venerdì 10 febbraio 2012

MALATI IMMAGINARI

Lavorando in ospedale noto tutti i giorni un massiccio afflusso di utenti, e mi chiedo se siano veramente affetti da qualche patologia. Quelli che stanno veramente male si riconoscono a occhio, mentre la marea vociante e tumultuosa che invade l'ospedale mi sembra fin troppo in salute. Sembra una folla da stadio o da centro commerciale. Questi però non fanno la coda per i saldi, bensì per prenotare una o più visite specialistiche. Neppure i ticket li dissuadono: sono convinti che la "mutua" debba essere sfruttata, e loro la sfruttano. I tempi d'attesa biblici servono solo ad indurre la folla vociante a lamentarsi del governo; poi però rimangono in ospedale anche mezza giornata, pur di raggiungere l'agognato obiettivo: la prenotazione. A distanza di mesi, tornano per la visita, e si beccano un'altra coda per l'accettazione. Altri mugugni, ma gli italici ammalati sono forti come rocce, e non mollano il posto in coda. A monte di questa trafila tipo ufficio postale ci sono i medici di oggi, che a differenza di quelli di una volta, non sono in grado di diagnosticare alcunché senza avere prescritto esami di sangue, ecografie e quant'altro l'ospedale offra ai malati immaginari. Si potrebbe eccepire che tutti sono capaci di fare i medici così; i medici controbattono di voler essere sicuri, prima di affermare che il loro assistito stia effettivamente bene. A questo punto però l'assistito dovrebbe pagare un altro ticket, perché ha rotto le palle a tutti, pur stando abbastanza bene. Ci lamentiamo dei costi della sanità, poi continuiamo a farci del male con i pellegrinaggi di quanti vogliono conferma di essere in buona salute. Le lunghissime liste d'attesa servono a favorire l'attività privata dei medici, ed anche quella cosa né carne, né pesce che è l'attività libero-professionale intra-moenia. Gli specialisti lavorano tantissimo, incassando botte di centinaia di euri, in ospedale e pure fuori. Crisi o meno, i piagnoni italiani non lesinano sulla spesa sanitaria. Poi magari fumano, bevono, vanno a puttane, mangiano come maiali, non fanno un passo senza avere la macchina sotto il culo. Un popolo molto poco marziale, da qualunque punto di vista lo si osservi.

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