, che sappiamo essere proprietaria di immobili e terreni in sud America. Alla faccia della compagna!


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