venerdì 14 gennaio 2011

CI VENDEVANO IL MAGGIOLINO

Negli anni settanta, la Volkswagen in Italia era il Maggiolino. Quella macchinina, neppure troppo piccola, era una “Volkswagen”. I tedeschi la vendevano anche in America, dove era veramente una macchinina. Noi avevamo la 500, che consumava molto meno. I francesi avevano la Due Cavalli, grande come il Maggiolino, con un motore ed un consumo paragonabile a quello della 500. Dopo tre decenni, la FIAT e la Volkswagen hanno rilanciato la 500 ed il Maggiolino, sennonché la prima si è rivelata troppo dissimile dalla progenitrice, mentre il nuovo Maggiolino si è piazzato tranquillamente in un segmento superiore a quello occupato negli anni settanta. La 500 ha quasi subito deluso quanti pensavano di ritrovare l'utilitaria; il nuovo Maggiolino invece non ha mai illuso, giacché fin dalla presentazione il prezzo ha dirottato altrove chi cercava una macchinina. Deludere è peggio. Quando la Volkswagen era sinonimo di Maggiolino, c'era pure un indistruttibile pulmino, usato dai frikkettoni come camper. Dopo quaranta anni, c'è in giro ancora qualche antico Maggiolino e qualche scassatissimo furgone. La Volkswagen di oggi dei frikkettoni se ne può fregare altamente. La sua fascia di utenza è medio-alta. Anche le sue piccole sono garanzia di efficienza. Ha finanche i suv, enormi quasi come camion; se le madame impellicciate vogliono i macchinoni, per andare a fare shopping, diamoglieli! La FIAT non ha il suv; perché non si sa, visto che ne ha uno pure la minuscola concorrente italiana, la DR, di cui nessuno parla, forse perché non paga mazzette ai politici. La FIAT vende in Brasile il 40% in più che in Italia. Per forza: paga gli operai da 300 a 700 euro, e lavorano su tre turni, 24 ore su 24: il sogno di Marchionne. La Volkswagen una volta produceva macchine spartane, ma “tedesche”, cioè inarrestabili. Ora “tedesche” significa veloci e scattanti carri armati tecnologici, comodi come salotti. Negli anni settanta, la FIAT aveva in produzione modelli da 500 cc fino a tre, quattro volte tanto. Poi, piano piano, ha assorbito e distrutto Autobianchi, Lancia ed Alfa, oltre ad altre realtà più piccole, ma non meno valide dal punto del know how. Poi la FIAT si è seduta. La FIAT ha smesso di investire nella ricerca da quanto tempo? Decenni di sicuro. I tedeschi per la ricerca spendono sempre di più, e sono premiati dalle vendite: la BMW nel 2010 ha venduto tantissimo, e non macchinine. La BMW sputa fuori macchine sempre più simili alla Batmobile, e le vende pure! Vende più della tradizionale avversaria Mercedes. Una volta BMW e Mercedes temevano Alfa e Lancia; poi è arrivata la FIAT, con l'Arna, l'Alfasud e la Prisma. Che macchine sarebbero? E poi parlavano male della Duna! Nessuno si stupisca se la FIAT è in caduta libera, e si libera degli operai, mentre la Volkswagen e le altre tedesche vendono parecchio, ed assumono. Se la Volkswagen dice di voler superare la Toyota, c'è da crederle. Che la FIAT si riprenda con propri modelli, c'è da dubitarne. Più facile che produca delle Chrysler su licenza: le Jeep ad esempio. I sindacati tedeschi hanno tutelato i posti di lavoro attraverso la crisi. I sindacati italiani, in primis la FIOM, stanno fornendo a Marchionne la scusa che cerca per spostare tutto in Brasile, Serbia e Polonia. Del resto le FIAT le possono commercializzare solo da quelle parti, ma non nella versione italiana: le devono comunque modificare, per evitare che cadano a pezzi.

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