lunedì 7 marzo 2011

I MAGISTRATI SERI

Ci sono pubblici dipendenti che non rispondono dei danni prodotti dalla loro incompetenza? Ci sono pubblici dipendenti che dopo aver superato un concorso diventano poteri dello Stato? Ci sono pubblici dipendenti che possono permettersi di rimandare le loro incombenze per anni, causando la scarcerazione di pericolosi criminali? Ci sono pubblici dipendenti che si autogovernano, si promuovono e si assolvono? Ci sono pubblici dipendenti che fanno carriera, a prescindere dai contratti collettivi bloccati? Ci sono pubblici dipendenti che dimezzano la pena detentiva a pericolosi assassini di madri e figli? Stiamo naturalmente parlando dei magistrati. Sebbene la sciocca ex sinistra si opponga per partito preso, è giunta l'ora di pretendere che questi signori, che nessuno ha eletto, lavorino come si deve. In Paesi più civili del nostro, e ci vuole poco, i magistrati sono eletti dal popolo; quindi se sgarrano cambiano mestiere. Negli stessi Paesi anche i politicanti, proprio perché eletti dal popolo, si sentono costretti alle dimissioni per motivi che in Italia farebbero ridere i polli. I magistrati che hanno voglia di lavorare, e di certo ce ne sono, non avranno problemi se la riforma di Berlusconi diverrà legge. I magistrati seri non devono temere lo sdoppiamento delle carriere: o fai il giudice, o ti occupi dell'accusa. Di seguito lo sdoppiamento del CSM, con le questioni disciplinari affidate ad un organismo esterno. La responsabilità civile è il minimo che si possa chiedere a qualsiasi pubblico dipendente, quindi anche ai magistrati. L'ex sinistra anche questa volta ha perso l'occasione per stare zitta. Gli italiani non amano la giustizia italiana, conoscendola come farraginosa, lunga, insopportabile e sostanzialmente ingiusta. Quanti genitori piangono in tv, dopo che un giudice chiaramente incapace ha assolto o sanzionato in maniera troppo soft un assassino su ruote, che ha ammazzato un inerme ragazzo o ragazza, che attraversava sulle strisce? Quel giudice deve cambiare mestiere, ma prima deve pagare il prezzo della sua incompetenza criminale. La Costituzione si può cambiare: lo prevede la Costituzione medesima. Diamo quindi una regolata a meccanismi che, dopo oltre sessanta anni, sono a dir poco inceppati.

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