lunedì 11 gennaio 2010

IL FASCINO DISCRETO DEGLI UFFICI TECNICI

Tutti noi cittadini abbiamo avuto a che fare con i lavoro pubblici: telenovele che si sa quando iniziano, ma non quando finiscono. Ci prendono ancora in giro, esponendo cartelli con sopra scritto: “stiamo lavorando per voi”. E noi, in coda su una sola corsia, li malediremmo se solo qualcuno di loro fosse presente. C’è un ponte alla periferia nord di Torino che presenta una strozzatura dir poco fastidiosa; pare che l’ufficio tecnico competente stia seguendo dei lavori. Ma quanto tempo ci mettono ad eseguire dei lavori? Ieri abbiamo saputo che gli arabi hanno edificato il più alto grattacielo del mondo in quattro anni! Da noi in quattro anni fanno un buco in terra, che si riempie di acqua e diventa una piscina per le rane. Poi, con molta calma, ci costruiscono sopra un bunker prefabbricato, che si trova settanta centimetri sotto il piano stradale! E nessuno se ne accorge. Lasciamo perdere i grattacieli, che per noi sono fantascienza, e a noi manca persino la scienza semplice, senza la “fanta”. Torniamo alle miserie italiane: alle Molinette ad esempio. Siamo felici che i dipendenti progettisti abbiano incassato il dovuto, ai sensi di legge. Leggendo le determinazioni, abbiamo tuttavia espresso i nostri dubbi a Galanzino circa il fatto che i nostri colleghi abbiano progettato sul serio. Sappiamo che qualcuno sarebbe in grado di farlo, molti altri sicuramente no. Abbiamo assistenti tecnici che non sono periti, né geometri, ma trovano collocazione nella colonna dell’assistenza edile, elettrica e termoidraulica. Una volta, prima che CGIL, CISL e UIL ci mettessero le mani, gli assistenti ed i collaboratori tecnici dovevano essere in possesso di diplomi e lauree specifiche, ed essere poi iscritti all’ordine professionale. Però, visto che le tabelle di ripartizione sono fasulle, non si corre il rischio che un dipendente incompetente abbia messo il becco in cose che non capisce, producendo danni non da poco. Ricordiamo che le Molinette è ancora un ospedale, e gli intonaci in caduta libera tendono ad infastidire i malati allettati, ed i rispettivi parenti. Avremmo voluto ridiscutere le quote di ripartizione, più che altro per quelle figure in via di estinzione che sono gli operai. Per quale motivo collettivamente percepiscono meno di un solo amministrativo? Meno male che non se ne sono accorti, e continuano a pagare le tessere di CGIL, CISL e UIL. Come mai l’amministrazione non assume operai, anzi continua a trasformare i sopravvissuti in occupatori di scrivanie e portatori di telefonino? Ci era parso di capire che i revisori dei conti (Collegio Sindacale) dovessero entrare nel merito delle scelte economiche, ma loro evidentemente non notano la disfunzionalità insita nel fare eseguire tutti i lavori da ditte in appalto e sub-appalto. Come ogni buon ufficio tecnico, anche la nostra SC accantona più dell’1% su ogni lavoro, fingendo di dare applicazione ad una norma nata proprio per evitare di ricorrere ai consulenti ed ai progettisti esterni. La Bresso, nel suo sorridente manifestone elettorale, dovrebbe ricordare alla cittadinanza i suoi successi nel contenimento della spesa pubblica. Un caso tra tutti: le Molinette!

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