domenica 8 gennaio 2012

BEFERA E LA SUA BEFANA

Attilio Befera, direttore dell'agenzia delle entrate dal 2008, afferma che gli italiani devono tornare a comportarsi in maniera legale. Allude evidentemente all'evasione fiscale. Lui ha mandato i suoi ispettori a Cortina e Portofino, ma pare anche in altri posti frequentati da ricchi. Ha rovinato le vacanze di fine anno e dell'Epifania a più di un proprietario di super-auto e barca milionaria. L'agenzia delle entrate sta finalmente adoperando l'approccio deduttivo: se guidi un SUV, lo hai comprato e lo puoi mantenere. Controllando le dichiarazioni dei redditi dei furbetti, gli ispettori delle entrate ed i militari della guardia di finanza si sono messi di buon umore. Perché loro, se li lasciano lavorare, vogliono emulare le gesta degli intoccabili di Eliot Ness, che misero in galera Al Capone. L'ex PSI Cicchitto, esponente di spicco del PdL, è insorto contro questa crociata da comunisti. Gli ex comunisti del PD invece hanno applaudito, sperando ovviamente di essere al sicuro dagli emissari di Befera, che, da quando c'è Monti al governo, evidentemente si possono muovere. Prima no. Chissà come mai? Si è anche permesso una battuta, che suona più o meno così: "potevo mica mandare ispettori e finanzieri a controllare gli stabilimenti balneari chiusi?". Molta gente mugugna; segno che ha qualcosa da nascondere. Difficile che un lavoratore dipendente evada dalla tassazione alla fonte. Però l'IVA è un'altra cosa, ed anche gli immobili sono presumibilmente un cespite da studiare con cura. Specie nelle parti d'Italia dove il catasto è una vera mafia. Se Monti riformerà il catasto, come ha promesso, ne vedremo delle belle. Ricordiamoci però che gli italiani sono bravi a puntare il dito contro gli altri, ma non accettano che qualcuno faccia altrettanto. Ecco perché siamo più africani che europei. Più tribali che civilizzati. Furbetti del quartierino, con orticelli da qualche parte, sempre alla ricerca di un aiutino.

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