venerdì 7 gennaio 2011

I POST-COMUNISTI ED IL CACHEMIRE

Berlusconi si è accorto che i post-comunisti vestono in cachemire. Se si riferisce a D'Alema, non ci sono dubbi sul fatto che di comunista il baffetto abbia poco o nulla, ed anche che il suo tenore di vita sia molto differente da quello degli operai, che con milleduecento euro devono mantenere se stessi e la famiglia. Strano tuttavia che Berlusconi ci comunichi solo ora una news che poteva essere tale decine di anni or sono. Sono infatti decenni che i "compagni" della generazione di D'Alema, comunisti con i soldi altrui, fanno la bella vita. Del resto, non possiamo pretendere che i deputati ed i senatori, di qualunque colore politico, patiscano la fame, quando percepiscono stipendi che sono dieci volte i nostri. Probabilmente già dai tempi di Togliatti la gerontocrazia del PCI sapeva di prendere in giro la carne da cannone, cioè il tanto esaltato "popolo", cioè i nostri padri ed anche noi. Togliatti, nemico a parole dei "borghesi", andò in effetti al governo proprio con detti nemici del popolo. Accadde nel secondo dopoguerra. Ma l'illusione e l'incarico durarono poco, e dopo il PCI precipitò in un periodo lunghissimo di opposizione obbligata. Il PCI si accontentò delle briciole del sottogoverno, percependo quanto i cespugli del pentapartito. Nel frattempo, i gerontocrati del PCI e della CGIL mandavano allo sbaraglio milioni di creduloni, promettendo la rivoluzione. I gerontocrati del PCI organizzavano manifestazioni finto comuniste al solo scopo di estorcere quote più rilevanti. Come si poteva fare una rivoluzione in Italia, con gli americani in casa? I sovietici avrebbero rischiato la terza guerra mondiale per mettere le mani su un paese da operetta come l'Italia? I sovietici avevano già rinunciato ad annettere la Germania ovest; molto difficile immaginare che l'armata rossa attraversasse le Alpi per "liberarci". Inoltre è un dato di fatto che il PCI sia sempre andato d'accordo con la FIAT, per spartirsi Torino. Il sindaco "comunista" è sempre servito a blandire i polli. Il PCI non si è opposto quando la FIAT fagocitava gratuitamente Lancia ed Alfa Romeo. In nessun paese civilizzato c'è un tale monopolio nell'industria automobilistica. Merito della FIOM, che a chiacchiere ha sempre combattuto contro i "padroni" Agnelli, ma li ha sempre spondati, buggerando i propri iscritti. Il PCI è sempre stato invidioso dei preti e dei borghesi. I comunisti italiani avrebbero voluto realizzare una contro-chiesa, ma non ci sono mai neppure andati vicino. Invidiavano i borghesi per la loro cultura pragmatica. Il Berlusca nasce appunto dal pragmatismo borghese; quindi se ne frega del moralismo fasullo dei pretini rossi. Berlusconi conferma che la giustizia non è uguale per tutti: basta avere tanti soldi, e la legge si piega come pare che la luce faccia attorno ai buchi neri. I comunisti sono rimasti prigionieri del loro falso moralismo, che li costringe ancora a posizioni schizofreniche. Ad esempio: difenderebbero i palestinesi, che sono poveri, ma hanno paura di essere accusati di antisemitismo, perché contrapposti ai palestinesi ci sono gli israeliani ebrei. Senza parlare troppo di D'Alema e personaggi assimilabili, troviamo estimatori del cachemire anche molto più in basso: dirigenti pubblici, che fanno i "rossi", mettendosi in tasca due o tre volte lo stipendio di uno sfigato della FIAT. Ora quelli della FIAT rischiano il posto di lavoro, grazie a Marchionne, ma anche alla FIOM; i "compagni" dirigenti no.

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